GREENPEACE: IL PRESIDENTE BARROSO SVENDE LA POLITICA EUROPEA SU CLIMA E ENERGIA

GREENPEACE, comunicato stampa

BRUXELLES, 22.01.14 – La Commissione Europea ha rilasciato oggi un deludente pacchetto di proposte su clima ed energia per il 2030. I governi europei ora devono correggere queste proposte, aumentare le ambizioni europee e rilanciare così quella leadership sul clima e le energie pulite che l’Europa ha già dimostrato. La decisione sugli obiettivi dovrebbe essere raggiunta a marzo ma una discussione così complessa potrebbe slittare al secondo semestre e quindi alla Presidenza di turno dell’Italia.

Greenpeace chiede all’Ue un target vincolante per il taglio di almeno il 55 per cento delle emissioni interne al 2030, un target vincolante per aumentare la quota da rinnovabili al 45 per cento e un target vincolante del 40 per cento per quanto riguarda l’efficienza energetica.

“Le svendite di gennaio sono cominciate e le aziende energetiche fossili d’Europa, che si collocano nel cosiddetto “Gruppo Magritte” hanno fatto un grande affare. Il piano della Commissione per il 2030 rischia di stroncare il mercato in piena espansione delle energie rinnovabili – dichiara Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia – È una visione miope, che costerà cara ai cittadini europei: meno posti di lavoro legati al settore delle rinnovabili, maggiori importazioni di combustibili fossili e vita più breve a causa dell’inquinamento”.

La Commissione ha proposto obiettivi vincolanti per l’Ue per portare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili al 27 per cento e per ridurre le emissioni di CO2 del 40 per cento (rispetto al 1999), entro il 2030. Tuttavia, le rinnovabili hanno il potenziale di coprire almeno la metà della richiesta di energia in Europea prevista al 2030 e un target così modesto indebolisce la capacità dell’Europa di trasformare il proprio sistema energetico. Un target così modesto ridurrebbe di poca cosa la nostra dipendenza dall’importazione di combustibili fossili e lascerebbe i cittadini e le imprese europee esposti alla volatilità dei prezzi dell’energia. Inoltre, questo target, vincolante solo a livello di Unione, deve diventare vincolante anche per i singoli Stati Membri.

Quanto al taglio del 40 per cento (senza crediti di compensazione) delle emissioni di CO2, non ci mette affatto al riparo dal rischio di superare i 2°C di surriscaldamento del Pianeta, considerato da tutti come invalicabile. Un target del 40 per cento non serve nemmeno a rinvigorire il malaticcio mercato delle emissioni (ETS) e ci sono dati scientifici che dimostrano che, se il sistema ETS non riparte la sua crisi indebolirà i target al 2030 di sette punti percentuali: l’obiettivo del 40 per cento porterebbe in realtà a una diminuzione di appena il 33 per cento.

“Solo un target credibile sulle rinnovabili, accanto ad un obiettivo ambizioso sulla CO2, può dare una marcia in più alla trasformazione del sistema energetico europeo. I governi dell’Unione adesso devono mostrare un po’ di spina dorsale e difendere il clima aumentando l’energia pulita“ sottolinea Onufrio.

La proposta della Commissione prevede la creazione, dal 2021, di una riserva di stabilità dei permessi di emissione di CO2. I permessi sarebbero tolti progressivamente dal mercato durante il periodo di scambio, a seconda del volume dei permessi presenti nel sistema. Tuttavia, questa riserva di stabilità comprende solo parte dei due miliardi di permessi in surplus nel sistema e non è sufficiente a impattare in maniera significativa sul prezzo delle emissioni. Non c’è poi nessuna garanzia che i permessi in surplus non rientreranno in futuro sul mercato. Solo la cancellazione permanente delle eccedenze di quote di emissioni di CO2, e rigorosi obiettivi al 2030, possono rendere il mercato della CO2 un volano per investimenti verdi.

I Ministri europei dell’energia e dell’ambiente discuteranno probabilmente la proposta della Commissione il 3 e 4 Marzo. Il 21 e 22 Marzo, capi di stato e di governo presiederanno un vertice Ue dedicato al raggiungimento di un accordo. La Commissione dovrà quindi emettere una proposta legislativa vincolante nella seconda metà del 2014.

Leggi la proposta della Commissione Europea:
http://ec.europa.eu/energy/doc/2030/com_2014_15_en.pdf

GREENPEACE: EX SISAS, GLI ARRESTI DI OGGI CONFERMANO LE NOSTRE DENUNCE

GREENPEACE, comunicato stampa.

ROMA, 22.01.14 –  Gli arresti odierni legati alla bonifica della ex-Sisas di Pioltello-Rodano sembrano confermare in pieno quanto da tempo denunciato da Greenpeace. Si è trattato di un autentico scaricabarile dei rifiuti per il tornaconto economico di pochi.

Greenpeace ha iniziato nei primi mesi del 2011 a investigare sulle operazioni di bonifica all’ex Sisas, puntando l’attenzione sui criteri della caratterizzazione dei rifiuti asportati, sulla destinazione finale di parte dei rifiuti, sulla frazione di rifiuti pericolosi più contaminata da mercurio e sulle tempistiche. In particolare, Greenpeace ha segnalato evidenti anomalie nella codifica, spedizione e stoccaggio finale dei rifiuti destinati alla discarica spagnola di Nerva, in provincia di Huelva (Andalusia), gestita dalla società Befesa: http://www.greenpeace.org/italy/it/multimedia/Foto1/Rifiuti-illegali-Made-in-Italy/.

“L’intervento dell’Autorità Giudiziaria è importante e necessario, ma al tempo stesso conferma lo scandaloso comportamento del governo italiano e della Commissione Europea che non sono stati capaci di vedere quello che è sotto gli occhi di tutti: la bonifica della ex-Sisas di Pioltello-Rodano è una truffa vergognosa e una seria minaccia alla salute umana e all’ambiente” dichiara Federica Ferrario, di Greenpeace Italia.

Questo pasticcio è figlio della solita emergenza rifiuti che nello specifico rischiava di materializzarsi con una maxi sanzione di oltre 400 milioni di euro cui l’Italia era stata condannata per “omessa bonifica” dopo ben due sentenze della Corte di Giustizia europea. Oltre alle evidenti responsabilità del governo italiano, Greenpeace stigmatizza quindi il comportamento omissivo della Commissione Europea che nella primavera del 2011 ha avallato la “conclusione” della bonifica, certificando una bonifica truffaldina, cancellando la multa all’Italia e coprendo di fatto tutto quello che l’indagine della Procura di Milano sta svelando adesso.

Dopo avere segnalato a più riprese le anomalie riscontrate dalle “procedure d’emergenza”, nel giugno 2012 Greenpeace ha presentato una denuncia formale alla Commissione europea che evidenzia anche il comportamento irresponsabile delle autorità europee che evidentemente hanno fatto il gioco di quelle italiane sulla bonifica della ex Sisas di Pioltello-Rodano. Tutto regolarmente confermato: prima dalla relazione della Commissione parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e, adesso, da questi arresti.

Leggi la relazione della Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti: http://documenti.camera.it/_dati/leg16/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/013/INTERO.pdf

Leggi i documenti di Greenpeace sulla “bonifica” della ex-Sisas: http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/inquinamento/Rifiuti/bonifiche/

Mos. Leburn – Amami come sei

  •  Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo; so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: Dammi il tuo cuore, amami come sei…
  • Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all’amore, non amerai mai. Anche se sei vile nella pratica della virtù e del dovere, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non commettere più, non ti permetto di non amarmi. Amami come sei.
  • In ogni istamte e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell’aridità, nella fedeltà o nell’infedeltà, amami… come sei… voglio l’amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai.  Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore? Non sono io l’Onnipotente? E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio amore?
  • Figlio mio, lascia che ti ami, voglio il tuo cuore. Certo voglio col tempo trasformarti, ma per ora ti amo come sei… e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l’amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l’amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente un gran grido: Gesù ti amo.
  • Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza, né del tuo talento. Una cosa sola mi importa, di vederti lavorare con amore.
  • Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che alimenterebbero il tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo. Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che hai… perché ti ho creato soltanto per l’amore.
  •   Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, io il Re dei Re! Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allargare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, moriresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di me e mancare di fiducia.
  • Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l’azione più insignificante soltanto per amore. Conto su di te per darmi gioia…Non ti preoccupare di non possedere virtù; ti darò le mie. Quando dovrai soffrire, ti darò la forza. Mi hai dato l’amore, ti darò di poter amare al di là di quanto puoi sognare…

Ma ricordati… Amami come sei…

  • Ti ho dato mia Madre: fa passare, fa passare tutto dal suo Cuore così puro.

Qualunque cosa accade, non aspettare di essere santo per abbandonarti all’amore, non mi ameresti mai… Va…

(Mons. Lebrun)

ISR, Infant Swimming Resource: le abilità di sopravvivenza in acqua.

Infant Swimming Resource è il programma nazionale americano di Insegnanti di nuoto certificati sviluppato su base psicologica, focalizzato sull’educazione, sicurezza e ricerca approvato dal Governo degli Stati Uniti d’America.
La ricerca è alla base del programma ISR ed è il prodotto di oltre 40 anni di sviluppi sul campo con l’obiettivo di trovare il metodo più sicuro ed efficace per insegnare ai bambini le abilità e capacità di sopravvivenza.
Come sapete, non appena un bambino riesce a camminare o “gattonare”, è potenzialmente in pericolo di un incidente acquatico.
ISR ritiene sia giusto insegnare ai bambini le abilità di nuoto e sopravvivenza in acqua in modo tale da ridurre ogni possibile tragica conseguenza di annegamento.

Fondata nel 1966, Infant Swimming Resource (ISR) con il suo programma di Auto-Salvataggio, è riconosciuta a livello nazionale ed internazionale come il fornitore più sicuro di lezioni di nuoto di sopravvivenza per neonati e bambini.
Dalle nostre esperienze riteniamo che i genitori necessitino che i loro bambini si sentano al sicuro e a loro agio in acqua ed intorno ad essa.

In ISR, la sicurezza del vostro bambino è la nostra priorità.
Ogni lezioni di nuoto di sopravvivenza è unicamente personalizzata sulle necessità del vostro bambino, sulla base di valutazioni approfondite e continui monitoraggi sulla sua salute e sul raggiungimento delle sue abilità.

Sappiamo che ogni bambino apprende secondo suoi ritmi, e proprio in virtù di questo il vostro bambino verrà gentilmente guidato attraverso ogni livello di abilità in base al suo livello di sviluppo e capacità.

Perchè ISR?

Le lezioni di ISR sono offerte a bambini dai 6 mesi a 6 anni. Queste lezioni non sono come le lezioni convenzionali di nuoto offerte dai soliti corsi di nuoto.
Il nostro programma insegna l’acclimatazione all’acqua e le abilità di sopravvivenza.
I bambini dai 6 ai 12 mesi di età imparano a girarsi sul dorso per conseguire il galleggiamento e respirare;  mentre i bambini da 1 ai 6 anni imparano a nuotare, girarsi sul dorso, respirare, girarsi per continuare a nuotare verso un punto sicuro.

L’obiettivo per la fascia di età dai 6 ai 12 mesi è quello di assumere una posizione di galleggiamento sul dorso, riposare e respirare.

L’obiettivo per la fascia di età da 1 a 6 anni è quello do nuotare, girarsi sul dorso, galleggiare, girarsi sull’ addome per continuare a nuotare fino al raggiungimento di un punto sicuro.

Andando oltre le tradizionali istruzioni di nuoto, ISR insegna ai bambini le tecniche acquatiche di sopravvivenza studiate per aiutarli a sopravvivere nel caso in cui dovessero raggiungere l’acqua da soli. Da oltre 45 anni, il programma ISR continua a fornire :

Sicurezza : è la priorità di ISR per il tuo bambino

  • Prima dell’inizio delle lezioni, un team di medici-pediatri professionisti controllerà la storia medica del tuo bambino per identificare eventuali problemi di salute che potrebbero condizionare le lezioni e la sua sicurezza.
  • Educazione per i genitori : Il tuo bambino non è l’unico ad imparare durante le lezioni.
    Il programma ISR include l’educazione esaustiva per i genitori sulla sicurezza acquatica e prevenzione contro l’annegamento.

Risultati

Ogni Istruttore ISR guida in modo sicuro e gentile il bambino attraverso il processo di comprensione e studio delle abilità di sopravvivenza.
I protocolli e l’educazione che l’ Istruttore riceve durante il programma di certificazione assicura che il bambino, alla fine delle lezioni, sia in grado di dimostrare con successo le sequenze appropriate di sopravvivenza in relazione all’ età, che includono:

  • Girarsi sul dorso
  • Nuotare
  • Galleggiare e nuotare.

Istruttori qualificati

Ogni Istruttore certificato ISR frequenta e completa un corso di formazione accademico e pratico di 8 settimane in acqua e partecipa alle certificazioni annuali obbligatorie altamente specializzate per mantenere il livello più elevato di sicurezza e professionalità del settore.

Per ulteriori informazioni sui corsi: www.isritalia.com

Maurizio Guarrata, ISR Infant Swimming Resource Certified Instructor, Responsabile Nazionale ISR Infant Swimming Resource Italia

PAPA FRANCESCO A FUMETTI

PAPA FRANCESCO A FUMETTI: DA EDIZIONI MASTER IN EDICOLA UNA GRANDE NOVITA’ PER GENITORI E BIMBI

 

Il messaggio del Santo Padre spiegato ai più piccoli con l’ausilio di contenuti che favoriscono l’apprendimento e la partecipazione dei bambini

 

 

In edicola “Papa Francesco a fumetti”. Si tratta di una nuova pubblicazione editoriale che intende presentare ai più piccoli le parole del Santo Padre con l’intento di accompagnarli nella crescita e nell’apprendimento.

 

La nuova rivista offre illustrazioni a fumetti che consentono di esporre il messaggio del Papa in una forma accessibile ai bambini. I più piccoli possono così comprendere con estrema semplicità la grandezza dell’insegnamento di Sua Santità, ispirato al Vangelo, e metterlo in pratica nella loro vita di ogni giorno, in famiglia, a scuola e con i compagni di gioco. In più, “Papa Francesco a fumetti” intende stimolare la partecipazione attiva del piccolo lettore, grazie agli adesivi con cui completare i disegni, alle illustrazioni da colorare e alle frasi da completare, in modo da consentire al bambino, sia in autonomia che aiutato dai genitori, di imparare divertendosi.

 

 

Tre meravigliosi giorni al G COME GIOCARE!

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Il portale dei bambini e …Calimero!

I tre giorni del G come Giocare 2013 sono stati molto intensi, la nostra redazione ha giocato con tanti, ma proprio tanti piccoli amici!

Venerdì 22 novembre è iniziata l’avventura, appena arrivati abbiamo subito aperto “il grande libro dei giochi” e l’avventura è iniziata.
Il libro è una vera e inesauribile fonte di gioco… si aprono porticine e finestre e… si libera la fantasia!

Hanno partecipato anche i  bimbi più piccoli perchè il librone è resistente e”ci lascia fare”! Tutti dentro alla magia, tutti insieme!

Con grande sorpresa, i nostri dolcissimi utenti hanno trovato una vera cameretta allestita con tanto di comode potroncine, un divano e… tante tesserine INCASTRO con cui si sono cimentati in ponti, astronavi, case, animali di altri mondi…Colore e allegria si sono incastrate con la loro fantasia!

La grande sorpresa di sabato è stato il grande Calimero: tutti hanno voluto farsi fotografare, abbiamo scattato centinaia di foto… questa volta non si sono divertiti solo i bambini: mamme, papà e nonni hanno messo mano ai ricordi!

Domenica 24 Novembre,  è stata la giornata delle famiglie… Abbiamo allestito il laboratorio di disegno per bambini dai 4 ai 10 anni. Il nostro bravissimo illustratore, il magico Pier ha giocato con: “Calimero e i suoi nuovi Amici! Laboratorio di pittura”

Calimero è’ tornato, si aggira per il mondo.
Corre per le strade e tutti lo salutano.
Calimero è in cerca di nuovi amici!

Un laboratorio di pittura dove tutti i partecipanti hanno disegnato e colorato, con pennarelli e matite, simpatici ed elettrizzanti personaggi.
Nel frattempo, un bosco ha preso forma e Calimero è comparso in un disegno assieme ad altri inaspettati personaggi immaginati e disegnati dal vivo dall’Illustratore Pierluigi Pintori (conoscilo meglio nella pagina dedicata alla Redazione).

Clicca qui per vedere alcune opere dei nostri amici!

 

 

 

La SIP (Società Italiana di Pediatria)presenta la piramide dell’attività motoria.

I costi sociali della sedentarietà sono alti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che 1,9 milioni di morti nel mondo sono attribuibili all’inattività fisica e circa 2,6 milioni a sovrappeso e obesità.

La sedentarietà è inoltre responsabile, in una percentuale che va dal 10% al 16%, di alcuni tumori (seno e colon) e del diabete di tipo 2, e del 22% delle malattie cardiovascolari, oltre che di altre patologie croniche in rapido incremento negli ultimi decenni.
Cambiare stili di vita sin dalle prime età della vita è necessario, ma questo non significa necessariamente aumentare le ore dedicate alla pratica sportiva”, spiega il Presidente della SIP Giovanni Corsello, “il movimento non è solo sport, è gioco, attività all’aria aperta, passeggiata: tutte attività che devono far parte delle abitudini quotidiane di bambini e adolescenti di tutte le età”.

Agli Stati Generali della Pediatria la SIP presenta la piramide dell’attività fisica e motoria, che illustra le regole da seguire per uno stile di vita salutare.

Alla base della piramide sono indicate le attività da svolgere quotidianamente, man mano che si sale verso i gradini più alti della piramide si incontrano le attività da svolgere con minore frequenza. “I bambini devono andare a scuola a piedi tutti i giorni, fare attività fisica all’aria aperta almeno 4-5 giorni alla settimana, di cui 3 o 4 volte in maniera organizzata, possibilmente con gioco di squadra” spiega Corsello. “Occasionali, ma importanti le attività all’esterno, organizzate in forma di gita. Occorre invece ridurre a non più di un’ora al giorno il tempo dedicato a tv e videogiochi”. Mettere in pratica queste regole richiede un’organizzazione della vita coerente con questi obiettivi, città più a misura di bambino, con spazi organizzati, più verde pubblico fruibile e iniziative dei Comuni per fare in modo che i bambini possano andare a scuola a piedi in sicurezza.

(dal sito: www.sip.it)

INCASTRO

unisci i pezzi e crea il tuo mondo con INCASTRO
INCASTRO  è  costituito da elementi modulari con capacità di incastro in diverse posizioni e modalità. Libera la tua creatività e forma incastri sempre più complessi. Crea oggetti multiuso o semplicemente divertiti a modellare.

Un video fantastico…

L’amore dei gemelli!

Sonia Rochel,ostetrica parigina, ha caricato su Youtube un bellissimo video che ritrae due bimbi gemelli appena nati. La sigora Rochel ha reso il video pubblico per presentare ‘Il bambino Thalasso Spa’ cioè una piccola vasca da bagno e box doccia che ha progettato per i neonati studiata apposta per replicare la sensazione di stare ancora nel grembo materno.

A pubblicare la notizia ed il bellissimo video è il Daily Mail. Ciò che colpisce sono le manine…gli abbracci e la sensazione dolcissima…

FITNESS POSTURALE

FITNESS POSTURALE

Il fitness non ha senso senza una corretta postura, al contempo non si può trovare e mantenere una corretta postura senza l’allenamento e il potenziamento muscolare, e quindi senza il fitness.

Uniamo questi due aspetti del movimento alla propriocezione e impariamo a percepire e riconoscere la posizione del nostro corpo nello spazio.
(La propriocezione è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista. La propriocezione assume un’importanza fondamentale nel complesso meccanismo di controllo del movimento).

La ginnastica posturale è l’ideale per migliorare la mobilità articolare e l’elasticità muscolare ed è fondamentale per tutti quelli che presentano dolori e disturbi alla colonna vertebrale.

Molto spesso i dolori derivano da problematiche dovute ad un’errata postura assunta durante il corso della giornata.

Questo tipo di ginnastica è utile anche a scopo preventivo, al fine di evitare l’insorgenza di dolori e fastidi a spalle, schiena e cervicale, sintomi destinati a peggiorare con l’aumentare dell’età.

Obiettivi del corso:

– riequilibrio e presa di coscienza delle propria postura
– miglioramento della coordinazione psico-motoria
– controllo della posizione del corpo nello spazio
– correzione di paramorfismi quali atteggiamenti iperlordotici e ipercifotici
– potenziamento muscolare ai fini posturali in particolare della zona addominale, lombare e paravertebrale.

Action Woman: un corso dedicato a tutte le Donne!

Action Woman: un corso dedicato a tutte le Donne!

Lorenzo Masini ha creato Action Woman, un corso dedicato a tutte le Donne che desiderano sentirsi sicure in ogni occasione e situazione, che hanno voglia di emergere, di raggiungere il successo, e che non vogliono farsi intimorire, sopraffare mentalmente e fisicamente.

Action, azione, perché per vincere le insicurezze occorre agire immediatamente.

Il corso insegna a risvegliare la nostra parte istintiva, a gestire i problemi, le situazioni difficili, le aggressioni, agendo e reagendo, gestendo e non subendo, incrementando così la sicurezza di sé.

Lorenzo ha sviluppato Action Woman dopo anni di esperienza nell’ambito della formazione (attualmente dirige l’Università Popolare degli studi di Milano e tiene corsi di formazione per importanti banche e società finanziarie) e della realtà della strada, come formatore e presidente dei City Angels, oltre che come istruttore di difesa personale chiamata Hashita, una disciplina pensata per la difesa da strada, ideata in Israele. Un percorso decennale che lo ha portato ad approfondire non solo gli aspetti fisici, ma soprattutto quelli psicologici di sicurezza personale. La prima forma di sicurezza parte dalla mente, dalla capacità di non porsi in modo passivo come vittima ma di agire e reagire immediatamente a qualsiasi aggressione. Perché malintenzionati, bulli e aggressori, ma anche stalker e mobbers, si trovano in ogni ambiente, alla costante ricerca di persone deboli, non soltanto fisicamente, ma soprattutto psicologicamente. Di persone impaurite, intimidite, incapaci di reagire.
In un solo giorno di corso potrai cominciare a porre le basi fisiche, ma soprattutto mentali ed emotive, della tua sicurezza. Per non soccombere più di fronte alla aggressioni di qualsiasi tipo.
Il corso è parte di Action Woman Project un progetto pensato per il mondo femminile, e finalizzato a rendere la Donna più sicura in ogni situazione, più determinata e decisa in ogni occasione, più forte interiormente e consapevole delle sue potenzialità, in pratica renderla una Donna Vincente e di Successo.

Action Woman Project – Responsabile Lorenzo Masini

Il corso si terrà in Total Training Milano – Via Iglesias 37 Milano e sarà coadiuvato da Antonio Sabino Barbone, dott. in scienze psicologiche, head coach, personal & mental trainer.
Vi aspettiamo sabato 30 novembre dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.

I DIRITTI DELL’INFANZIA

Il bambino inizia ad essere considerato come persona diversa dall’adulto, conquistando il suo diritto ad avere esigenze proprie di tipo affettivo, psicologico, motorio, intellettivo solo all’inizio degli anni ’20.

La storia

Durante la prima guerra mondiale, Eglantine Jebb, una dama che aveva prestato servizio nella Croce Rossa come soccorritrice per i bambini e che aveva vissuto da vicino le sofferenze inflitte loro dalla guerra, scrisse un testo sui “diritti dell’infanzia”. Il testo nacque dalla necessità di affermare la condizione di essere umano del bambino al quale si doveva il riconoscimento generale e concreto dei propri diritti.

Il 6 gennaio del 1920 questo testo divenne “la Dichiarazione dei diritti dell’Infanzia” e, su iniziativa del Comitato Internazionale della Croce Rossa, fu fondata a Ginevra l’«Unione internazionale per il soccorso all’infanzia».

Il testo era breve, ma importante perché era il primo pronunciamento sui diritti del bambino.

Il 26 settembre del 1924, con il nome di Dichiarazione di Ginevra, il testo fu fatto proprio dall’Assemblea della Società delle Nazioni.

Nel 1942, a Londra, fu elaborata la “Carta dell’Infanzia”. In questo documento fu rivisto il testo di Ginevra valutando il bambino anche in ambito pedagogico e non solo assistenziale; venne presa in considerazione la formazione religiosa e il diritto all’istruzione.

Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite stilò la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Nello stesso periodo “l’Unione Internazionale per la Protezione dell’Infanzia” diede vita ad una nuova “Dichiarazione di Ginevra”.

Solo il 20 novembre 1959 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò all’unanimità la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, un testo di grande valore, poiché per la prima volta si prende in esame in modo specifico la situazione dei bambini.
La dichiarazione è articolata sulla base di un Preambolo e di 10 Principi.

Preambolo
Considerato che, nello Statuto, i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato la loro fede nei diritti fondamentali dell’uomo e nella dignità e nel valore della persona umana, e che essi si sono dichiarati decisi a favorire il progresso sociale e a instaurare migliori condizioni di vita in una maggiore libertà;
considerato che, nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo Le Nazioni Unite hanno proclamato che tutti possono godere di tutti i diritti e di tutte le libertà che vi sono enunciate senza distinzione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di ogni altra opinione, d’origine nazionale o sociale, di condizioni economiche, di nascita o di ogni altra condizione;
considerato che il fanciullo, a causa della sua immaturità fisica e intellettuale, ha bisogno di una particolare protezione e di cure speciali compresa una adeguata protezione giuridica, sia prima che dopo la nascita;
considerato che la necessità di tale particolare protezione è stata Dichiarazione del 1924 sui diritti del fanciullo ed è stata riconosciuta nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo come anche negli statuti degli Istituti specializzati e delle Organizzazioni internazionali che si dedicano al benessere dell’infanzia;
considerato che l’umanità ha il dovere di dare al fanciullo il meglio di se stessa.

L’ASSEMBLEA GENERALE
proclama la presente Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo affinché esso abbia una infanzia felice e possa godere, nella interesse suo e di tutta la società, dei diritti e delle libertà che vi sono enunciati; invita genitori, gli uomini e le donne in quanto singoli, come anche le organizzazioni non governative, le autorità locali e i governi nazionali a riconoscere questi diritti e a fare in modo di assicurare il rispetto per mezzo di provvedimenti legislativi e di altre misure da adottarsi gradualmente in applicazione dei seguenti principi:

Principio primo: il fanciullo deve godere di tutti i diritti enunciati nella presente Dichiarazione. Questi diritti debbono essere riconosciuta tutti i fanciulli senza eccezione alcuna, e senza distinzione e discriminazione fondata sulla razza, il colore, il sesso, la lingua la religione o opinioni politiche o di altro genere, l’origine nazionale o sociale, le condizioni economiche, la nascita, o ogni altra condizione sia che si riferisca al fanciullo stesso o alla sua famiglia.
Principio secondo: il fanciullo deve beneficiare di una speciale protezione e godere di possibilità e facilitazioni, in base alla legge e ad altri provvedimenti, in modo da essere in grado di crescere in modo sano e normale sul piano fisico intellettuale morale spirituale e sociale in condizioni di libertà e di dignità. Nell’adozione delle leggi rivolte a tal fine la considerazione determinante deve essere del fanciullo.
Principio terzo: il fanciullo ha diritto, sin dalla nascita, a un nome e una nazionalità.
Principio quarto: il fanciullo deve beneficiare della sicurezza sociale. Deve poter crescere e svilupparsi in modo sano. A tal fine devono essere assicurate, a lui e alla madre le cure mediche e le protezioni sociali adeguate, specialmente nel periodo precedente e seguente alla nascita Il fanciullo ha diritto ad una alimentazione, ad un alloggio, a svaghi e a cure mediche adeguate.
Principio quinto: il fanciullo che si trova in una situazione di minoranza fisica, mentale o sociale ha diritto a ricevere il trattamento, l’educazione e le cure speciali di cui esso abbisogna per il suo stato o la sua condizione.
Principio sesto: il fanciullo, per lo sviluppo armonioso della sua personalità ha bisogno di amore e di comprensione. Egli deve, per quanto è possibile, crescere sotto le cure e la responsabilità dei genitori e, in ogni caso, in atmosfera d’affetto e di sicurezza materiale e morale. Salvo circostanze eccezionali, il bambino in tenera età non deve essere separato dalla madre. La società e i poteri pubblici hanno il dovere di aver cura particolare dei fanciulli senza famiglia o di quelli che non hanno sufficienti mezzi di sussistenza. È desiderabile che alle famiglie numerose siano concessi sussidi statali o altre provvidenze per il mantenimento dei figli.
Principio settimo: il fanciullo ha diritto a una educazione, che, almeno a livello elementare deve essere gratuita e obbligatoria. Egli ha diritto a godere di un educazione che contribuisca alla sua cultura generale e gli consenta, in una situazione di eguaglianza di possibilità, di sviluppare le sue facoltà, il suo giudizio personale e il suo senso di responsabilità morale e sociale, e di divenire un membro utile alla società. Il superiore interesse del fanciullo deve essere la guida di coloro che hanno la responsabilità della sua educazione e del suo orientamento; tale responsabilità incombe in primo luogo sui propri genitori. Il fanciullo deve avere tutte le possibilità di dedicarsi a giuochi e attività ricreative che devono essere orientate a fini educativi; la società e i poteri pubblici devono fare ogni sforzo per favorire la realizzazione di tale diritto.
Principio ottavo: in tutte le circostanze, il fanciullo deve essere fra i primi a ricevere protezione e soccorso.
Principio nono: il fanciullo deve essere protetto contro ogni forma di negligenza, di crudeltà o di sfruttamento. Egli non deve essere sottoposto a nessuna forma di tratta. Il fanciullo non deve essere inserito nell’attività produttiva prima di aver raggiunto un’età minima adatta. In nessun caso deve essere costretto o autorizzato ad assumere un occupazione o un impiego che nuocciano alla sua salute o che ostacolino il suo sviluppo fisico, mentale, o morale.
Principio decimo: il fanciullo deve essere protetto contro le pratiche che possono portare alla discriminazione razziale, alla discriminazione religiosa e ad ogni altra forma di discriminazione Deve essere educato in uno spirito di comprensione, di tolleranza, di amicizia fra i popoli, di pace e di fratellanza universale, e nella consapevolezza che deve consacrare le sue energie e la sua intelligenza al servizio dei propri simili.

Nonostante l’innovazione e il valore dei dieci principi, le Nazioni Unite pensarono ad un nuovo testo maggiormente incisivo e vincolante per gli Stati.

L’elaborazione di questo nuovo documento fu alquanto travagliata e durò dieci anni. Il 20 novembre 1989 finalmente fu presentata la “Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia” (Convention on the Rights of the Child), adottata all’unanimità dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed entrata in vigore nel settembre 1990.

Sempre nel settembre del 1990 si tenne a New York il Vertice Mondiale per l’infanzia; ai 159 Paesi partecipanti venne chiesto di ratificare la Convenzione con le seguenti parole:

gli Stati parti della presente Convenzione

considerato che, in conformità ai principi proclamati nello Statuto delle Nazioni Unite, il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace del mondo,

tenuto presente il fatto che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato, nello Statuto delle Nazioni Unite, la loro fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana e hanno deciso di promuovere il progresso sociale ed un migliore tenore di vita in una ampia libertà,

riconosciuto che le Nazioni Unite hanno proclamato e convenuto nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e nei Patti internazionali sui diritti umani che ad ogni individuo spettano tutte le libertà ed i diritti che vi sono enunciati senza distinzione alcuna per ragioni di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica o di altra natura, origine nazionale o sociale, ricchezza, nascita o altra condizione,

ricordato che nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo le Nazioni Unite hanno proclamato che l’infanzia ha diritto a misure speciali di protezione ed assistenza,
convinti che la famiglia, quale nucleo fondamentale della società e quale ambiente naturale per la crescita ed il benessere di tutti i suoi membri ed in particolare dei fanciulli, debba ricevere l’assistenza e la protezione necessarie per poter assumere pienamente le sue responsabilità all’interno della comunità,

riconosciuto che il fanciullo, per il pieno ed armonioso sviluppo della sua personalità, deve crescere in un ambiente familiare, in un’atmosfera di felicità, amore e comprensione,

considerato che occorre preparare appieno il fanciullo ad avere una vita individuale nella società, ed allevarlo nello spirito degli ideali proclamati nello Statuto delle Nazioni Unite e in particolare nello spirito di pace, di dignità, di tolleranza, di libertà, di eguaglianza e di solidarietà,

tenuto presente che la necessità di accordare speciale protezione al fanciullo è stata stabilita nella Dichiarazione di Ginevra sui diritti del fanciullo del 1924 e nella Dichiarazione dei diritti del fanciullo adottata dalle Nazioni Unite nel 1959, ed è stata riconosciuta nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, nel Patto internazionale sui diritti civili e politici (in particolare negli articoli 23 e 24) e nel Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (in particolare nell’articolo 10) e negli statuti e strumenti pertinenti delle agenzie specializzate e delle organizzazioni internazionali operanti nel campo della protezione dell’infanzia,

tenuto presente che, come indicato nella Dichiarazione dei diritti del fanciullo adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1959, “il fanciullo, a causa della sua immaturità fisica e intellettuale, ha bisogno di una particolare protezione e di cure speciali compresa un’adeguata protezione giuridica, sia prima che dopo la nascita”,

richiamate le disposizioni della Dichiarazione sui principi sociali e giuridici relativi alla protezione al benessere dell’infanzia con particolare riferimento all’affidamento e all’adozione su piano nazionale ed internazionale (risoluzione 41/85 dell’Assemblea generale, del 3 dicembre 1986), dell’insieme di regole minime delle Nazioni Unite per l’amministrazione della giustizia minorile (“Regole di Bejing” risoluzione 40/33 dell’Assemblea generale del 29 novembre 1985) e della Dichiarazione sulla protezione delle donne e dei fanciulli nelle situazioni di emergenza e di conflitto armato (risoluzione 3318 (XXIX) dell’assemblea generale, del 14 dicembre 1974),

riconosciuto che in tutti i paesi del mondo vi sono fanciulli che vivono in condizioni di particolare difficoltà e che è necessario accordare loro una particolare attenzione,
riconosciuta l’importanza della cooperazione internazionale per il miglioramento delle condizioni di vita dei fanciulli in ogni paese, in particolare nei paesi in via di sviluppo,

hanno convenuto quanto segue:

CONVENZIONE INTERNAZIONE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA

Parte prima
Articolo 1) Ai sensi della presente Convenzione s’intende per fanciullo ogni essere umano in età inferiore ai diciotto anni, a meno che secondo le leggi del suo Stato, sia divenuto prima maggiorenne.
Articolo 2) Gli Stati parti s’impegnano a rispettare i diritti che sono enunciati nella presente Convenzione ed a garantirli ad ogni fanciullo nel proprio ambito giurisdizionale, senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere del fanciullo o dei suoi genitori o tutori, della loro origine nazionale, etnica o sociale, della loro ricchezza, della loro invalidità, della loro nascita o di qualunque altra condizione.
Gli Stati parti devono adottare ogni misura appropriata per assicurare che il fanciullo sia protetto contro ogni forma di discriminazione o di sanzione motivata dallo status, le attività, le opinioni espresse o il credo dei suoi genitori, dei suoi tutori o di membri della sua famiglia.
Articolo 3) In tutte le decisioni riguardanti i fanciulli che scaturiscano da istituzioni di assistenza sociale, private o pubbliche, tribunali, autorità amministrative o organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve costituire oggetto di primaria considerazione.
Gli Stati parti s’impegnano ad assicurare al fanciullo la protezione e le cure necessarie al suo benessere, tenuto conto dei diritti e dei doveri dei suoi genitori, dei tutori legali o di qualsiasi altra persona legalmente responsabile di esso, e, a tal fine, prenderanno ogni misura appropriata di carattere legislativo e amministrativo
Gli Stati parti si impegnano ad assicurare che le istituzioni, i servizi e le strutture responsabili della cura e della protezione dei fanciulli siano conformi ai criteri normativi fissati dalle autorità competenti, particolarmente nei campi della sicurezza e dell’igiene r per quanto concerne la consistenza e la qualificazione del loro personale nonché l’esistenza di un adeguato controllo.
Articolo 4) Gli Stati parti si impegnano ad adottare ogni misura appropriata di natura legislativa, amministrativa e d’altro genere per dare attuazione ai diritti riconosciuti in questa Convenzione. Per quanto attiene i diritti economici, sociali e culturali, gli Stati parti adottano tali misure in tutta la gamma delle risorse di cui dispongono e, all’occorrenza, nel quadro della cooperazione internazionale.
Articolo 5) Gli Stati parti rispettano le responsabilità, i diritti ed i doveri dei genitori o, all’occorrenza, dei membri della famiglia allargata o della comunità, secondo quanto previsto dalle usanze locali, dei tutori o delle altre persone legalmente responsabili del fanciullo, di impartire a quest’ultimo, in modo consono alle sue capacità evolutive, l’orientamento ed i consigli necessari all’esercizio dei diritti che gli riconosce la presente Convenzione.
Articolo 6) Gli Stati parti riconoscono che ogni fanciullo ha un diritto innato alla vita.
Gli Stati parti si impegnano a garantire nella più ampia misura possibile la sopravvivenza e lo sviluppo del fanciullo.
Articolo 7) Il fanciullo dovrà essere registrato immediatamente dopo la nascita ed a partire da essa avrà diritto ad un nome, ad acquisire una nazionalità e, nella misura del possibile, a conoscere i propri genitori ed essere da essi accudito.
Gli Stati parti assicureranno l’attuazione di questi diritti in conformità alle loro legislazioni nazionali ed agli obblighi derivanti dagli strumenti internazionali applicabili in materia, in particolare in quelle situazioni in cui il fanciullo si troverebbe altrimenti privo di nazionalità.
Articolo 8) Gli Stati parti s’impegnano a rispettare il diritto del fanciullo di conservare la propria identità, nazionalità, nome e relazioni familiari, quali riconosciuti per legge, senza interferenze illegali.
Se il fanciullo viene illegalmente privato degli elementi costitutivi della sua identità o di alcuni di essi, gli Stati parti forniranno adeguata assistenza e tutela affinché venga sollecitamente ristabilita la sua identità.
Articolo 9) Gli Stati parti devono assicurare che il fanciullo non venga separato dai suoi genitori contro la loro volontà, a meno che le autorità competenti non decidano, salva la possibilità di presentare ricorsi contro tale decisione all’autorità giudiziaria, in conformità alle leggi ed alle procedure applicabili, che tale separazione risulti necessaria nell’interesse superiore del fanciullo. Una decisione in tal senso può risultare necessaria in casi particolari, quali quelli in cui si verifichino episodi di maltrattamento o di negligenza da parte di genitori nei confronti del fanciullo o qualora, i genitori vivano separati, sia necessario fissare il luogo e la residenza del fanciullo.
In qualsiasi procedimento relativo ai casi previsti nel paragrafo 1, tutte le parti interessate devono avere la possibilità di partecipare al dibattimento e di esporre le loro ragioni.
Gli Stati parti debbano rispettare il diritto del fanciullo separato da entrambi i genitori o da uno di essi di mantenere relazioni personali e contatti diretti in modo regolare con entrambi i genitori, salvo quando ciò sia contrario all’interesse superiore del fanciullo.
Allorquando tale separazione consegua da misure adottate da uno Stato parte, quali la detenzione, la reclusione, l’esilio, la deportazione o la morte (inclusa la morte per qualsiasi causa sopravvenuta nel corso della detenzione) di entrambi i genitori o di uno di essi, o del fanciullo, tale Stato parte, su richiesta, fornirà ai genitori, al fanciullo o, all’occorrenza, ad un altro membro della famiglia, le informazioni essenziali relative al luogo in cui si trovino il membro o i membri della famiglia, a meno che la divulgazione di queste informazioni non risulti pregiudizievole al benessere del fanciullo. Gli Stati parti devono accertarsi inoltre che la presentazione di tale domanda non comporti di per sé alcuna conseguenza negativa per la persona o le persone interessate.
Articolo 10) In conformità all’obbligo che incombe agli Stati parti in virtù del paragrafo 1 dell’articolo 9, qualunque richiesta presentata da un fanciullo o dai suoi genitori di entrare in uno Stato parte o di lasciarlo ai fini della riunificazione della famiglia verrà presa in esame dagli Stati parti in modo favorevole, con spirito umanitario, e sollecitudine. Gli Stati parti si accerteranno inoltre che la presentazione di tale domanda non comporti conseguenze negative per i richiedenti ed i membri della loro famiglia.
Un fanciullo i cui genitori risiedano in Stati diversi deve avere il diritto di mantenere, salvo circostanze eccezionali, relazioni personali e contatti diretti regolari con entrambi i genitori. A tal fine e in conformità all’obbligo che incombe agli Stati parti in virtù del paragrafo 1 dell’articolo 9, gli Stati parti s’impegnano a rispettare il diritto del fanciullo o dei suo genitori di lasciare qualsiasi paese compreso il proprio, e di far ritorno nel proprio paese. Il diritto di lasciare qualsiasi paese può essere oggetto esclusivamente alle restrizioni previste dalla legge, che risultino necessarie per proteggere la sicurezza nazionale, l’ordine pubblico. la salute o la moralità pubblica, o i diritti e le libertà altrui, e che risultino compatibili con gli altri diritti riconosciuti nella presente Convenzione.
Articolo 11) Gli Stati parti devono adottare le misure appropriate per lottare contro i trasferimenti illeciti all’ estero di fanciulli ed il loro mancato rientro (nei paesi d’ origine).
A tal fine gli Stati parti promuoveranno la conclusione di accordi bilaterali o multilaterali o l’ adesione agli accordi esistenti.
Articolo 12) Gli Stati parti devono assicurare al fanciullo capace di formarsi una propria opinione il diritto di esprimerla liberamente ed in qualsiasi materia, dando alle opinioni del fanciullo il giusto peso in relazione alla sua età ed al suo grado di maturità.
A tal fine, verrà in particolare offerta al fanciullo la possibilità di essere ascoltato in qualunque procedimento giudiziario o amministrativo che lo riguardi, sia direttamente, sia tramite un rappresentante o un’apposita istituzione, in conformità con le regole di procedura della legislazione nazionale.
Articolo 13) Il fanciullo ha diritto alla libertà di espressione Questo diritto comprende la libertà di ricercare, ricevere e diffondere informazioni e idee di ogni genere, a prescinderne dalle frontiere, sia verbalmente che per iscritto o a mezzo stampa o in forma artistica o mediante qualsiasi altro mezzo scelto dal fanciullo.
L’esercizio di questo diritto può essere sottoposto a talune restrizioni che però siano soltanto quelle previste dalla legge e quelle necessarie:
– al rispetto dei diritti e della reputazione altrui;
– alla salvaguardia della sicurezza nazionale o dell’ordine pubblico, della salute o della moralità pubblica.
Articolo 14) Gli Stati parti devono rispettare il diritto del fanciullo alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione
Gli Stati parti devono rispettare il diritto e il dovere dei genitori o alla occorrenza, dei tutori, di guidare il fanciullo nell’esercizio del diritto sopramenzionato in modo consono alle sue capacità evolutive.
La libertà di manifestare la propria religione o le proprie convinzioni può essere sottoposta solo a quelle limitazioni di legge necessarie a proteggere l’ordine pubblico, la sicurezza, la salute e la moralità pubblica e le libertà ed i diritti fondamentali altrui.
Articolo 15) Gli Stati parti riconoscono i diritti del fanciullo alla libertà di associazione e alla libertà di riunione pacifica.
L’esercizio di questi diritti non può essere sottoposto a restrizioni di sorta, salvo quelle previste dalla legge e che risultino necessarie in una società democratica. nell’interesse della sicurezza nazionale, della sicurezza pubblica o dell’ ordine pubblico, o per proteggere la salute o la moralità pubblica, o i diritti e le libertà altrui.
Articolo 16) Nessun fanciullo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie o illegali nella sua vita privata, nella sua famiglia nella sua casa o nella sua corrispondenza, né a lesioni illecite del suo onore e della sua reputazione.
Ogni fanciullo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o atteggiamenti lesivi.
Articolo 17) Gli Stati parti riconoscono l’importante funzione svolta dai mass-media e devono assicurare che il fanciullo abbia accesso a informazioni e a programmi provenienti da diverse fonti nazionali ed intenzionali in particolare a quelli che mirano a promuovere i suo benessere sociale, spirituale e morale nonché la sua salute fisica e mentale. A tal fine, gli Stati parti devono:
– incoraggiare i mass media a diffondere un’ informazione e programmi che presentino un’utilità sociale e culturale per il fanciullo e che risulti no conformi allo spirito dell’articolo 29;
– incoraggiare la cooperazione internazionale allo scopo di promuovere la produzione, lo scambio e la diffusione di un’informazione e di programmi di questa natura provenienti da diverse Fonti culturali nazionali ed internazionali;
– incoraggiare la produzione e la diffusione di libri per ragazzi;
– incoraggiare i mass media a prestare particolare attenzione ai bisogni linguistici dei bambini autoctoni o appartenenti a minoranze;
– promuovere I’ elaborazione di appropriati principi direttivi destinati a tutelare il fanciullo contro l’informazione ed i programmi che nuocciano al suo benessere, tenuto conto delle disposizioni degli articoli 13 e 18.
Articolo 18) Gli Stati parti si devono adoperare al massimo per garantire il riconoscimento del principio secondo cui entrambi i genitori hanno comuni responsabilità in ordine all’allevamento ed allo sviluppo del bambino. La responsabilità di allevare il fanciullo e di garantire il suo sviluppo incombe in primo luogo ai genitori o, all’occorrenza ai tutori Nell’assolvimento del loro compito essi debbono venire innanzitutto guidati dall’interesse superiore del fanciullo.
Al fine di garantire e di promuovere i diritti enunciati nella presente Convenzione gli Stati parti devono fornire un’assistenza adeguata ai genitori o ai tutori legali nell’adempimento delle loro responsabilità in materia di allevamento del fanciullo e devono assicurare lo sviluppo di istituzioni e servizi per l’assistenza all’infanzia.
Gli Stati parti devono adottare appropriate misure per assicurare che i fanciulli i cui genitori svolgano un’attività lavorativa abbiano il diritto di beneficiare di servizi e di strutture destinati alla vigilanza dell’infanzia, se in possesso degli appositi requisiti per usufruirne.
Articolo 19) Gli Stati parti adotteranno ogni misura appropriata di natura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per proteggere il fanciullo contro qualsiasi forma di violenza, danno o brutalità fisica o mentale, abbandono o negligenza, maltrattamento o sfruttamento, inclusa la violenza sessuale, mentre è sotto la tutela dei suoi genitori, o di uno di essi, del tutore o dei tutori o di chiunque altro se ne prenda cura.
Tali misure protettive comprenderanno, all’occorrenza procedure efficaci per l’istituzione di programmi sociali miranti a fornire l’appoggio necessario al fanciullo ed a coloro ai quali è affidato, nonché per altre forme di prevenzione e ai fini di identificazione, di rapporto, di ricorso, d’inchiesta, di trattamenti e di procedimenti nei casi di maltrattamento del fanciullo di cui sopra, e potranno altresì comprendere procedure d’intervento giudiziario.
Articolo 20) Un fanciullo che venga privato, permanentemente o temporaneamente del suo ambiente familiare o che nel suo proprio interesse non possa essere lasciato in tale ambiente. Avrà diritto a speciale protezione e assistenza da parte dello Stato.
Gli Stati parti debbono garantire a tale fanciullo una forma dl cura ed assistenza alternativa in conformità alla loro legislazione nazionale.
Tale assistenza alternativa può comprendere. tra l’altro. L’affidamento la “kafala ” prevista dalla legge islamica, l’ adozione o, in caso di necessità, la sistemazione in idonee istituzioni per l’infanzia. Nella scelta di queste soluzioni, si terrà debito conto della necessità di garantire una certa continuità nell’educazione del fanciullo, nonché della sua origine etnica, religiosa, culturale e linguistica.
Articolo 21) Gli Stati parti che riconoscono e/o autorizzano il sistema dell’adozione devono accertarsi che l’interesse superiore del fanciullo costituisca la principale preoccupazione in materia e devono:
– assicurare che l’adozione del bambino venga autorizzata solo dalle autorità competenti che verifichino in conformità alla legge ed alle procedure applicabili e sulla base di tutte le informazioni pertinenti ed attendibili che l’adozione possa aver luogo tenuto conto della situazione del fanciullo rispetto ai genitori, ai parenti ed ai tutori e che, all’occorrenza le persone interessate abbiano dato il loro assenso consapevole all’adozione, dopo essersi avvalse delle consultazioni e consigli necessari in materia;
– riconoscere che l’adozione in un altro paese può essere considerato un mezzo alternativo di assistenza al fanciullo, qualora questi non possa trovare accoglienza in una famiglia affidataria o adottiva nel proprio paese d’origine, o non possa trovare nel suddetto paese un’altra soddisfacente sistemazione;
– assicurare, in caso di adozione h1 altro paese che il fanciullo fruisca di misure di tutela e di condizioni equivalenti a quelle esistenti nel caso di adozione a livello nazionale;
– prendere tutte le debite misure atte a garantire che, nell’ adozione in un altro paese, la sistemazione del fanciullo non comporti un lucro finanziario illecito per quanti vi siano implicati;
– perseguire gli obiettivi del presente articolo attraverso la stipula di accordi bilaterali o multilaterali e compiere ogni sforzo in questo contesto per garantire che la sistemazione del fanciullo in un altro paese venga seguila dalle autorità o dagli organi competenti.
Articolo 22) Gli Stati parti devono prendere appropriate misure per garantire al fanciullo che cerchi di ottenere lo status di rifugiato o che sia considerato rifugiato in virtù delle leggi e procedure internazionali o interne, che sia solo o accompagnato dai genitori o da qualsiasi altra persona la fruizione di un’adeguata protezione ed assistenza umanitaria per consentirgli strumenti internazionali relativi ai diritti umani o di carattere umanitario, di cui i suddetti Stati siano parti.
A tal fine gli Stati parti devono fornire la cooperazione, che riterranno necessaria, ad ogni sforzo compiuto dalle Nazioni Unite e dalle altre organizzazioni intergovernative e non governative competenti che collaborano con I’ Organizzazione delle Nazioni Unite per proteggere ed aiutare i fanciulli che si trovino in simili condizioni e per rintracciare i genitori o altri membri della famiglia di qualsiasi bambino rifugiato al fine di ottenere le informazioni necessarie alla riunificazione della famiglia. Nei casi in cui non vengano ritrovati ne i genitori né alcun altro membro della famiglia, deve essere accordata al fanciullo, in base ai principi enunciati nella presente Convenzione, la stessa protezione di cui fruisca qualunque fanciullo privato per qualsiasi ragione temporaneamente o permanentemente dell’ambiente familiare.
Articolo 23) Gli Stati parti riconoscono che un fanciullo fisicamente o mentalmente disabile deve godere di una vita soddisfacente che garantisca la sua dignità, che promuova la sua autonomia e faciliti la sua partecipazione attiva alla vita della comunità.
Gli Stati parti riconoscono al fanciullo disabile cure speciali ed incoraggeranno e garantiranno la concessione, nella misura delle risorse disponibili, ai fanciulli disabili in possesso degli appositi requisiti ed a quanti se ne prendano cura, dell’assistenza di cui sia stata fatta richiesta e che risulti adeguata alle condizioni del fanciullo ed alle specifiche condizioni dei genitori o di altri che si prendano cura di lui.
In relazione ai particolari bisogni di un fanciullo disabile, I’ assistenza fornita in conformità al paragrafo 2 sarà gratuita. ogni qualvolta risulti possibile, tenuto conto delle risorse finanziarie dei genitori o di quanti abbiano cura del fanciullo, e sarà intesa ad assicurare che il fanciullo disabile possa efficacemente disporre ed usufruire di istruzione, addestramento, cure sanitarie, servizi di riabilitazione, preparazione ad un impiego ed occasioni di svago tendenti a far raggiungere al fanciullo l’integrazione sociale e lo sviluppo individuale più completo possibile, ha incluso lo sviluppo culturale e spirituale.
Gli Stati parti devono promuovere nello spirito della cooperazione internazionale lo scambio di informazioni adeguate nel campo delle cure sanitarie preventive, del trattamento medio, psicologico e funzionale del fanciullo disabile tra cui la diffusione di informazioni concernenti i metodi di riabilitazione ed i servizi di formazione professionale, nonché l’accesso a questi dati, allo scopo di consentire agli Stati parti di migliorare le loro capacità e competenze e di ampliare la loro esperienza in questi settori A questo proposito, particolare attenzione sarà rivolta alle esigenze dei paesi in via di sviluppo.
Articolo 24) Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo al godimento dei più alti livelli raggiungibili di salute fisica e mentale e alla fruizione di cure mediche riabilitative. Gli Stati parti devono sforzarsi di garantire che il fanciullo non sia privato del diritto di beneficiare di tali servizi.
Gli Stati parti si sforzano di perseguire la piena situazione di questo diritto ed in particolare devono prendere misure appropriate per:
– ridurre il tasso di mortalità neonata ed infantile;
– garantire a tutti i bambini la necessaria assistenza e cure mediche. con particolare riguardo allo sviluppo ed ai servizi sanitari di base;
– combattere le malattie e la malnutrizione nel quadro delle cure mediche di base mediante, tra l’altro, l’utilizzo di tecniche prontamente disponibili e la fornitura di adeguati alimenti nutritivi e di acqua potabile, tenuto conto dei dischi di inquinamento ambientale;
– garantire appropriate cure mediche alle madri in stato di gravidanza;
– garantire che tutti i membri della società in particolare i genitori ed i fanciulli, siano informati sull’uso di conoscenze di base circa la salute e la nutrizione infantile, i vantaggi dell’allattamento materno, l’igiene personale ed ambientale, la prevenzione degli incidenti, e beneficino di un aiuto che consenta loro di avvalersi di queste informazioni;
– sviluppare la medicina preventiva, l’educazione dei genitori e l’informazione ed i servizi in materia di pianificazione familiare.
Gli Stati parti devono prendere tutte le misure efficaci ed appropriate per abolire le pratiche tradizionali che possono risultare pregiudizievoli alla salute dei fanciulli.
Gli Stati parti s’impegnano a promuovere ed ad incoraggiare la cooperazione internazionale allo scopo di garantire progressivamente la piena realizzazione del diritto riconosciuto in questo articolo. A questo proposito i bisogni dei paesi in via di sviluppo saranno tenuti in particolare considerazione.
Articolo 25) Gli Stati parti riconoscono al fanciullo sottoposto dalle autorità competenti a cure, prevenzione o trattamento fisico o mentale, il diritto ad un riesame periodico di tale trattamento e di qualsiasi altra circostanza relativa alla sua sistemazione.
Articolo 26) Gli Stati parti riconoscono ad ogni fanciullo il diritto di beneficiare della sicurezza sociale, nonché delle assicurazioni sociali, e devono prendere misure necessarie perché questo diritto venga pienamente realizzato in conformità alla loro legislazione interna.
Tali prestazioni dovrebbero essere garantite, quando il caso lo richieda, tenuto conto delle risorse e delle specifiche condizioni del fanciullo e delle persone responsabili del suo mantenimento nonché di ogni altra considerazione pertinente in materia per quanto concerne la richiesta di prestazioni fatte dal fanciullo o a suo nome.
Articolo 27) Gli Stati parti riconoscono il diritto di ogni fanciullo ad un livello di vita sufficiente atto a garantire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale.
I genitori o le altre persone aventi cura del fanciullo hanno primariamente la responsabilità d assicurale, nei limiti delle loro possibilità e delle loro disponibilità finanziarie, le condizioni di vita necessarie allo sviluppo del fanciullo.
Gli Stati parti, sulla base delle condizioni nazionali e dei loro mezzi, devono prendere le misure opportune per assistere i genitori del fanciullo o chi ne sia responsabile nell’attuazione di questo diritto e, in caso di necessità, devono fornire un’assistenza materiale e programmi di supporto in particolare per quel che riguarda la nutrizione, il vestiario e l’alloggio.
Gli Stati parti adotteranno appropriate misure al fine di assicurarsi della possibilità di garantire il sostentamento del fanciullo da parte dei genitori o di altre persone aventi una responsabilità finanziaria a tale riguardo, sia sul proprio territorio che all’estero. In particolare, allorquando la persona avente una responsabilità finanziaria nei confronti del fanciullo viva in un paese diverso, gli Stati parti promuoveranno il ricorso ad accordi internazionali nonché la stipula di trattati in materia e l’adozione di altri appropriati strumenti.
Articolo 28) Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo ad avere un’educazione e, nell’ottica della progressiva piena realizzazione di tale diritto e sulla base di eguali opportunità, devono in particolare:
– rendere l’istruzione primaria gratuita ed obbligatoria per tutti;
– promuovere lo sviluppo di varie forme di istruzione secondaria sia generale che professionale, renderle utilizzabili ed accessibili a tutti i fanciulli, e adottare misure appropriate quali l’introduzione della gratuità dell’insegnamento e l’offerta di un’assistenza finanziaria nei casi di necessità:
– rendere l’istruzione superiore accessibile a tutti sulla base delle capacità, con ogni mezzo appropriato;
– rendere l’informazione educativa e l’orientamento professionale disponibile ed alla portata di tutti i fanciulli;
– prendere provvedimenti atti ad incoraggiare la regolare frequenza scolastica e la riduzione dei tassi di abbandono.
Gli Stati parti devono prendere ogni misura appropriata per assicurare che la disciplina scolastica venga impartita rispettando la dignità umana del fanciullo ed in conformità alla presente Convenzione.

Gli Stati parti devono promuovere e favorire la cooperazione internazionale in materia di educazione, in particolare al fine di contribuire all’eliminazione dell’ignoranza e dell’analfabetismo nel mondo intero e facilitando l’accesso alle conoscenze scientifiche e tecniche ed ai metodi di insegnamento. A questo proposito i bisogni dei paesi in via di sviluppo devono essere tenuti in particolare considerazione.
Articolo 29) Gli Stati parti concordano sul fatto che I’ educazione del fanciullo deve tendere a:
– promuovere lo sviluppo della personalità del fanciullo, dei suoi talenti, delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutto l’arco delle sue potenzialità;
– inculcare nel fanciullo il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e dei principi enunciati nello Statuto delle Nazioni Unite;
– inculcare al fanciullo il rispetto dei genitori della sua identità della sua lingua e dei suoi valori culturali, nonché il rispetto dei valori nazionali del paese in cui vive, del paese di cui è originario e delle civiltà diverse dalla propria;
– preparare il fanciullo ad assumere le responsabilità della vita in una società libera in uno spirito di comprensione di pace di tolleranza di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti popoli, gruppi etnici, nazionali e religiosi e persone di origine autoctona;
– inculcare nel fanciullo il rispetto per l’ambiente naturale.
Nessuna disposizione del presente articolo o dell’articolo 28 deve essere interpretata quale interferenza nella libertà degli individui e degli enti di creare e dirigere istituzioni educative, a condizione che i principi enunciati nel paragrafo 1 del presente articolo siano rispettati e che l’istruzione impartita in tali istituti risulti conforme alle norme minime prescritte dallo Stato.
Articolo 30) Negli Stati in cui esistano minoranze etniche. religiose o linguistiche o persone di origine autoctona, il fanciullo che appartenga ad una di queste minoranze o che sia autoctono non deve essere privato del diritto di avere la propria vita culturale, di professare o praticare la religione o di avvalersi della propria lingua in comune con gli altri membri del suo gruppo.
Articolo 31) Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed allo svago, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età, ed a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica.
Gli Stati parti devono rispettare e promuovere il diritto del fanciullo a partecipare pienamente alla vita culturale ed artistica ed incoraggiano l’organizzazione di adeguate attività di natura ricreativa, artistica e culturale in condizioni di uguaglianza.
Articolo 32) Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo ad essere protetto contro lo sfruttamento economico e qualsiasi tipo di lavoro rischioso o che interferisca con la sua educazione o che sia nocivo per la sua salute o per il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale.
Gli Stati parti devono prendere misure di natura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per garantire l’applicazione di questo articolo A tal fine, e tenuto conto delle disposizioni pertinenti di altri strumenti internazionali, gli Stati parti devono in particolare:
– fissare l’età minima per essere ammessi ad un impiego;
– stabilire un’appropriata disciplina in materia di orario e di condizioni di lavoro;
– stabilire pene o altre sanzioni adeguate per garantire l’effettiva applicazione di questo articolo che l’istruzione istruzione impartita in tali istituti risulti conforme alle norme minime prescritte dallo Stato.
Articolo 33) Gli Stati parti devono adottare ogni appropriata misura di carattere legislativo, amministrativo, sociale ed educativo, per proteggere i fanciulli contro l’uso illecito di stupefacenti e di sostanze psicotrope, quali risultano definite nelle convenzioni internazionali, e per prevenire l’impiego di bambini nella produzione illegale e nel traffico di tali sostanze
Articolo 34) Gli Stati parti s’impegnano a proteggere il fanciullo contro ogni forma di sfruttamento sessuale e violenza sessuale A tal fine gli Stati parti devono prendere in particolare ogni misura adeguata su piano nazionale, bilaterale e multilaterale, per prevenire:
– l’induzione o la coercizione di un fanciullo per coinvolgerlo in attività
– lo sfruttamento dei fanciulli nella prostituzione o in altre pratiche sessuali illecite;
– lo sfruttamento dei fanciulli in spettacoli e materiali pornografici.
Articolo 35) Gli Stati parti devono prendere ogni misura appropriata su piano nazionale, bilaterale e multilaterale per prevenire il rapimento, la vendita o il traffico di fanciulli a qualsiasi fine o sotto qualunque forma.
Articolo 36) Gli Stati parti devono proteggere il fanciullo contro ogni forma di sfruttamento pregiudizievole a qualsiasi aspetto del suo benessere.
Articolo 37) Gli Stati parti s’impegnano a garantire che:
– nessun fanciullo sia soggetto a tortura o a trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti; né la pena capitale, né l’ergastolo senza possibilità di liberazione debbano venire irrogate per reati commessi da persone in età inferiore ai 18 anni;
– nessun fanciullo debba essere privato della sua libertà illegalmente o arbitrariamente l’arresto, la detenzione o l’imprigionamento di un fanciullo devono venire utilizzati esclusivamente come misura estrema, e per il periodo più breve possibile;
– qualsiasi fanciullo privato delta libertà debba essere trattato con umanità e rispetto per la dignità umana, e secondo modalità che tengano conto delle persone della sua età. In particolare qualsiasi fanciullo privato della libertà deve essere detenuto separato dagli adulti, a meno che la soluzione contraria non sia considerata preferibile nell’interesse superiore del fanciullo, e deve avere il diritto di mantenere i contatti con la propria famiglia attraverso la corrispondenza e visite, salvo circostanze particolari;
– qualsiasi fanciullo privato della libertà debba avere il diritto di potersi prontamente avvalere dell’assistenza legate o di qualsiasi altra natura, nonché del diritto di contestare la legittimità di tale privazione di libertà davanti ad un tribunale o un’altra autorità competente, indipendente e imparziale, e il diritto ad una rapida decisione sul suo caso.
Articolo 38) Gli Stati parti s impegnano a rispettare ed a garantire il rispetto delle norme di diritto internazionale umanitario applicabili nei casi di conflitto armato e la cui tutela si estenda ai fanciulli.
Gli Stati parti devono adottare ogni possibile misura per garantire che nessuna persona in età inferiore ai 15 anni prenda direttamente parte alle ostilità.
Gli Stati parti devono astenersi dal reclutare nelle forze armate qualsiasi persona che abbia compiuto il 15mo anno di età ma non ancora il 18mo, gli Stati parti si sforzeranno d dare la precedenza ai p ù anziani.
In conformità all’obbligo che loro incombe in virtù del diritto internazionale, di proteggere la popolazione civile durante i conflitti armati, gli Stati parti devono prendere ogni possibile misura per garantire cura e protezione ai fanciulli colpiti da un conflitto armato.
Articolo 39) Gli Stati parti adotteranno ogni appropriata misura al fine di assicurare il recupero tisico e psicologico ed il reinserimento sociale di un fanciullo vittima di qualsiasi forma di negligenza di sfruttamento o di sevizie, di tortura o di qualsiasi altra forma di trattamento o punizione crudele. inumana o degradante, o di conflitto armato tale recupero e reinserimento avrà luogo in un ambiente che favorisca la salute, il rispetto di sé e la dignità del fanciullo
Articolo 40) Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo accusato e riconosciuto colpevole di aver violato la legge penale ad essere trattato in un modo che risulti atto a promuovere il suo senso di dignità e valore, che rafforzi il suo rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali altrui. e che tenga conto della sua età, nonché dell’esigenza di facilitare il suo reinserimento nella società e di fargli assumere un ruolo costruttivo in seno a quest’ultima.
A tal fine, e tenuto conto delle pertinenti disposizioni degli strumenti internazionali, gli Stati parti devono garantire in particolare che:
– nessun fanciullo sia perseguito, accusato o riconosciuto colpevole di aver infranto la legge penale a causa di atti o omissioni che non siano proibiti dal diritto nazionale o internazionale nel momento in cui furono commessi;
– qualsiasi fanciullo sospetto o accusato di aver infranto la legge abbia almeno le seguenti garanzie:
essere considerato innocente fino a che la sua colpevolezza non sia stata legalmente provata;
essere sollecitamente e direttamente informato delle accuse a suo carico, o all’occorrenza, tramite i suoi genitori o tutori, ed avere l’assistenza legale o di altra natura nella preparazione e presentazione della sua difesa;
avere la propria causa istruita senza indugi da un organo giudiziario o da un’autorità competente, indipendente e imparziale in un’udienza equa e conforme alla legge, in presenza del legale o con altra adeguata assistenza, a meno che ciò non sia considerato Contrario all’interesse superiore del fanciullo, ed in particolare in ragione della sua età o condizione, nonché di quella dei suoi genitori o tutori;
non essere obbligato a testimoniare o a confessarsi colpevole inter rogare o far interrogare i testimoni a carico, ed ottenere la comparizione e la deposizione dei testimoni a discarico, in condizioni di uguaglianza;
se considerato colpevole di aver infranto la legge penale, presenta re appello contro tale pronunciamento e qualsiasi provvedimento ad esso conseguente presso un’istanza giuridica o a un’attività competente, indipendente e imparziale di grado più elevato, come stabilito dalla legge;
avvalersi dell’assistenza gratuita di un interprete, qualora non sia in grado di parlare o di comprendere la lingua utilizzata;
avere il pieno rispetto della sua “privacy” in tutte le fasi del procedimento.
Gli Stati parti devono cercare di promuovere l’adozione di leggi procedure, l’insediamento di autorità e di istituzioni riguardanti in modo specifico i fanciulli perseguiti o accusati o riconosciuti colpevoli di aver infranto la legge penale, e in particolare s’impegneranno a:
– fissare un’età minima al di sotto della quale i fanciulli devono essere considerati non capaci di infrangere la legge penale;
– adottare misure, ogniqualvolta risulti possibile ed auspicabile per trattare i casi di tali fanciulli senza far ricorso a procedimenti giudiziari, a condizione che il diritto umano e le garanzie legali siano pienamente rispettati.
Saranno previste norme relative alla tutela, all’orientamento e alla supervisione, alla consulenza, all’affidamento familiare, a programmi di formazione educativa generale, professionale nonché a soluzioni alternative al trattamento istituzionale, al fine di garantire che i fanciulli vengano trattati in modo adeguato al loro benessere e proporzionato sia alla loro specifica condizione sia al reato commesso.
Articolo 41) Nessuna disposizione di questa Convenzione pregiudicherà il dettato di qualsiasi normativa che risulti più favorevole alla realizzazione dei diritti del fanciullo e che sia contenuta:
– nella legislazione di uno Stato parte, oppure
– nel diritto internazionale in vigore in quello Stato.

Parte seconda
Articolo 42) Gli Stati parti si impegnano a far conoscere diffusamente i principi e le norme della Convenzione, in modo attivo ed adeguato, tanto agli adulti quanto ai fanciulli.
Articolo 43) Al fine di esaminare i progressi compiuti dagli Stati parti nella realizzazione degli obblighi da essi contratti in virtù della presente Convenzione, sarà istituito un Comitato sui diritti del fanciullo, che svolgerà le funzioni qui sotto indicate.
Il Comitato sarà composto di 10 esperti di alta qualità morale e riconosciuta competenza nel campo disciplinato dalla presente Convenzione. I membri del Comitato saranno eletti dagli Stati parti tra i loro cittadini ed agiranno a titolo personale, tenuto conto di un’equa ripartizione geografica nonché dei principali ordinamenti giuridici.
I membri del Comitato saranno eletti a scrutinio segreto sulla base di una lista di persone designate dagli Stati parti Ciascuno Stato parte può designare una persona tra i suoi cittadini.
La prima elezione dei membri del Comitato avrà luogo non oltre 6 mesi a partire dalla data di entrata in vigore della presente Convenzione e successivamente ogni due anni. Almeno quattro mesi dalla data di ciascuna elezione, il Segretario generale delle Nazioni Unite invierà una lettera agli Stati parti con l’invito a sottoporgli i rispettivi nominativi entro due mesi. Il Segretario generale preparerà quindi una lista in ordine alfabetico delle persone designate con l’indicazione degli Stati parti che le hanno designate e la sottoporrà agli Stati parti della Convenzione.
L’elezione sarà effettuata nel corso di una riunione degli Stati parti convocata dal Segretario generale nella sede delle Nazioni Unite. Alla riunione, per la validità della quale si richiede il quorum dei due terzi degli Stati parti, risulteranno elette quelle persone che avranno ottenuto il più alto numero di voti e la maggioranza assoluta dei rappresentanti degli Stati presenti e votanti.
I membri del Comitato saranno eletti per un periodo di quattro anni. Se vengono nuovamente designati, sono rieleggibili. Il mandato di cinque dei membri eletti alla prima elezione scadrà al termine di due anni; immediatamente dopo la prima elezione i nomi di questi cinque membri saranno sorteggiati dal Presidente della riunione.
In caso di morte di un membro del Comitato, o di sue dimissioni, o di suo impedimento ad assolvere il proprio compito per qualsiasi altro motivo, lo Stato parte che ha designato tale membro provvederà a designare un altra esperto tra i propri cittadini fino alla scadenza del rispettivo mandato, su approvazione del Comitato.
Il Comitato adotta il suo regolamento interno.
Il Comitato elegge il suo Ufficio per un periodo di due anni.

Le riunioni del Comitato si terranno normalmente presso la sede delle Nazioni Unite o in qualsiasi altro luogo appropriato deciso dal Comitato. Il Comitato terrà almeno una riunione l’anno. La durata delle sessioni del Comitato è fissata e modificata, se necessario, da una riunione degli Stati parti della presente Convenzione, previa approvazione dell’Assemblea generale.
10 bis. Il Segretario generale delle Nazioni Unite fornirà il personale necessario ed i locali atti ad assicurare l’efficace adempimento delle funzioni del Comitato ai sensi della presente Convenzione.
(Con l’approvazione dell’Assemblea generale, i membri del Comitato istituito ai sensi della presente Convenzione, riceveranno emolumenti prelevati sul bilancio delle Nazioni Unite nelle modalità ed alle condizioni stabilite dall’Assemblea generale) oppure (Gli Stati parti sono responsabili delle spese dei membri del Comitato nell’adempimento delle loro funzioni).
(Gli Stati parti prendono a loro carico le spese relative allo svolgimento delle riunioni degli Stati parti e del Comitato compreso il rimborso alle Nazioni Unite di ogni spesa, quale i costi del personale e dei locali, sostenuta dalle Nazioni Unite ai sensi del paragrafo 10 bis di questo articolo).
Articolo 44) Gli Stati parti s’impegnano a sottoporre al Comitato, tramite il Segretario generale delle Nazioni Unite, rapporto sulle misure da essi adottate per applicare i diritti riconosciuti nella presente Convenzione e sui progressi compiuti nella realizzazione di questi diritti:
– entro due anni dall’entrata in vigore della presente Convenzione per gli Stati parti interessati;
– successivamente ogni cinque anni.
I rapporti redatti in base a questo articolo indicheranno i fattori e le eventuali difficoltà che impediscano agli Stati parti di assolvere pienamente gli obblighi previsti nella presente Convenzione. I rapporti devono anche contenere informazioni sufficienti che consentano al Comitato di avere un’idea precisa in merito all’attuazione della Convenzione in quel paese.
Lo Stato parte che abbia presentato un rapporto iniziale completo non è tenuto nei successivi rapporti, trasmessi ai sensi del paragrafo l/b a ripetere le informazioni di base precedentemente fornite.
Il Comitato può richiedere agli Stati parti ogni ulteriore informazione relativa all’applicazione della Convenzione.
Il Comitato sottoporrà all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite il Consiglio economico e sociale, ogni due anni, rapporti sulle proprie attività.
Gli Stati parti s’impegneranno a garantire un’ampia diffusione ai loro rapporti nel proprio paese.
Articolo 45) Allo scopo di promuovere l’effettiva applicazione della Convenzione e di incoraggiare la cooperazione internazionale nel campo disciplinato della Convenzione medesima:
Le agenzie specializzate, I’UNICEF ed altri organismi delle Nazioni Unite hanno il diritto di farsi rappresentare in occasione dell’esame dell’applicazione delle disposizioni della presente Convenzione facenti capo al loro mandato. Il Comitato può invitare le agenzie specializzate, I’UNICEF e qualsiasi altro organismo competente che riterrà appropriato a fornire pareri sull’applicazione della Convenzione nei settori di rispettiva competenza. Esso può invitare le agenzie specializzate e l’UNICEF a sottoporgli apporti sull’applicazione della Convenzione nei settori di rispettiva competenza.
Il Comitato trasmette, se lo ritiene opportuno, alle agenzie specializzate, all’UNlCEF e ad altri organismi competenti qualsiasi rapporto degli Stati parti che contenga una richiesta o indichi un bisogno di consulenza o di assistenza tecnica sulla base delle osservazioni e dei suggerimenti del Comitato eventualmente espressi su questa richiesta o indicazioni;
Il Comitato può raccomandare all’Assemblea generale di chiedere al Segretario generale di intraprendere a suo nome studi su temi specifici relativi ai diritti del fanciullo;
Il Comitato può formulare suggerimenti e raccomandazioni in ordine generale basati sulle informazioni ricevute a norma degli articoli 44 e 45 della presente Convenzione Tali suggerimenti e raccomandazioni saranno trasmessi ad ogni Stato parte interessato e sottoposti all’attenzione dell’Assemblea generale unitamente agli eventuali commenti degli Stati parti.
Articolo 46) La presente Convenzione è aperta alla firma di tutti gli Stati.
Articolo 47) La presente Convenzione è soggetta a ratifica. Gli strumenti di ratifica saranno depositati presso il Segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite

Articolo 48) La presente Convenzione resterà aperta all’adesione di qualsiasi Stato Gli strumenti di adesione verranno depositati presso il Segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Articolo 49) La presente Convenzione entrerà in vigore trenta giorni dopo la data del deposito presso il Segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite del ventesimo strumento di ratifica o di adesione.
Per lo Stato che ratifichi la presente Convenzione o vi aderisca dopo il deposito del ventesimo strumento di ratifica o di adesione, la Convenzione entrerà in vigore trenta giorni dopo il deposito dello strumento di ratifica o di adesione da parte di tale Stato.
Articolo 50) Ogni Stato parte può proporre un emendamento e depositare il testo presso il Segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Il Segretario generale comunicherà te proposte di emendamento agli Stati parti chiedendo loro di informarlo se sono favorevoli alla convocazione di una conferenza degli Stati parti per esaminare dette proposte e metterle ai voti Qualora nei quattro mesi successivi alta data di tale comunicazione, almeno un terzo degli Stati parti si pronunci a favore di tale conferenza, il Segretario generate convocherà la conferenza sotto gli auspici delle Nazioni Unite Qualsiasi emendamento adottato dalla maggioranza degli Stati parti presenti e votanti alla conferenza verrà sottoposto all’approvazione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Qualsiasi emendamento adottato in conformità al paragrafo 1 di questo articolo entra in vigore una volta approvato dall’Assemblea ed accettato dalla maggioranza dei due terzi degli Stati parti della presente Convenzione.
Dopo la sua entrata in vigore, l’emendamento vincola quegli Stati che lo abbiano accettato, mentre gli altri Stati restano vincolati dalle disposizioni della Convenzione e da qualsiasi emendamento essi abbiano accettato.
Articolo 51) Il Segretario generale riceverà e comunicherà a tutti gli Stati il testo delle riserve apposte dagli Stati al momento della ratifica o dell’adesione.
Non sarà consentita una riserva incompatibile con l’oggetto e gli scopi della presente Convenzione.
Le riserve possono essere ritirate in qualsiasi momento mediante notifica indirizzata al Segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, che ne informerà gli Stati parti. Tale notifica avrà effetto alla data in cui sarà stata ricevuta dal Segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Articolo 52) Uno Stato parte può denunciare la presente Convenzione mediante notifica scritta al Segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. La denuncia avrà effetto un anno dopo la data in cui il Segretario generale ne avrà ricevuto la notifica
Articolo 53) Il Segretario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite è il depositario della Convenzione.

Articolo 54) La presente Convenzione, i cui testi in arabo, cinese, francese, inglese, russo e spagnolo fanno ugualmente fede, sarà depositata presso il Segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

L’Italia ha ratificato e reso esecutiva la Convenzione con la legge 27 maggio 1991 n. 176.
Tra gli effetti più significativi di questa ratifica vi è la creazione del «Centro di documentazione e di analisi per l’infanzia e l’adolescenza» (con sede a Firenze presso l’Istituto degli Innocenti), che ha il compito di individuare ed elaborare le informazioni riguardanti i vari aspetti della condizione di vita dei minori nel nostro Paese.

Ricordiamo anche la legge 285 del 27 agosto 1997: «Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza», che finanzia progetti e piani territoriali che localmente puntano a garantire a tutti i cittadini minorenni nuove e migliori opportunità di crescita e di sviluppo, a promuovere l’affidamento familiare e l’adozione, a prevenire la violenza e gli abusi o a recuperarne le vittime, a favorire l’integrazione dei minori disabili e stranieri, a sostenere i bambini ospedalizzati, quelli con genitori in carcere o sieropositivi.

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Sofrologia Caycediana: per combattere lo stress

Abbiamo scoperto un corso veramente interessante…

Un corso mirato per chi ha la necessità di fronteggiare in breve tempo lo stress accumulato nel quotidiano: sul lavoro, a casa, a causa di relazioni complicate e di situazioni stressanti che si trova a vivere.
Lo stress influisce sui nostri comportamenti rendendoli inadeguati, e quel che è peggio danneggia il nostro organismo: cominciamo a somatizzare le tensioni (mal di testa, mal di schiena, dolori di stomaco, insonnia etc.).
In 5 settimane con 5 incontri di circa un’ora impariamo una serie di tecniche sofrologiche, da ripetere a casa, che ci permettono di rilassarci e di percepire piano piano gli stimoli stressanti con meno intensità, di adeguare le nostre reazioni a quegli stimoli in modo per noi più funzionale. Diminuiscono così le reazioni organiche allo stress e cominciamo a vivere più tranquilli e con la mente più serena.

Per chi è consigliato?
Il corso è per tutti: per chi svolge professioni di responsabilità o lavori stressanti per intensità e durata, per le donne che lavorano sia in casa che fuori, per le mamme col carico della famiglia, per gli studenti stressati dagli esami, per chiunque voglia vivere più sereno e ottimista.

Quando?

Dal 26 ottobre, ogni sabato dalle 14,30 alle 15,30.

Il corso è diretto da EMI RAVAGNANI, Sofrologa.

Presso la palestra TOTAL TRAINING MILANO (Via Iglesias 37 Milano) tel. 02.36767698 – prenota,sono 5 incontri in 5 settimane.

Progetto musicale nella scuola dell’infanzia

Sonia Vettorato, pianista di formazione classica ( diplomata in conservatorio) e docente di pianoforte ci parla dell’importanza della musica nel mondo dell’infanzia.
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Perché un progetto musicale nella scuola dell’infanzia?
Sin dalla nascita la realtà sonora e la musica diventano parte integrante della vita del bambino.
Ancor prima che si stabiliscano i primi contatti con l’ambiente attraverso la vista e il tatto, al bambino giungono i suoni e i rumori della vita quotidiana: la voce di mamma, i rumori di casa, la televisione ecc.
A questo sfondo sonoro si aggiungono le prime canzoni e melodie che il bambino ascolta e che costituiscono un punto di partenza per lo sviluppo della sua sensibilità, del suo orecchio e della sua musicalità. Il bambino comincia ad esplorare le potenzialità sonore del corpo e degli oggetti, individuare il rapporto causale fonte sonore-suono codificare e decodificare i suoni attraverso il linguaggio mimico-gestuale colorico-pittorico, grafico, verbale.
Il suono come la forma, il colore, il tatto, il sapore, l’odore è una delle fonti primarie del conoscere e ancor prima di essere considerata essenziale allo sviluppo cognitivo, la musica fa parte del vissuto emotivo del bimbo.
E’ chiaro quindi che una buona educazione musicale gli permetterà di esprimere liberamente la ricchezza multiforme del suo mondo interiore e dare un volto ed una consistenza all’insieme delle stimolazioni acustiche e musicali a cui viene sottoposto ogni giorno.
Alla luce di queste premesse e in relazione ai programmi delle scuole materne, tale progetto è l’inizio di un percorso (che dovrebbe continuare per tutta la vita) che non vuole solo avviare il bambino al grande universo musicale, bensì contribuire con efficacia alla sua formazione e alla sua crescita globale.

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Perché l’educazione musicale è un valido strumento di crescita?
E’ ormai assodato che la musica influisce positivamente sulla formazione del cervello, accresce l’intelligenza, la sensibilità e il senso estetico del bambino.
Fare musica favorisce il coordinamento motorio, l’attenzione, la concentrazione, il ragionamento logico, la memoria, l’espressione di sé, il pensiero creativo.
Inoltre è un ottimo strumento di socializzazione, esperienza corale in cui vivere e liberare le proprie emozioni, ascoltare il proprio corpo e ciò che lo circonda, mettendo in gioco la personale capacità di improvvisare e usare l’immaginazione.

Perché proprio alla scuola materna?
L’età prescolare è la migliore per l’apprendimento della musica; è stato provato che in questo particolare momento della vita le potenzialità uditive sono massime; ogni linguaggio quindi, compreso quello musicale, viene appreso con estrema facilità e naturalezza.

PRINCIPALI AREE DI LAVORO
Si mira a sviluppare principalmente:
Le fondamentali capacità musicali 
– riconoscimento di suoni, senso della melodia, dell’armonia, del fraseggio, della qua-lità dei suoni;
– assimilazione degli elementi costitutivi della musica (ritmo,melodia, armonia, timbro, agogica, dinamica) attraverso l’uso della voce e degli strumenti ritmici.
Le basi dell’espressione musicale
– Pratica vocale, strumentale con strumenti a percussione, ritmica con il corpo ( danza, movimento sincronizzato, gesti-suono ) e con oggetti e strumenti musicali.
Il senso musicale
– Sperimentazione pratica della musica: permette al bambino di apprezzare e condidere questa gioia con il gruppo e aumenta la sua sensibilità nei confronti dell’espressione musicale ponendo le basi per ulteriori sviluppi come suonare uno strumento o creare musica.

Obbiettivo fondamentale
Sviluppare la sensibilità musicale del bambino, trasmettergli cioè le basi del linguaggio musicale attraverso una serie di attività allegre e stimolanti adatte alla sua età.

Obbiettivi specifici:
. sviluppo della sensibilità uditiva ( formazione dell’orecchio )
. sviluppo della voce ( canto e produzione di suoni e rumori )
. sviluppo del senso ritmico
. sviluppo delle capacità psicomotorie e di ordine mentale
. sviluppo della socialità e inserimento armonico nel gruppo
. assimilazione dei primi elementi di lettura ritmica e melodica
. sviluppo della capacità di espressione attraverso il linguaggio musicale
. sonorizzare racconti, esprimere con mimica e gesto motorio eventi musicali

Indicazioni didattiche e metodologiche.
Il programma di educazione musicale viene svolto nel corso dell’intero anno sco-lastico dall’esperto musicale coadiuvato dalle docenti delle cinque sezioni e dalla
responsabile del laboratorio. Tenuto conto del progetto educativo annuale dell’istituto e degli obbiettivi specifici, i docenti in team con l’operatore musicale decidono i contenuti del percorso, definendo argomenti, attività e materiali dello stesso. Il gioco costituisce la risorsa privilegiata di apprendimento: attraverso esso vengono proposte a rotazione attività di tipo pratico ed espressivo che hanno lo scopo di far sperimentare tutto ciò che alla musica è inerente: vocalità, movimento, gesto, scansione verbale, uso di strumenti, drammatizzazione, lettura e scrittura musicale
L’operatore musicale utilizza diverse metodologie in relazione alle attività e agli obbiettivi fissati; in particolare fa riferimento ai seguenti grandi didatti:
– Dalcroze per il movimento inteso come mezzo per vivere pienamente l’evento sonoro in tutte le sue qualità espressive;
– Orff per il far musica insieme e la produzione di eventi musicali con parola, musica, danza e l’uso di strumenti ritmici;
– Willems per l’educazione delle facoltà percettive;
– Kodali per la pratica del canto;
– Zucchini per l’espressione di sé e la socializzazione attraverso la musica;
– Rizzi e Pastormerlo per la lettura e la scrittura musicale.

Attività
Vengono scelte in modo da sviluppare un percorso didattico che inglobi il potenziale creativo e il bisogno di socializzazione dei bambini.
Si alternano velocemente ( circa cinque minuti ciascuna ) in ogni lezione e fanno sperimentare la musica in ogni suo aspetto.

Cantare
. canto di canzoni con testo verbale
. canto di canzoni con note musicali
. esercizi per lo sviluppo dell’orecchio
. sperimentazione di lettura cantata

Fare ritmo
. su canzoni
. su brani musicali ascoltati con impianto stereo
. su esercizi speciali ideati per quasta attività
. a imitazione con l’operatore
( si fa ritmo con il corpo, gesti-suono, strumentini

Danzare
. esecuzione di semplici coreografie su brani infantili
. gestualizzazione e mimo su canzoni e brani sinfonici ascoltati

Ascoltare
. eventi sonori naturali e artificiali
. esercizi-gioco che stimolano a riconoscere le caratteristiche del suono ( altezza, intensità, timbro, durata)
. esercizi-gioco che stimolano a riconoscere le caratteristiche dei brani ( tema,forma,strumenti, aspetto espressivo ecc.)
. ascolti guidata in forma di fiaba

Esprimere
. esprimere sé stessi e le proprie emozioni attraverso la musica
. sonorizzare racconti
. drammatizzare brani musicali
. interpretare con il corpo brani musicali
. esprimere le emozioni che l’ascolto di un brano suscita con vari linguaggi ( verbale, mimico, pittorico, gestuale )

Leggere e scrivere
. leggere le note e i ritmi contenuti nel testo di riferimento
. realizzare simpatiche attività scritte contenute nel testo relative in particolare alla scrittura dei simboli delle note sul pentagramma e a quelli di durata

Inventare
. dare spazio alla creatività dei bambini passando da attività guidate a semilibere: improvvisazioni melodiche, improvvisazioni ritmiche, attività motorie, attività mimiche.

Per saperne di più: http://www.ilgustodellamusica.it

Per i genitori: con le Regole ci vuole Saggezza e Perseveranza

Con i bambini ci vuole, oltre che tanta pazienza ed entusiasmo, perseveranza nel dire, ridire e ribadire le regole.
Perché? Perché i bambini e le bambine se le dimenticano troppo in fretta, le regole; e noi adulti, purtroppo, ci stanchiamo di ripeterle preferendo soprassedere.
Quante volte abbiamo detto a nostro figlio: «A tavola si sta seduti… Non si può volere ogni giorno un giocattolo nuovo… Non si getta la carta in terra…» e via discorrendo. Poi, però, quando nostro figlio si alza da tavola e noi, stanchi della giornata, facciamo finta di non vedere o quando fa i capricci davanti alla vetrina del giornalaio e non sappiamo più che pesci pigliare ci viene più facile accontentarlo. È vero, non è bello che nostro figlio pianga e si disperi davanti al giornalaio, tutta la gente poi si gira a guardare con quell’espressione interrogativa come se avessimo fatto chissà qual torto a quel ‘povero piccolo’ che proprio in quel momento si fa letteralmente trascinare via. Tuttavia, è qui che ci sbagliamo. Il bambino, anche se piccolo – soprattutto se piccolo -, capisce al volo quando un adulto è prossimo a cedere, ha un sento senso, e scatena tutte le sue armi più sofisticate per farvi impietosire; ne approfitta è ovvio, non facciamo così anche noi in certe circostanze? Davanti all’argomento REGOLE, alcuni potrebbero obiettare che inculchiamo ai nostri bambini troppe regole e che invece sarebbe meglio che i bambini crescessero liberi, senza alcuna regola. In un certo qual modo non hanno torto, costoro, uno psicologo diceva sempre a noi insegnanti che “il troppo e il niente danno lo stesso risultato”.
Ecco allora gli ingredienti necessari: saggezza nel discernere bene quali e quante regole dare al bambino e perseveranza nel mantenere fede a quelle regole, costi quel che costi.
Solo così faremo di quel bambino, bambina un adulto di spessore.
Sinforosa castoro

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IL SANGUE a cura di AVIS MONZA: Informazioni generali

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Il sangue, tessuto essenziale per la vita dell’uomo
Il sangue è l’intermediario indispensabile tra le cellule del nostro corpo e l’ambiente che ci circonda (ambiente in cui si trova anche il nostro nutrimento). Esso infatti reca alle cellule le sostanze alimentari e l’ossigeno, ed inoltre elimina le sostenza di rifiuto prodottesi nell’organismo. Circola in un sistema di canali o vasi, distini in arterie, vene e capillari, sospinto dal cuore, che funzione come una pompa aspirante e premente.
La scoperta della circolazione del sangue va attribuita ad un Italiano, Andrea Cesalpino di Arezzo.
Nel 1593 egli diede una completa descrizione della circolazione del sangue nelle arterie e nelle vene, dimostrando il loro collegamento con i capillari.
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La composizione del sangue
Il sangue è un tessuto composto per il 55% da una sostanza liquida chiamata plasma, e per il restante 45% da 3 specie di elementi cellulari:

  • i globuli rossi;
  • i globuli bianchi;
  • le piastrine.

Il sangue si distingue in Arterioso e Venoso; quello arterioso è di colore rosso vivo, quello venoso è di colore rosso cupo e carico di anidride carbonica.

ll plasma è prevalentemente formato da acqua che mantiene in soluzione proteine, sostanze minerali (di cui la principale è il cloruro di sodio) e sostanze ottenute dalla digestione degli alimenti. Esso contiene varie sostanza proteiche, fra le quali i fattori della coagulazione del sangue, come il Fattore VIII, il Fattore IX e il Fibrinogeno. Il plasma, grazie ai substrati che veicola, svolge varie ed importanti funzioni: raccoglie le sostanze di rifiuto, mantiene costante il volume del sangue, cede le sostanze nutritive ai tessuti, annienta gli agenti infettivi, organizza la coagulazione del sangue.

I globuli rossi. Nell’uomo sono da 4.500.000 a 5.800.000 per mm3 e nella donna da 4.000.000 a 5.200.000 per mm3. Dall’aria inalata nei polmoni assorbono l’ossigeno che trasportano in tutto il corpo cedendolo alle cellule, anche le più lontane; viceversa trasportano ai polmoni l’anidride carbonica, prodotta dall’attività delle cellule del corpo. I globuli rossi sono prodotti dal midollo rosso delle ossa: circa un trilione al giorno! Essi vivono mediamente 120 giorni. Quando diventano “vecchi” vengono distrutti nella milza e nel fegato. Il calo del loro numero o il venir meno di alcune loro componenti, quali il ferro, causa l’anemia.

I globuli bianchi. Sono da 4.500 a 10.500 per mm3, e appaiono al microscopio incolori e trasparenti. Hanno la proprietà di spostarsi, deformarsi, di attraversare le pareti dei capillari e di penetrare negli interstizi dei tessuti. Hanno il compito di assimilare e di distruggere i batteri o altri corpuscoli estranei e dannosi all’organismo.
Un particolare tipo di globuli bianchi, i linfociti, programmano la produzione e fabbricano direttamente gli anticorpi contro le malattie. Rappresentano quindi il il più valido mezzo di difesa dell’organismo contro virus e batteri. Vengono fabbricati dalla milza, dalle ghiandole linfatiche e dal midollo osseo. I globuli bianchi possono essere definiti la “polizia sanitaria” del nostro corpo.

Le piastrine. Sono dei frammenti di cellule prodotte dal midollo rosso delle ossa ed in media sono da 150.000 a 400.000 per mm3. Le piastrine hanno parte attiva nell’importante fenomeno della coagulazione del sangue in caso di ferite. Vivono pochi giorni, in media 10.

IL SANGUE a cura di AVIS MONZA: i gruppi sanguigni

 

I gruppi sanguigni
Dal XVI secolo in poi vennero compiuti molti studi sul sangue, anche perché quando si iniettava il sangue di un individuo sano in un individuo malato, si avevano molto frequentemente conseguenze mortali per quest’ultimo.

I tentativi di trasfusione sanguigna continuavano perchè  ancora non si sapeva che il sangue non è uguale per tutti gli uomini.

Nel 1901 il medico viennese Karl Landsteiner scoprì che sulla superficie dei globuli rossi umani sono presenti delle sostanze chiamate agglutinogeni e che nel plasma ci sono degli anticorpi chiamati agglutinine. Sulla base di queste scoperte il dottor Karl Landsteiner distinse nella specia umana tre gruppi sanguigni che vennero chiamati A, B, 0.
Nel 1902 i professori Von Decastello e Sturlo scoprirono il quarto gruppo, molto raro, che venne chiamato AB.

Solo allora si intuì la causa degli insuccessi del passato e solo da allora le trasfusioni sono diventate più sicure.

 

La determinazione del gruppo sanguigno
Il gruppo A comprende tutti gli individui che possiedono l’agglutinogeno A, il gruppo B gli individui che possiedono l’agglutinogeno B, il gruppo AB gli individui che possiedono sia l’agglutinogeno A che quello B.
Infine, il gruppo 0 comprende tutti gli individui che mancano di queste sostanze antigene, sia del tipo A che del tipo B.

Gli individui del gruppo A possono ricevere il sangue soltanto dagli individui dello stesso gruppo o del gruppo 0, gli individui del gruppo B possono ricevere sangue soltanto da quelli del gruppo B o del gruppo 0, gli individui del gruppo AB possono ricevere sangue da tutti i gruppi (0, A, B, AB).

 

Gli individui del gruppo 0 possono ricevere il sangue esclusivamente da individui del proprio gruppo, mentre possono donarlo anche a tutti gli altri gruppi.

In Italia la media di distribuzione dei gruppi negli individui è la seguente:
0: 40%
A: 36%
B: 17%
AB: 7%
con alcune differenze tra Nord, Centro e Sud.
Al Sud, in particolare, sono molto più presenti i gruppo B e AB rispetto al resto del Paese.

Il fattore RH
Mentre infuriava la seconda guerra mondiale i ricercatori Wiener e Landsteiner scoprirono un nuovo fattore responsabile di incidenti trasfusionali che si producevano soprattutto in soggetti che avevano subito più trasfusioni.

Questo fattore fu chiamato fattore Rh perché riconosciuto simile ad un antigene scoperto in una scimmia: il Macacus Rhesus.
I soggetti che possiedono questo fattore sono chiamati Rh positivi (Rh+), gli altri Rh negativi (Rh-).

In tutti i gruppo sanguigni ci sono individui con Rh+ e Rh-, così suddivisi:
Gruppo 0: Rh+ 79% Rh- 21%
Gruppo A: Rh+ 76% Rh- 24%
Gruppo B: Rh+ 89% Rh- 11%
Gruppo AB: Rh+ 97% Rh- 3%

IL SANGUE a cura di AVIS MONZA: la donazione di sangue

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I progressi della medicina e il miglioramento delle condizioni assistenziali fanno sì che in Italia e nel mondo ci sia sempre bisogno di molto sangue.
Nonostante numerosi tentativi, ad oggi non è possibile riprodurre in laboratorio del sangue “di sintesi”, per cui l’unica possibile fonte di approvvigionamento di sangue rimane l’essere umano. In Italia attualmente non siamo ancora all’autosufficienza per quanto riguarda la disponibilità di sangue e dei suoi derivati, dovendo quindi dipendere dalle importazioni dall’estero. Oltre al problema economico, non in tutti i paesi da cui importiamo sangue le regole ed i controlli sono così rigorosi e sicuri come quelli a cui si sottopongono tutti i donatori e tutte le unità di sangue raccolte in Italia.

Donare significa perciò contribuire al raggiungimento dell’autosufficienza, diminuire la dipendenza dall’estero, alzare il livello di sicurezza e di garanzia nei confronti di chi ha la necessità di ricevere il sangue e quindi, in definitiva, donare può senz’altro tradursi in un concreto contributo al salvataggio di una vita in pericolo.

CHI PUO’ DONARE IL SANGUE?
Possono donare il sangue tutte le persone sane di età compresa tra i 18 e i 65 anni e con un peso corporeo non inferiore a 50 kg.

Impedimento permanente alla donazione è causato da:
– malattie neoplastiche (tumori) maligni, tranne cancro “in situ” con guarigione completa;
– malattie autoimmuni;
– mallattie organiche del Sistema Nervoso Centrale;
– diabete;
– gravi malattie cardiovascolari: coronaropatie, angina pectoris, aritmie severe, accidenti cerebrovascolari, trombosi ricorrenti, sindrome di Wolfe-Parkinson-White;
– crisi di svenimenti e e/o convulsioni;
– coagulopatie accertate e tendenza anomala all’emorragia;
– affezioni gastrointestinali;
– affezioni gastrointestinali;
– affezioni epatiche;
– affezioni urogenitali;
– affezioni ematologiche;
– affezioni immunologiche;
– affezioni renali;
– affezioni metaboliche;
– affezioni respiratorie;
– storie di gravi e ripetute reazioni ai salassi;
– accessi venosi insufficienti;
– condizioni psichiche alterate;
– epatite B;
– epatite C;
– coinvolgimento per sospetta epatite post-trasfusionale;
– HIV 1-2;
– HTLV I/II;
– babesiosi;
– Kala Azar (Leishmaniosi viscerale);
– sifilide, granuloma inguinale, linfogranuloma venereo (fase acuta o pregresse);
– malattia di Chagas (Tripanosoma Cruzi);
– lebbra;
– encefalopatia spongiforme (BSE), ad es. malattia di Creutzfeldt-Jacob o nuova variante Creutzfeldt-Jacob;
– riceventi xenotrapiantati;
– soggiorno nel Regno Unito dal 1980 al 1996 per più di 6 mesi cumulativi, anche non consecutivi;
– stato di abbrezza alcolica, condizioni psichiche alterate;
– soggetto alcolista cronico (> 1 lt di vino o 200 ml di superalcolici al dì);
– uso abituale di sostanze farmacologiche o estratti ipofisari per via intramuscolare, endovena o tramite altri strumenti in grado di trasmettere gravi malattie infettive (sostanze stupefacenti, steroidio o ormoni a scopo di culturismo fisico);
– rapporti sessuali continuativi nel tempo (protetti o meno da profilattico) che espongano il donatore a contrarre malattie infettive trasmissibili con il sangue: con persone infette da HBV (se il donatore non è vaccinato), con persone HCV+ o HIV+, abitudine a rapporti occasionali con persone sconosciute, abitudine a rapporti con persone in cambio di denaro.

Ancora più numerosi sono i casi di sospensione temporanea.
Ricordiamo, tra gli altri:

– i viaggi in zone tropicali;
– l’assunzione di antinfiammatori non steiroidei (aspirina), antimicotici, antibiotici e antipetensivi;
– varie vaccinazioni (epatite, tetano, colera, influenza, rabbia, ecc.);
– cure odontostomatologiche;
– interventi di chirurgia;
– tatuaggi o body-piercing (compresa foratura orecchie);
– rapporti sessuali occasionali (protetti o meno con profilattico) con persone sconosciute;
– gravidanza.

Visita di idoneità Per conoscere tutta la casistica relativa alle sopensioni (compresi i periodi), qualsiasi ulteriori dettaglio e/o chiarimento (ad esempio le casistiche per le donazioni mirate e le aferesi) e sciogliere tutti i dubbi, si consiglia vivamente di rivolgersi presso la segreteria dell’AVIS Comunale di Monza.

IL SANGUE a cura di AVIS MONZA: il donatore

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L’aspirante donatore viene sottoposto ad una accurata visita medica e ad esami di laboratorio per accertarne l’idoneità o meno alla donazione di sangue.

Viene informato in modo approfondito sulle procedure di donazione ed una volta ottenuto il suo consenso può iniziare a donare.
E’ estremamente importante che il donatore sia in buona salute e non corra rischi di contrarre infezioni per sé e per gli ammalati che riceveranno il sangue donato.

Prima di ogni singola donazione il donatore dialoga con il medico circa il proprio stato di salute, esegue una visita di idoneità (proprio così: una visita per ogni donazione!), nel corso della quale vengono controllate, oltre all’emoglobina, anche la pressione arteriosa del sangue: la massima deve essere compresa tra 110 mmHg e 180 mmHg, la minima non deve essere superiore a 100 mmHg.

La rilevazione della pressione arteriosa Al donatore vengono prelevati di norma circa 450 gr. di sangue intero e tra una donazione e l’altra devono trascorrere almeno 3 mesi per gli uomini, sei mesi per le donne in età fertile.

Con la plasmaferesi possono essere donate quantità superiori di plasma (650 ml), poiché viene prelevata soltanto la parte liquidoproteica e vengono reinfuse le cellule.

Ad ogni donazione, sul sangue del donatore sono controllati vari parametri, tra cui:
– HIV (AIDS);
– HbsAg (epatite “B”);
– HCV (epatite “C”);
– Ricerca malattie veneree;
– GOT e GPT (eventuale sofferenza del fegato).

Periodicamente il donatore esegue esami completi del sangue tesi a verificare il permanere del suo buono stato di salute.

IL SANGUE a cura di AVIS MONZA:La trasfusione

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La trasfusione del sangue
Per trasfusione si intende l’immissione, a scopo terapeutico, di un certo quantitativo di sangue intero, di solo plasma o di altri emocomponenti nel sistema circolatorio di un malato.
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Con la scoperta dei gruppi sanguigni e del fattore Rh, sono stati praticamente eliminati i rischi dovuti all’incompatibilità tra il sangue del donatore e quello del ricevente.
Per questo la pratica trasfusionale è divenuta di abituale ricorso per trattare gravi anemie provocate da gravi fattori.

Negli ultimi 20 anni, con l’utilizzo di apposite sacche in plastica, la trasfusione di sangue ha fatto passi da gigante: con il prelievo di sangue in sacca, e mediante la sua centrifugazione, è possibile separare le varie componenti del sangue.
Questa separazione consente di trasfondere al malato la sola componente di cui ha bisogno.

E’ possibile anche separare, durante la donazione, componenti del sangue grazie a macchine dette separatori cellulari o da aferesi.

Estraendo con queste macchine, ad esempio, solo plasma, si ottiene una procedura di plasmaferesi, per le plasmaferesi, ecc.

IL SANGUE a cura di AVIS MONZA: La donazione multicomponente

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La donazione multicomponente

Il fabbisogno di sangue continua a salire e varia continuamente.
I pazienti che ricevono le trasfusioni devono ricevere componenti ematici (piastrine, plasma e globuli rossi) compatibili con i loro gruppi sanguigni.
La donazione “multicomponente” è un processo sicuro che offre la possibilità di personalizzare le donazioni di sangue in funzione di tali bisogni.
Per capire meglio l’importanza di tale tipo di donazione basti pensare che con una donazione di sangue intero, occorrono gli sforzi congiunti di 6 donatori per produrre una sola dose di piastrine trasfondibile.
Viceversa, con una donazione “multicomponente”, un donatore singolo, in occasione di una singola donazione, può donare fino a 2 componenti.
Pertanto, essendo la donazione “multicomponente” più specifica ed efficiente, può migliorare e salvare più vite rispetto ad una singola donazione di sangue intero.
Inoltre, si può donare più frequentemente rispetto ad una donazione di sangue intero.

Ecco alcuni casi in cui una donazione di sangue “multicomponente” è di grande aiuto:

  • una vittima di un incidente automobilistico necessita fino a 50 unità di globuli rossi per trattamento;
  • un trapianto d’organo necessita fino a 40 unità di globuli rossi, 30 unità di piastrine e 25 unità di plasma;
  • un trapianto di midollo necessita fino a 20 unità di globuli rossi, 120 unità di piastrine;
  • un paziente oncologico necessita fino a 8 unità di piastrine a settimana;
  • un paziente cardiochirurgico necessita fino a 6 unità di globuli rossi e 6 unità di piastrine;
  • un paziente affetto da anemia falciforme necessita fino a 4 unità di globuli rossi per trattamento.

Per essere idoneo alla donazione “multicomponente” il donatore deve avere i seguenti requisiti:
– peso superiore ai 60 Kg.;
– numero di piastrine superiore a 200.000/ul; – valore di emoglobina superiore a 12.5 gr/dl (o Ematocrito > 37%)
– buon accesso venoso;
– non assunzione di aspirina o di anti-infiammatori nell’ultima settimana.

La donazione si effettua al Centro Trasfusionale (previo appuntamento presso la sede AVIS di Monza) dal lunedì al sabato alle ore 8.00 ed alle ore 9.00.

Alla tua prossima donazione chiedi ai medici del Centro Trasfusionale se hai i requisiti per questo tipo di donazione.

Luca Lo Presti: lettere di viaggio – 31.12.2012

Prima di farvi i miei più sinceri auguri per il nuovo anno vorrei riportarvi un breve commento relativo ai recenti fatti accaduti in India perché credo sia fondamentale avere una corretta interpretazione delle cronache troppo spesso solo urlate.
Avrete certamente sentito che in questi giorni in India una giovane donna e’ stata stuprata e uccisa e a seguire altri fatti simili ma la notizia vera non e’ questa, in India ogni giorno una donna subisce la stessa sorte e il 63% dei bambini subisce abusi, la vera notizia, il fatto che deve indurci ad una riflessione, e’ che la società civile indiana e’ scesa per le strade a protestare e questo non era mai accaduto prima. La grande protesta e’ indicatore del fatto che i movimenti per i diritti umani stanno lavorando bene, molto meglio che in Italia dove l’attenzione su questi temi e’ ancora bassissima e i dati della violenza contro le donne e i bambini sono più inquietanti di quelli indiani.

Frequento l’India da circa 30 anni e con Pangea ci lavoro da 9 e queste cose le conosco bene. Lavoriamo tra la gente, per le donne ultime tra le ultime, disabili di Calcutta che erano usate come oggetti anche per il piacere sessuale e oggi sono imprenditrici che vivono in dignità e pace. Siamo con le devadasi del sud, ex prostitute bambine che oggi hanno aperto 3 banche rurali e la cosa che vi posso garantire e’ che non sara’ la pena di morte che oggi rischiano quegli stupratori a fermare le violenze ma l’incessante opera di sensibilizzazione ed educazione al rispetto che anche Pangea, tra gli altri, sta facendo nel paese che nasce nel nome della Madre e in ogni dove vi sia bisogno questo si faccia. Politiche che nascono dall’ascolto e dalla comprensione che parte dalla condivisione, regole fondamentali che anche chi governa dovrebbe tener presenti e che oggi sono felice di condividere con tutti voi.

Per il nuovo anno non vi farò gli auguri chiedendovi di rivolgere un pensiero alle persone più sfortunate, a chi vive in povertà o in guerra. Questa volta chiedo qualcosa per ciascuno di voi, e per me stesso: vi auguro di avere la voglia e il coraggio di vivere un 2013 fatto anche di gioia, fiducia e pace. Di riuscire a vedere la bellezza, anche quando tutto sembra apparire brutto. Di non sentirvi soli, perché veramente soli non lo siamo mai. Di trovare in ognuno dei prossimi 365 giorni almeno un’occasione per sorridere di cuore. Di ricordarvi di essere felici per le persone che siete e non per le cose che possedete. Il resto, almeno per come la vedo io, è decisamente secondario.

Un abbraccio.

Luca

P.s. Sotto se vorrete leggerla una lettera che racconta l’India dove Pangea lavora.

Esiste un luogo dove il mondo si incontra, dove le madri nascono e dove i colori e i sapori si mescolano consentendo alla mente di perdersi. È un luogo dove le notti sono avvolgenti e le luci tenui accompagnate da suoni di mantra sussurrati cullano l’anima. In questo luogo tutto è dedicato alla madre: il nome del fiume più sacro che porta la vita; il nome dei templi e il nome delle divinità. Questa nell’immaginario comune l’India paese dove Fondazione Pangea lavora da anni e denuncia una realtà completamente differente dallo stereotipo che la definisce la terra della pace e dell’amore. In India l’uomo è riuscito attraverso lo sviluppo supremo dei propri egoismi a creare le condizioni perché tutto divenga il contrario di tutto. I colori accesi delle donne si spengono perché le madri muoiono di parto e le mogli muoiono false suicide per interessi legati alla dote. I profumi più intensi dei fiori più belli si tramutano nell’odore più acre nel paese dove oltre 600.000 bambine non nate piangono silenti perché non desiderate. Muoiono uccise dalle ecografie che medici corrotti contrariamente a quanto prevede la legge fanno per procurare aborti selettivi. Medici che nelle cliniche private assistono gratuitamente partorienti per poi, a loro insaputa, sterlizzarle per incassare soldi dallo stato che incentiva questa politica. Anche i suoni dei mantra divengono urla di rabbia e sgomento innanzi alla consapevolezza che il 63% dei bambini subisce violenza, stuprati da sadu che non rappresentano il sacro ma approfittano dell’ignoranza e della superstizione oppure, da turisti senza scrupoli che lungo le rive di quel fiume santo dove e’ blasfemo bere una birra li addescano in cambio di poche monete. E’ l’India il luogo dove gli interessi di pochi predominano sui tanti, il 70% della popolazione sopravvive con meno di un dollaro al giorno vivendo in slam talmente grandi che non e’ possibile misurarne con lo sguardo i confini. Un paese dove i latifondisti pretendono oggi la ius primae noctis scegliendo nei villaggi le ragazze più belle o dove bambine sono costrette per riuscire a sfamare la loro famiglia a divenire devadasi, giovanissime prostitute dedicate ad una dea sfregiata dall’uomo. l’India null’altro e’ se non la metafora del mondo, Un mondo fatto di egoismi che spegne il sogno della vita e persegue la via della guerra, oltre 22 conflitti inter etnici o inter religiosi affliggono questa terra. Pangea lavora qui, nell’india vera, in quella dove la gente suda e fatica spingendo rischiò e raccogliendo immondizia per sfamarsi, non in quella raccontata nei libri delle favole ed è importante esserci non per dare elemosina ma per lottare con la gente perché tutto ciò possa cambiare. Per far questo viviamo con le donne degli slam di Calcutta dove la vita sembra impossibile possa ripartire ma, grazie al nostro progetto, molte donne disabili prima trattate come oggetti da gettare oggi hanno dignità, diritti e economia. Oppure nei territori desertici del Karnataka dove ancora oggi si diviene devadasi e si subiscono le angherie dei latifondisti. Qui, nel nulla, oltre 10.000 donne hanno raggiunto l’indipendenza economica, non muoiono per problematiche legate al parto, hanno imparato a leggere e scrivere e mandano a scuola i loro figli che, tra maschi e femmine sono oltre 50.000! Tra non molto, se riusciremo a trovare i soldi, Pangea sarà anche a Varanasi, la città più santa, per smascherare e portare in tribunale gli stupratori di donne e bambini. Un mondo che uccide le madri è un mondo che non sogna e la mancanza di sogni uccide la vita.
Pangea ha il compito e il dovere di riuscire a ritrovare il sogno e realizzarlo, avendo la forza di saper affrontare il tempo più lungo, quello dell’attesa legata alla maturazione dei semi che il frutto dello sviluppo dovrà portare. Forse non stiamo cambiando il mondo ma certo stiamo cambiando la vita di tante persone e, per far questo non c’è prezzo, costo da ritenersi eccessivo o fatica. Salvare una vita è ciò che ognuno di noi ha il dovere di fare. Non ci sono eroismi o straordinarietà, tutto è parte di un ordinarietà legata alle logiche più semplici, quelle dell’Amore. Con questo negli occhi e nel cuore devo confessarvi che durante questo ultimo viaggio la mia mente e il mio spirito si sono rasserenati non grazie ai mantra o per il lento andare di una barca sul Gange ma perché ho visto ciò che stiamo realizzando grazie allo sforzo di tutte le persone che credono nel nostro lavoro e ci donano con fatica e con desiderio di Fare anche solo un euro. Porto dunque a tutti voi la serenità che trovo negli sguardi delle Donne che incontro, il sorriso dei Bambini che mi corrono incontro e la stretta di mano di Uomini che hanno la possibilità di immaginare un futuro migliore. Un futuro dove globalità fa rima con dignità e non con sfruttamento. Un futuro dove, tutti insieme, troveremo quel sogno e lo tramuteremo in segno.
Luca Lo Presti

Luca Lo Presti: Lettere di viaggio – 22.01.2013

Dopo quasi 30 anni di India solo oggi ho capito che qui devi arrivarci in silenzio, in punta di piedi. Non devi cercare di riconoscerla la troverai senza sforzo.
La città dove sono diretto mi aspetta, mi accoglie con le sue braccia ampie e rumorose. I colori leggeri impattano su grigi densi. Milioni di occhi si uniscono in un solo sguardo che ha il volto di un posto che voglio vivere perché sento che qui il mio amore e’ ben riposto e corrisposto. Calcutta e’ qui, mi aspetta e io mi arrendo a lei, sento il suo abbraccio arrivarmi dentro e non ho parole da dire.
Guerra di gente che vive nel movimento tormentato di un traffico disordinatamente ordinato.
I rumori assordanti non coprono il mio silenzio e lo sguardo rivolto in un sol punto raccoglie tutto e tutti.
Siamo stanchi io Ugo Simona e Monica ma non possiamo fare a meno di andare in ufficio a salutare le ragazze. L’ufficio di Pangea ha muri giallo zafferano e ci accoglie come fosse sole!
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Ci sediamo per terra e con le mani giunte in un saluto sacro, beviamo un te’ caldo che profuma di zenzero; il mio preferito. Sul pavimento di cemento liscio accogliamo le donne che poco a poco, una ad una, lente e silenziose ci vengono a salutare.
Tra loro mi colpisce una bambina con gli occhi dolci che e’ priva dell’uso delle gambe. Silenziosa abbracciata a sua mamma siede accanto a me. Ha un leggero vestitino blu e mi guarda timida. Profuma di rosa. Appoggia la sua piccola guancia al volto della mamma e, come accade quando si condividono i gesti, percepisco la morbidezza e il profumo della pelle del figlio che, teneramente, si addormenta abbracciando chi ama.
Ora, in questo istante, tutto mi e’ chiaro, il dubbio riguardo alla mia presenza qui si dissolve: stavo perdendo l’abbraccio che mi unisce a tutti gli uomini, stavo perdendo la visione dell’aiuto che si deve portare ovunque e a chiunque ne abbia bisogno semplicemente perché e’ giusto che questo accada.
La tenerezza di questa bambina e’ stata la chiave che ha riaperto il mio cuore e ora il mio viaggio può iniziare davvero.

A presto Luca

Luca Lo Presti: Lettere di viaggio – 23.01.2013

“Chi ha un perché per vivere, può sopportare tutti i come.”
Questo un giorno mi ha detto mio fratello ed ha perfettamente ragione. Senza un motivo nessuna fatica, nessuno sforzo, nessuna battaglia avrebbe senso. Senza un vero motivo ci lasceremmo morire perché se niente animasse il nostro cuore tutto diverrebbe arido. La domanda che mi pongo pero’ e’: cos’e’ che davvero ci da questa forza? Cammino lento sul binario di quella parte di Calcutta che viene chiamata città della gioia e mi chiedo se queste persone lo hanno un vero motivo per vivere. Intorno a me solo baracche fatte di stracci costruite a meno di un metro dai binari del treno. Bambini nudi giocano, ridendo rincorrono cani magri. Capre mangiano il poco cartone che trovano e sui fuochi sono poggiate su alari di scarto pentole che contengono acqua di fiume. Ma, ad un tratto, mentre cammino sento come un dolore, qualche cosa mi colpisce e penetra nei pori della mia pelle. Punge come barbaglio di luce accuminato che non posso scansare. Scariche di elettricità viva mi bloccano prima che possa fare un altro passo ed e’ allora che mi fermo; mi zittisco e faccio il vuoto intorno al chiasso dei bambini e allo stridio delle ruote ferrate dei treni. Mi fermo e ascolto quello che credevo essere senza suono:
lo sguardo delle madri.
Quella voce muta mi stordisce; barcollo. Lo sguardo di una donna giovane che ha in grembo una bimba di pochi mesi con un cappuccio di ciniglia rosa urla e mi chiama. Le gambe non reggono e mi seggo al suo fianco.
Mi domando chi sia, chi lei pensi io sia ma mi zittisco di nuovo per capire senza domandare ed e’ allora che Vedo e Sento, trovo la risposta alla mia domanda in una sola parola: Amore.

Il mio sguardo come chiuso in un obiettivo monoculare allarga la prospettiva e mi accorgo come fosse la prima volta che mi reco in questo luogo che ovunque e’ amore, null’altro che amore.
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Una mamma abbraccia la sua bambina con la tutina rosa di ciniglia e non vede che la sua capanna e’ di stracci, non vede che il cibo e’ poco, non sente il vento, la pioggia o il freddo che le segnano il volto di donna giovane perché ha tra le braccia l’amore che si incarna in un cucciolo d’uomo col cappuccio rosa di ciniglia.

Tanti anni fa trovai anche io il mio motivo di vita ed oggi qui, in questo posto surreale dove con Pangea lavoro rinnovo la mia promessa d’amore.

“Come mi piacerebbe sentirmi utile allo stesso modo…” Così oggi un’amica commentava la foto che ho scattato su questi binari, in mezzo ai più poveri tra i poveri, aggiungendo che lavorare in India mi regala vita.

A lei, ai tanti amici che mi seguono, che mi leggono, che mi scrivono voglio ricordare che io sono un tramite, un ponte che collega la vostra generosità e il vostro sostegno alle donne e i bambini di cui Pangea si occupa in India, in Afghanistan e in Italia.

Senza di voi non sarei nulla, Pangea non sarebbe nulla. Siete tutti sempre utili quando condividete i nostri appelli, quando ci date una mano, quando azzerate le distanze che separano “noi” da “loro” e vi sentite vicini col cuore a qualcuno che probabilmente non incontrerete mai di persona, ma non per questo vi è indifferente.
Spesso, quando si parla di cooperazione, si sente dire che “con poco si può fare molto” così spesso che questa frase ormai scivola via, sembra uno slogan a cui non si fa più troppo caso. Ma è la verità: 15 euro sono sufficienti a pagare i costi di un corso di sartoria o una visita medica alla bambina col cappuccio rosa in un Paese dove i più disperati vivono con meno di un euro al giorno. E il valore di quei 15 euro è immenso: non si tratta solo di insegnare a una donna un mestiere che le permetta di guadagnare qualcosa. Si tratta di ridarle fiducia in se stessa, farla sentire accettata, farle vivere dei momenti di autentica felicità e soddisfazione. Farle sapere che non è sola e che qualcuno, inspiegabilmente, ha voluto prendersi cura di lei.
Quel qualcuno non sono io, non merito le vostre parole d’ammirazione, quel qualcuno siete tutti voi e domani porterò’ a quella madre e a quel piccolo fiore il vostro abbraccio.

A presto Luca

Luca Lo Presti: Lettere di viaggio – 24.01.2013

Le periferie del mondo mi sono famigliari, sono casa per nascita e mi accolgono senza chiedere. Mi riesce facile camminare per le strade senza apparentemente far nulla e riempire il mio animo di sguardi e sorrisi. Faccio il pieno di vita affinché mi porti la gioia dell’incontro e la forza per l’aiuto. Per le strade di Calcutta nulla mi disturba, percepisco profumi di gelsomino senza vederne presenza, incrocio uomini sereni anche se maceri di fatica e osservo donne magnifiche anche se violate.
Lo sguardo di Simona e’ sempre sereno e rassicura cosi il mio. Sta lavorando tanto con Kuhu la responsabile per Pangea a Calcutta e vederle ridere insieme e’ bello.
Incontrano donne, si scambiano opinioni. Si abbracciano e piangono insieme come le donne sanno fare perché conoscono il dolore e ne condividono la rabbia. Resto spettatore d’attimi e, egoista del mio tempo, continuo il mio cammino per le strade polverose.
E’ un piccolo cagnolino a fermarmi, talmente piccolo che stento a credere esista. Scodinzola con cosi tanta energia nel vedermi che mi preoccupo possa essere troppa. Al suo fianco una bambina con in grembo la sorellina che a sua volta abbraccia un orsachiotto con un baffo rosso.
Squarci di anima nei loro occhi, vitalità inesauribile in ogni corpo inconsapevolezza della fatica del vivere che li attende oppure no, in fondo questa periferia come lo e’ stata la mia li ha partoriti e, oggi, sono vivi.
Ugo scatta una foto, Monica ferma il video e nel caos solo e’ solo silenzio.
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Da Milano arriva una mail da una amica che mi dice di aver versato 40 euro a Pangea perché sa che li userò bene. Non per la polvere mi scende una lacrima. Il cuore duole quando si sente amore.
Spero di non deluderti mai amica mia e lo spero davvero. Spero di non deludere mai voi tutti amici miei perché se lo facessi avrei tradito quella bambina e me stesso.

Buona serata, vi abbraccio Luca

Luca Lo Presti: Lettere di viaggio – 25.01.2013

Il mio viaggio in India sta per finire, spero di essere riuscito a trasmettervi almeno una parte delle sensazioni che ho vissuto. Rimarranno indelebili il ricordo della bambina col cappuccio rosa e la bambina con l’orsachiotto stretto al cuore e, con loro, mille altri sguardi impossibili da cancellare che resteranno sempre in quella parte di memoria che ha uno spazio privilegiato nell’animo di ognuno di noi. Sono certo anche voi non li dimenticherete facilmente e questo mi riempie di gioia.
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Tanta felicita’ e tante emozioni ma una tra tutte questa sera le sovrasta tutte e non posso fare a meno di condividerla con voi prima di ripartire per l’Italia: la preoccupazione.
Sono preoccupato perché il lavoro da fare è tanto e le risorse sono poche. Sono preoccupato, addolorato, all’idea che ci saranno donne e bambini che abbiamo incontrato a cui dovremo dire “no” perché non ci sono fondi a sufficienza per tutti. Vorrei fare delle promesse, ma mi trattengo perché, a meno di una grande adesione a questo progetto da parte vostra , non so se potrò mantenerle. Mi auguro che per qualcuno di voi sia possibile tradurre l’apprezzamento per il lavoro di Pangea in “vil denaro”. Lo so, questa sera sono stato poco poetico ma dovevo trovare la forza di dirvelo perché è proprio di questo che abbiamo davvero bisogno.

Un abbraccio forte a tutti voi
Luca

Potete sostenere Pangea in India con una donazione online:
http://www.pangeaonlus.org

Luca Lo Presti: Lettere di viaggio – 26.01.2013

Quando incontri un raggio di luce rimani immobile per non coprirlo con la tua ombra.
Quando ti stringe un dito con la forza del suo amore ricordi il primo vagito e senti la vita.
Quando senti che quella luce pulsa, ha sangue e cuore allora rivedi te stesso, nudo, e preghi che Dio esista perché possa perdonarti giacche’ ti credi luce ma non sei nulla.

Oggi ho incontrato quella luce ed ho pianto.
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Grazie a tutti per essere con me ogni giorno e sopportare i miei messaggi. Chiedo scusa se ho offeso qualcuno domandando soldi ma e’ la necessita di fare che mi spinge a chiedere.

Un abbraccio a tutti Luca

Luca Lo Presti: Lettere di viaggio – 29.01.2013

Dopo quasi 50 anni di vita mi accorgo che, come l’India anch’essa va affrontata in silenzio, giorno dopo giorno, passo dopo passo senza che nessun rumore molesto possa sviarmi.

Il rumore del possesso e della bramosia verso cose o persone.
Il rumore di boria e apparenza. Il rumore di una risata vuota, di vita sfuggita tra le dita come acqua che bagna ma non lava il volto.

Il silenzio per riuscire a dare senza chiedere.
Il silenzio per amare senza possedere, il silenzio per viaggiare nella vita senza mai restare.

Ho trovato questo silenzio tra le madri violate negli slam di Calcutta e ho letto nei loro occhi l’amore per la vita. Ho trovato le lacrime di una amica a Milano perché emozionata nel ritrovarmi. Ho trovato chi mi ama ad accogliermi col cuore pieno di emozione ora devo trovare me stesso per potermi dedicare in ogni luogo nel giusto modo.

Troppe volte in molti mi hanno detto: ” partirei subito con te per aiutare quelle persone ma, sai…”
Mentre sto aspettando l’alba ho voluto condividere questa mia breve riflessione con tutti voi perché e’ importante comprendere che non e’ il luogo ma l’uomo che fa la differenza.

L’ho compreso tornando da Calcutta e ho sentito pace perché intravedo una luce che mi indicherà la via per portare aiuto anche qui nel giusto modo e con la giusta comprensione.

Il mio viaggio in Italia comincia qui, comincia oggi e saranno mamme a bambini violati con volti conosciuti a tendere la mano e, se avrete la voglia di accompagnarmi vi racconterò’ anche di questo.
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A presto Luca

Luca Lo Presti: lettere di viaggio 22.02.2013

Non voglio apparire nostalgico o raccontarmi come io sia un anziano signore anche se i capelli bianchi oramai superano per numero quelli neri ma ricordo viaggi dove lo spazio tra Milano e Roma richiedeva una prenotazione in cuccetta e la notte profumava di caciotta e salame accompagnati da un fiasco di rosso.

Sono in treno, partito alle 17.00 da Milano cenero’ a Roma in orario perfetto per un settentrionale alle 20.00. Il profumo di formaggio e’ sostituito da qualche salatino e il fiasco da una mezza naturale temperatura ambiente. Uomini e donne hanno il volto illuminato non dalla compagnia ma dalle loro tavolette elettroniche e le conversazioni divengono tutte virtuali. Per rasserenarmi osservo lo sbattere di ciglia e questo mi conferma che sono vivi! E’ la fotografia di un Italia che cambia e l’evolvere di italiani che si adattano ai tempi senza accorgersi che viviamo nei racconti degli Urania che leggevamo non molti anni fa. Da allora abbiamo vissuto l’epoca dei capelli lunghi dei sognatori, l’austerity delle domeniche a piedi, lo yuppismo e i paninari. Dopo di loro e’ arrivata tangentopoli e la seconda repubblica ma il vero cambiamento lo ha segnato l’11 settembre con la caduta delle torri gemelle. Credevamo di aver visto tutto ma la guerra economica che stiamo vivendo ci fa più paura dei talebani. In questo scenario tra tecnologia ed economia ci approcciamo al voto senza sapere esattamente chi siamo e cosa vogliamo. Vestiamo abiti da yuppi ma abbiamo il conto in rosso. Leggiamo giornali di finanza ma li approcciamo come fossero l’oroscopo di Branco e ci apprestiamo a votare uomini che ci hanno raccontato di aver partecipato allo zecchino d’oro o di aver passato del tempo piacevole con la nipote di un capo di stato. Uomini che non hanno carisma oppure ne hanno troppo e riescono a riempire le piazze parlando del nulla. Ma chi siamo noi che viaggiamo in questo treno gli uni vicini agli altri senza guardarci in faccia. Cosa vogliamo noi che viviamo della luce riflessa dai tablet ma neanche troppo in fondo all’animo amiamo il profumo del minestrone?

Questi i pensieri che mi passano nella mente mentre viaggio da Milano verso Roma. Pensieri forse animati dal fatto che, guardando fuori dal finestrino, vedo campi imbiancati dalla neve attraversati da strade dove le luci gialle delle auto mi ricordano il Natale e scorgo un Italia che ha tutte le caratteristiche per essere autentica. Tento di fotografare questo paesaggio ma l’immagine che risulta più evidente e’ la mia riflessa dal finestrino. Vedo il volto di un cinquantenne con i capelli brizzolati ma lunghi segno che quel sogno non si e’ spento. Il volto di un uomo che crede che un giorno potremo svegliarci al mattino senza che si sappia di guerre o si ascolti di spred. Un mondo dove la prima notizia annunciata dai giornali radio la mattina dica di persone che costruiscono vita onesta per il presente guardando al futuro.
Non voglio sembrare un romantico o ancor peggio un nostalgico, non lo sono. Mi piace viaggiare su treni veloci e impiegare poco tempo per attraversare l’Italia ma mi auguro davvero di cuore che, domenica, andando a votare, lasciamo a casa le tavolette luminose, prendiamo per mano i nostri figli e, per loro, recuperiamo quegli aspetti umanistici da tanti bistrattati perché considerati inutili ma che trovo indispensabili perché l’uomo ritorni al centro della vita e non sia più ai margini dell’economia. Solo con questo pensiero riusciremo ad individuare quella che potrebbe essere la strada giusta per ricominciare a costruire un mondo senza paura di guardare al futuro, un mondo che non dovrà’ essere guidato dall’uomo che verrà eletto e dalla squadra che lui sceglierà ma da tutti noi che responsabilmente e con spirito pluralista dovremo percorrere immaginando che i sogni si possano tramutare in segni e che la parola impossibile non esista.

Le tavolette si spengono, i corpi si rianimano, siamo arrivati.

Buona serata a tutti

Luca Lo Presti: Lettere di viaggio 8.03.2013

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Oggi in tutti i negozi “La Rinascente” d’Italia parte una operazione meravigliosa a sostegno del progetto di Pangea per le mamme e i bambini vittime di violenza in casa in Italia. Una operazione limpida e onesta che vede Rinascente al fianco di Pangea a raccogliere fondi senza trattenere un euro neppure per coprire i costi di produzione e distribuzione. Nelle scorse settimane ho girato tutte le Rinascente d’Italia per incontrare tutti i collaboratori di questa azienda e ho trovato amici e amiche con le quali ho condiviso passione, valori e affetto. Oggi siamo tutti impegnati affinché un nuovo sogno si realizzi se ti va di darci una mano vienici a trovare, io non ci sarò’ ma, ti assicuro, che qui, a Kabul dove ora sono, andrò in manifestazione con le donne per urlare un 8 marzo di rispetto. Indossero’ la mia borsa rinascente con orgoglio perché non e’ una marchetta commerciale ma un simbolo vero per poter ridare vita e dignità a tante donne.

Un abbraccio e a presto Luca
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