27 Gennaio: il giorno della memoria

Nativa ThermoMultiClimax: Ambiente e Tecnologia.

I nostri figli vivranno nel pianeta che noi gli lasciamo.

Il nostro pianeta è continuamente messo a dura prova dalle nostre azioni.
Ogni giorno vengono immesse nell’atmosfera migliaia di tonnellate di anidride carbonica, tra scarichi industriali, automobilistici e da riscaldamento.

Il degrado ambientale, è strettamente collegato al degrado della vita di tutti gli esseri viventi, uomo compreso. Il problema è complesso, molto più di quanto non sembri a prima vista, poichè fa capo a un duplice squilibrio: quello del rapporto uomo-natura.

E’ tempo dunque di intervenire per preservare il pianeta prima di arrivare ad un punto di non ritorno, con soluzioni efficaci che permettano un’inversione di tendenza in temini di inquinamento senza impattare sullo stile di vita di tutti noi.

Spesso a tale scopo servono idee che, se sviluppate, generano INVENZIONI e SOLUZIONI

…una soluzione innovativa per rispettare l’ambiente

ThermoMultiClimax è un innovativo sistema per climatizzare l’ambiente. Attraverso un fenomeno idromeccanico genera calore utilizzando l’energia contenuta in una bolla d’acqua. Il calore generato dalla TMC non è dovuto quindi alla combustione di gas metano o gpl come avviene nelle tradizionali caldaie, ma tramite un fenomeno fisico generato meccanicamente da un motore elettrico. Questo comporta quindi che per generare calore l’unica fonte di energia utilizzata è la corrente elettrica.

NATIVA – con ThermoMulticlimax risparmi oltre il 70% sul gas, il riscaldamento e l’acqua sanitaria.

Con l’impianto fotovoltaico abbinato alla NATIVA, porti le tue bollette a costo ZERO, rendi la tua casa autosufficiente aumentandone il valore.

L’utilizzo di corrente elettrica per generare calore comporta notevoli vantaggi, per esempio non vi è bisogno di allacciamenti alla rete del gas, di opere murarie relative alla canna fumaria e permessi, ovviamente si tratta di energia pulita, in quanto l’assenza di gas di scarico non genera inquinamento di alcun tipo.

L’innovativo processo fisico creato con la ThermoMultiClimax genera inoltre notevoli vantaggi dal punto di vista economico, con una riduzione dei consumi fino al 70%.

 I Vantaggi della NATIVA ThermoMultiClimax:

  •  Detrazione IRPEF del 65%
  •  Touch Screen a colori da 7”
  •  Non necessita di canna fumaria
  •  Non necessita di allacciamento alla rete del gas
  •  Zero emissioni
  •  Predisposta per controllo remoto da smartphone o personal computer
  •  Predisposizione per il controllo di riscaldamento a zone

 

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Italia. Il censimento dell’acqua

 

Istat ha pubblicato un report sulla situazione dell’uso delle acque per uso civile in Italia.

37% è la percentuale dell’acqua immessa nella rete distributiva che viene persa. La peggiore performance spetta alla Sardegna, con il 55% del totale; il report citato spiega le principali cause che possono influire su questo dato.

461 litri a persona al giorno
E’ il consumo di acqua per ogni cittadino della Valle d’Aosta nel 2012. La media italiana è di 241 litri per persona al giorno (all’incirca la capienza di due vasche da bagno).

84%  E’ la percentuale di acqua potabilizzata (cioé acqua che ha necessitato di un trattamento per essere immessa nella rete distributiva) della Basilicata. Per la Valle d’Aosta, invece, questo valore scende al 3%.

164% In Puglia si consuma più acqua di quanta ne venga prelevata in regione, mentre nelle regioni vicine, Basilicata e Molise, tali percentuali scendono al 13 e 17%.

www.ilsole24ore.it (Luca Tremolada – 11 Agosto 2014)

Incubo Ebola, l’allarme diventa globale Liberia: scuole chiuse, volontari richiamati…

Incubo Ebola, l’allarme diventa globale Liberia: scuole chiuse, volontari richiamati…

Dopo la morte del medico eroe Sheik Umar Khan, la paura del virus dilaga anche fuori dai confini africani. Si teme che il contagio arrivi anche in altri Paesi

L’incubo Ebola fa piombare molti Paesi africani nel terrore. Dopo che il virus ha ucciso Sheik Umar Khan, il medico-eroe in Sierra Leone, dilaga la paura di una nuova epidemia. E la Liberia chiude tutte le scuole per cercare di arginare il contagio della malattia, che ha colpito il Paese e le nazioni confinanti. Si teme che il virus possa superare i confini del continente africano e i Medici senza frontiere avvertono: “Il virus è fuori controllo”.

La decisione di Monrovia è stata comunicato dalla presidente Ellen Sirleaf Johnson in un discorso alla nazione e la direttiva rimarrà valida “fino a nuovi ordini dal ministero dell’Istruzione”.

“Anche i mercati nelle zone di frontiera” con la Sierra Leone, la Guinea e la Costa d’Avorio resteranno chiusi, ha annunciato la Johnson, mentre “tutto il personale non essenziale dei ministeri e degli uffici pubblici dovrà prendere un congedo obbligatorio di 30 giorni” e venerdì tutti gli uffici saranno chiusi per una disinfezione dei locali. “Ebola è reale, Ebola è contagiosa, Ebola uccide”, ha scandito la presidente invitando tutti a rispettare le misure di prevenzione.

Il medico ucciso dal virus – Se il virus sta uccidendo centinaia di persone, la morte di Sheik Umar Khan è quella che ha fatto più effetto in Africa e nel mondo. Da mesi il medico 39enne lavorava senza risparmiarsi nell’ospedale di Kenema per salvare quante più vittime possibile del terribile virus che conosceva benissimo (era virologo), sapendo che sono pochissime le speranze che rimangono a chi ne viene infettato. Appena una settimana fa il virus lo aveva aggredito, portandolo alla morte, nonostante il disperato tentativo di salvarlo compiuto dai suoi colleghi di Medici senza frontiere che lo avevano preso in cura nel centro di Kailahun.

Volontari Usa richiamati dall’Africa occidentale – Intanto, 340 volontari dei Peace Corps americani saranno ritirati temporaneamente da Liberia, Sierra Leone e Guinea. La morte di Khan è la prima che colpisce in Africa un personaggio pubblico, aumentando a dismisura i timori per un’epidemia che, dopo i primi casi registrati all’inizio dell’anno, si è espansa velocemente: davanti al virus non ci sono difese se non la prevenzione, poiché non esiste un vaccino. Come bene sanno altri medici, pure essi contagiati da Ebola e che stanno lottando contro la morte per aver cercato di aiutare i pazienti che ormai affollano i centri di assistenza.

Paura anche in Europa – La situazione sta facendo innalzare la paura anche in Europa, come in Gran Bretagna, dove il virus viene ormai considerato come una minaccia serissima, tanto da far scattare serrati controlli alle frontiere per chi arriva dai teatri dell’epidemia. C’è stato già chi, per avere mostrato sintomi paragonabili a quelli di Ebola, è stato prelevato in aeroporto e sottoposto a controlli, che però finora hanno dato esito negativo. Mentre fonti Ue fanno sapere che l’Unione europea è attrezzata per rispondere all’eventualità che il contagio si estenda, anche se i rischi sono giudicati bassissimi.

Secondo le ultime stime – per difetto, vista la difficoltà a censire le vittime di un virus aggressivo – Ebola ha ucciso oltre 672 persone. Il virus, dalla Guinea, dove sono stati segnalati i primi casi, si è propagato nei Paesi vicini, dove le iniziative di contrasto sono state adottate con ritardo. Il precipitare della situazione, soprattutto negli ultimi giorni, sta facendo accrescere ancora di più la paura, che ormai attraversa tutta la fascia occidentale del continente. Le autorità sanitarie locali. a cominciare da quelle nigeriane, anche sotto la fortissima pressione dell’Organizzazione mondiale della sanità, stanno elevando intensità e qualità dei controlli alle frontiere e nei rispettivi territori.

Ma, come ammettono i Medici senza frontiere, l’espandersi del virus è ormai totalmente fuori controllo, con tutte le conseguenze che questa “verità” comporta. La decisione della compagnia aerea africana Asky di interrompere, da subito, i voli verso Liberia e Sierra Leone, se dimostra la drammaticità del momento, acuisce la paura che scuote molti dei Paesi sub-sahariani. Intanto, negli ospedali che ciascun Paese interessato dal virus ha eletto a polo di contrasto di Ebola, sono molte decine le persone ricoverate e poste in quarantena in attesa che trascorrano le tre settimane di isolamento. Ma la rabbia delle gente cresce: un’equipe della Croce rossa in Guinea è stata aggredita da decine di persone armate di coltellacci perché ritenuta il simbolo di un fallimento, quello della guerra a una malattia che fa sempre più paura.
(TGCOM24)

Violenza domestica, ogni giorno in Europa uccise 12 donne

“Il 30% degli omicidi in Italia ha come vittima una donna” (TMNews)

Ogni giorno 12 donne muoiono uccise a causa di violenze domestiche nei 47 Paesi del Consiglio d’Europa e nei 28 dell’Unione europea. Una strage silenziosa e vicina che emerge drammaticamente dal rapporto diffuso dal Consiglio d’Europa.Dati che raccontano di una violenza diffusa e che colpisce moltissime donne in modi diversi: il 45% ha subito molestie sessuali, una su cinque violenza fisica e il 18% è stato vittima di stalking. Solo in Italia nel 2013 134 donne sono state uccise dal proprio partner, in media una ogni 65 ore.Non solo, l’Italia scarseggia anche nel supporto alle vittime di violenza: in particolare secondo il Consiglio d’Europa soffre di una mancanza cronica di posti letto nei rifugi per donne maltrattate.

Noam CHOMSKY, Le dieci regole del controllo sociale

Noam CHOMSKY è nato a Filadelfia il 7 dicembre 1928 suo padre si chiamava William, era russo, era ebreo ed era fuggito dalla Russia nel 1913. Fin da ragazzo fu sempre attivamente coinvolto nell’attività culturale ebrea.


Le date della sua vita:
• nel 1945 cominciò a studiare all’Università di Pennsylvania (filosofia, matematica). Ben presto però iniziò ad essere coinvolto nei problemi della Palestina. Era contrario all’idea uno stato ebraico in Palestina e trovò interessante il movimento di lavoro cooperativo (in linea con gli impulsi cooperativi e libertari della gioventù sionista).
• Nel 1947 ebbe un incontro fondamentale con Zellig Harris, un professore della sua università e con il quale condivise idee interessi.
• Nel 1955 si laureò ed iniziò ad insegnare al Massachussets Institute of Tecnology, da dove arrivano la maggior parte dei Nobel scientifici degli States.
• Dal 1966 è titolare, presso la Massachussets Institute of Tecnology, della cattedra di lingue moderne e linguistica.
Chomsky è filosofo, linguista, teorico della comunicazione, è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale che ha avuto notevole influenza nell’ambito della ricerca psicologica, logica e filosofica; uno degli intellettuali più celebri e attivi del nostro secolo, ha posizioni molto critiche sull’uso strumentale dei mass media nelle democrazie occidentali che, secondo il suo pensiero, collegate alle lobby economiche, determinino una sorta di fabbrica del consenso, arrivando a creare un sistema di propaganda molto persuasivo per un efficace controllo dell’opinione pubblica.

Il suo pensiero sulla propaganda attraverso i media:
Le dieci regole del controllo sociale (tratto da http://psicologia.tesionline.it)

1) La strategia della distrazione.
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2) Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3) La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4) La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5) Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (“Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6) Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.
7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far sì che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”.

8) Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti …

9) Rafforzare l’auto-colpevolezza.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10) Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

 

Primo Levi, la sua vita

Primo Levi nasce a Torino il 31 luglio del 1919, suo padre, Cesare, laureato in ingegneria elettrotecnica si era sposato nel 1917 con Ester Luzzati. Gli antenati di Levi erano ebrei provenienti dalla Spagna e dalla Provenza.
Nel 1934 si iscrive al Ginnasio-Liceo D’Azeglio, è uno studente molto interessato alla chimica e la biologia. Dopo la licenza liceale, nel 1937, si iscrive al corso di chimica presso la facoltà di Scienze dell’Università di Torino.
Nonostante che nel 1938 il governo fascista emana le prime leggi razziali (tra le quali c’è il divieto per gli ebrei di frequentare le scuole pubbliche) , può continuare la sua formazione universitaria e, nel 1941, si laurea con pieni voti e lode.
Levi ha bisogno di lavorare subito dopo la laurea, il papà è ammalato e la famiglia è a corto di mezzi. Trova un impiego semilegale perché il suo diploma di laurea segnala “di razza ebraica”. Lavora in una cava d’amianto presso Lanzo, in un laboratorio chimico. Gli viene affidato il compito di isolare il nichel che si trova in piccole quantità nel materiale di discarica. Nel 42 si trasferisce lavorativamente a Milano e inizia la sua formazione politica; entra nel Partito d’Azione clandestino. Quando, dopo la caduta (25 luglio del 1943) del governo fascista e Mussolini le forze armate tedesche occupano il nord e centro Italia, Levi si unisce a un gruppo partigiano in Val d’Aosta. Il 13 dicembre 1943 è arrestato e con altri due compagni viene internato nel campo di concentramento di Carpi-Fossoli.
Nel 1944 i prigionieri di Fossoli vengono deportati ad Auschwitz, dopo cinque giorni di viaggio su vagoni bestiame. Levi sopravvive al campo anche per la sua buona conoscenza della lingua tedesca, dopo la liberazione (gennaio 1945) vaga insieme ai compagni e arriva in Italia nell’ottobre del 1945.
Torna nella sua Torino e lavora come chimico. L’ossessione di ciò che ha subito e visto nel campo di concentramento lo porta a scrivere “Se questo è un uomo”. Nel 47 Levi si sposa con lucia Morpurgo dalla quale ha due figli: Lisa Lorenza e Renzo. Nello stesso anno pubblica il suo libro ma non ha un grande successo. Il successo e l’interesse per ciò che lui esprime arrivano nel 1956, quando Einaudi diventa l’editore di “Se questo è un uomo”. Nel 1963, sempre con Einaudi, pubblica “La tregua” .
Nel 1978 Levi pubblica “La chiave a stella” che vince il Premio Strega. Nell’aprile del 1982 esce “Se non ora, quando?” che vince il Premio Viareggio e il Campiello. Nell’aprile del 1986 pubblica “I sommersi e i salvati”
Primo Levi muore a Torino l’11 aprile del 1987, cadendo nella tromba delle scale della sua casa.

I bambini in Italia: non solo numeri

Si conferma il trend negativo delle nascite in Italia anche per il 2013: è una delle notizie diffuse dai media in chiusura di anno su dati ISTAT preliminari. I nati in Italia nel 2013 sono oltre 22.000 in meno del 2012, il 4% circa, e quasi 60.000 in meno rispetto al 2009. Sebbene i dati siano ricavati dalla proiezione del 60% circa dei nati dell’anno, il fenomeno merita maggiore attenzione sia da parte della comunità scientifica e sia della istituzioni. È infatti un segnale ulteriore del progressivo invecchiamento della popolazione residente nel nostro Paese, già oggi intorno a numeri allarmanti: per ogni 100 soggetti sotto i 14 anni sono oggi 150 gli over 65 anni, a fronte dei 112 degli anni ’90.

Diversi fattori stanno alla base del fenomeno, ormai noto da molti anni, che colpisce in modo generalizzato tutte le regioni del nostro Paese, dal nord al sud, sia pure con alcune differenze geografiche. I capoluoghi e le città metropolitane sono meno interessate della provincia e solo a Roma e Milano si sono registrati nel 2013 dati in controtendenza, per una ripresa del fenomeno migratorio interno dal sud al nord, dalla provincia alle città metropolitane.

La crisi economica, la difficoltà di portare avanti una gravidanza e far crescere bene i figli in situazioni di incertezza e di instabilità, i trend in aumento di disoccupazione e di povertà sono fenomeni che preoccupano sempre di più e che incidono nel calo progressivo della natalità. Anche l’aumento del numero di bambini al di fuori del matrimonio, stimato nell’ordine del 25-30% del totale, il triplo rispetto al dato del 2000, è il frutto dello stesso sfavorevole contesto sociale e d economico che penalizza la famiglia e la natalità.

Il numero elevato di nati da genitori stranieri, che ormai si colloca intorno al 20%, non riesce più a compensare il tasso di denatalità della nostra popolazione, anche per la tendenza delle donne migranti a ridurre il numero di figli (da 2,4 figli per donna straniera nel 2005 al 2,0 stimato del 2013). Una delle risposte a queste tendenze sociodemografiche può venire dalla maggiore integrazione della popolazione straniera nella società italiana. Indipendentemente dalle convinzioni politiche o ideologiche di ciascuno, è difficile nella realtà globalizzata di oggi negare a chi nasce o cresce in Italia il diritto di sentirsi e di dichiararsi italiano. Il problema semmai è un altro: essere sicuri che l’integrazione sia effettiva e non una dichiarazione finalizzata in modo esclusivo a garantire i benefici giuridici e amministrativi. In questa nostra epoca la società multiculturale e multietnica deve diventare un valore positivo, deve essere occasione di crescita e di sviluppo. Ai bambini e ai ragazzi con genitori stranieri bisogna garantire diritti elementari e prospettive di vita e di salute pari a quelle dei bambini e dei ragazzi italiani. In questo anno che comincia la Società Italiana di Pediatria vuole impegnarsi su questo fronte coinvolgendo tutte le realtà scientifiche e associative che ruotano intorno al bambino e alla Pediatria italiana.

Giovanni Corsello
Presidente SIP (dal sito www.sip.it)

PAPA FRANCESCO A FUMETTI

PAPA FRANCESCO A FUMETTI: DA EDIZIONI MASTER IN EDICOLA UNA GRANDE NOVITA’ PER GENITORI E BIMBI

 

Il messaggio del Santo Padre spiegato ai più piccoli con l’ausilio di contenuti che favoriscono l’apprendimento e la partecipazione dei bambini

 

 

In edicola “Papa Francesco a fumetti”. Si tratta di una nuova pubblicazione editoriale che intende presentare ai più piccoli le parole del Santo Padre con l’intento di accompagnarli nella crescita e nell’apprendimento.

 

La nuova rivista offre illustrazioni a fumetti che consentono di esporre il messaggio del Papa in una forma accessibile ai bambini. I più piccoli possono così comprendere con estrema semplicità la grandezza dell’insegnamento di Sua Santità, ispirato al Vangelo, e metterlo in pratica nella loro vita di ogni giorno, in famiglia, a scuola e con i compagni di gioco. In più, “Papa Francesco a fumetti” intende stimolare la partecipazione attiva del piccolo lettore, grazie agli adesivi con cui completare i disegni, alle illustrazioni da colorare e alle frasi da completare, in modo da consentire al bambino, sia in autonomia che aiutato dai genitori, di imparare divertendosi.

 

 

Un video fantastico…

L’amore dei gemelli!

Sonia Rochel,ostetrica parigina, ha caricato su Youtube un bellissimo video che ritrae due bimbi gemelli appena nati. La sigora Rochel ha reso il video pubblico per presentare ‘Il bambino Thalasso Spa’ cioè una piccola vasca da bagno e box doccia che ha progettato per i neonati studiata apposta per replicare la sensazione di stare ancora nel grembo materno.

A pubblicare la notizia ed il bellissimo video è il Daily Mail. Ciò che colpisce sono le manine…gli abbracci e la sensazione dolcissima…

Sofrologia Caycediana: per combattere lo stress

Abbiamo scoperto un corso veramente interessante…

Un corso mirato per chi ha la necessità di fronteggiare in breve tempo lo stress accumulato nel quotidiano: sul lavoro, a casa, a causa di relazioni complicate e di situazioni stressanti che si trova a vivere.
Lo stress influisce sui nostri comportamenti rendendoli inadeguati, e quel che è peggio danneggia il nostro organismo: cominciamo a somatizzare le tensioni (mal di testa, mal di schiena, dolori di stomaco, insonnia etc.).
In 5 settimane con 5 incontri di circa un’ora impariamo una serie di tecniche sofrologiche, da ripetere a casa, che ci permettono di rilassarci e di percepire piano piano gli stimoli stressanti con meno intensità, di adeguare le nostre reazioni a quegli stimoli in modo per noi più funzionale. Diminuiscono così le reazioni organiche allo stress e cominciamo a vivere più tranquilli e con la mente più serena.

Per chi è consigliato?
Il corso è per tutti: per chi svolge professioni di responsabilità o lavori stressanti per intensità e durata, per le donne che lavorano sia in casa che fuori, per le mamme col carico della famiglia, per gli studenti stressati dagli esami, per chiunque voglia vivere più sereno e ottimista.

Quando?

Dal 26 ottobre, ogni sabato dalle 14,30 alle 15,30.

Il corso è diretto da EMI RAVAGNANI, Sofrologa.

Presso la palestra TOTAL TRAINING MILANO (Via Iglesias 37 Milano) tel. 02.36767698 – prenota,sono 5 incontri in 5 settimane.

Oggi è morto Don Andrea Gallo…conosciamolo meglio.

“Un prete che si è scoperto uomo”

Andrea Gallo nasce a Genova il 18 Luglio 1928.

La sua vita è dedicata agli gli ultimi, i poveri , gli emarginati: lui è in prima linea sempre.

Inizia il noviziato nel 1948 a Varazze, proseguendo poi a Roma il Liceo e gli studi filosofici.
Nel 1953 chiede di partire per le missioni ed è mandato in Brasile a San Paulo, li inizia gli studi teologici man non sopportando la dittatura di quel paese, rientra ben preso in Italia e prosegue gli studi ad Ivrea. Viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959.


Nel 1960 è nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, un riformatorio per minori: in questa esperienza cerca di introdurre un’impostazione educativa nuova, dove fiducia e libertà provano a sostituirsi al castigo e alla repressione. Lui permetteva ai ragazzi di uscire, di andare al cinema: dava fiducia.

Nonostante che i ragazzi parlassero bene di questo prete, i superiori salesiani, dopo tre anni lo rimuovono dall’incarico senza fornirgli spiegazioni e nel 1964 Andrea decide di lasciare la congregazione salesiana chiedendo di entrare nella diocesi genovese.
Diventa cappellano del carcere di Capraia e nel 1970 viene di nuovo trasferito.

Don Andrea non si limita a predicare dal pulpito, pretende di praticare ciò che dice e invita i fedeli a fare altrettanto: la parrocchia diventa un punto di aggregazione per giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di amicizia e solidarietà per i più poveri, per gli emarginati che trovano un fondamentale punto di ascolto.

L’episodio che porta nuovamente all’allontanamento dei Don Gallo nel 1970 è la sua predica nell’omelia. Lui cerca di far capire che ci sono droghe fatte di parole che travisando il significato stesso della parola portano a far pensare che “ un ragazzo può diventare “inadatto agli studi” se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare azione a difesa della libertà”.

Qualcuno ha detto in quel momento che Andrea era oramai sfacciatamente comunista e le accuse si moltiplicavano accusandolo di aver passato ogni limite: la Curia decide per il suo allontanamento dal Carmine (la sua parrocchia).

Questo repentino allontanamento suscita le proteste dei suoi parrocchiani ma non significa per lui abbandonare l’impegno che ha con i suoi fratelli. La cosa più importante per Andrea e che tutti noi dobbiamo sempre fare nostra è che si continui ad agire perché i poveri contino, abbiano la parola: i poveri, cioè la gente che non conta mai, quella che si può bistrattare e non ascoltare mai.


Qualche tempo dopo, viene accolto dal parroco di S. Benedetto, Don Federico Rebora, ed insieme ad un piccolo gruppo nasce la comunità di base, la Comunità di S. Benedetto al Porto: quest’anno si festeggiano trentadue anni.

Dopo tanti anni, la porta di San Benedetto è sempre aperta ma lui, Padre Andrea, ci lascia il 22 maggio 2013.
http://www.sanbenedetto.org

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Padri che non vogliono fare i mammi

La «gestione» del neonato? Una faccenda da uomini
Manuale per padri (presenti) che non vogliono fare i mammi
[di M. Ricci Sargentini, dal blog Corriere delle Sera]


Neonati istruzioni per l’uso. Come è noto, quando nasce, un bambino non arriva corredato da un manuale. Le neomamme, di solito, in gravidanza leggono libri che le preparano al lieto evento e, dopo il parto, si affidano all’istinto e ai consigli della neononna. Finora, però, era mancata una guida per i papà. Oggi, infatti, gli uomini vogliono esserci sin dal primo momento. I più giovani sono anche disposti a cimentarsi con il cambio del pannolino, le poppate, le veglie notturne. I neopadri, però, si sentono alle prime armi e reclamano istruzioni pratiche, un po’ come quelle che ti arrivano con i mobili dell’Ikea. In loro soccorso è arrivato Henk Hanssen, olandese, due bambini, che ha scritto La gestione dei neonati per uomini. Un libro molto pratico, in cui il bebè è considerato alla stregua di un prodotto. Le istruzioni sono precise sino alla nausea, dal nutrimento al cambio del pannolino, con tanto di lista di cose da portarsi dietro quando si va a passeggio. Un successone: in Olanda guida ha venduto migliaia di copie ed è stata tradotta in inglese, tedesco, cinese e portoghese.

http://27esimaora.corriere.it/articolo/il-bambino-si-puo-gestire-come-un-prodotto/