Luca Lo Presti: Lettere di viaggio 30.03.2013

Rifletto in queste ore sul significato della Pasqua e cerco una risposta nella sua etimologia:
Pasqua è voce del verbo “pèsah”passare.
Pasqua, è dunque festa per migratori che si affrettano al viaggio.
Pasqua/pèsah è sbaraglio prescritto, unico azzardo sicuro perché affidato alla perfetta fede di giungere qualsiasi sia il viaggio.

Trovo intrigante definire Pasqua come un viaggio e la mia mente e’ appagata da questo concetto ma il mio cuore inciampa e resta fermo innanzi al Sinai e il Golgota che non sono scalabili in quanto inaccessibili alture della fede.

Innanzi ad essi ho agio di affrontare un ulteriore passaggio del “viaggio”: l’ignoto e vedo la Pasqua come il salto oltre il corpo e la vita uccisa verso la più integrale resurrezione.
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Vedo e desidero la forza della Madre che accompagna verso la morte chi resterà per sempre vivo perché e’ amore.
Vedo la Pasqua come viaggio senza ritorno verso la Verità col totale abbandono dell’ipocrisia.
Vedo la Pasqua come atto d’amore e la vivo come festa per viaggiatori che sanno superare le sfide più ardue, che sanno trovare passaggi, aprono brecce e saltano ostacoli la dove ci sono muri e sbarramenti perché sono “atleti di pace” ed e’ col cuore pieno di questo pensiero che desidero che sia Pasqua piena per tutti voi che mi siete amici e che sento vicini in questo incredibile viaggio che e’ la vita.

Un abbraccio e buona Pasqua a tutti
Luca