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La vita di Leonardo. A cura di Luigi Chiesa.

LeonardoLeonardo nacque il 15 aprile 1452 a Vinci, vicino a Firenze.
Suo padre, Piero di Antonio, era un notaio e si preoccupò di dargli un’ottima istruzione, anche musicale.
A Vinci visse fino al 1469 e, spirito libero ed indagatore, si fece coinvolgere in tutte le esperienze che la natura
di quella parte di Toscana gli proponeva. Il padre si rese conto delle qualità del figlio e della sua predisposizione per le arti figurative, la pittura soprattutto.
Per questo fece in modo che Leonardo fosse preso a bottega dal pittore e scultore più famoso di Firenze, Andrea del Verrocchio. Cosicché, a diciassette anni, si trovò ad imparare di pittura e scultura presso la bottega più rinomata della città. Si fece onore, perché già nel 1472 potè iscriversi alla corporazione dei pittori fiorentini.

In bravura superò anche il suo maestro perché in una tavola, il “Battesimo di Cristo” disegnò un angelo con tale maestria che lasciò stupefatto il Verrocchio che gli propose di aprirsi una bottega tutta sua.
Correva l’anno 1478. Da lì a poco, Leonardo avrebbe veramente raggiunto una maestria tale da potersi “mettere in proprio”. Molte furono le sue opere giovanili, alcune sono state lasciate incompiute: aveva il malvezzo, cercando la perfezione per ogni suo lavoro, di non finire le commissioni che gli davano.

Inoltre, attento ai molti stimoli intellettuali, assecondava la curiosità che ognuno gli accendeva.
Queste sue caratteristiche gli impedivano la costanza nell’eseguire e portare a termine i lavori che si assumeva.
Nel 1482, sentì l’esigenza di farsi conoscere anche fuori dai confini della Toscana.
Anche su sollecitazione di Lorenzo de’Medici, Signore di Firenze, si propose a Ludovico il Moro, duca di Milano, al quale si presentò come persona dalle molteplici capacità.
Infatti, elencò, in una lettera al duca, ben 36 attività in cui poteva essere proficuamente impiegato.
Restò a Milano circa venti anni.
Si occupò di campagne militari, di armi ed armigeri; realizzò macchine belliche e fortificazioni; si interessò di regolazione delle acque, di problemi urbanistici; progettò anche numerosi apparati per feste e celebrazioni.
Naturalmente non trascurò la pittura; sono di questo periodo la Vergine delle rocce, la Dama con l’ermellino, il Ritratto di musico. Ma l’opera di importanza capitale per la storia della pittura fu L’Ultima Cena, affrescata nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie. Iniziò questo lavoro nel 1495 e lo terminò nel 1497; anche in questo caso l’opera rischiò di diventare una tra quelle non finite. Furono le pressanti ingiunzioni dei suoi committenti ad indurlo a terminare quello che si rivelerà un capolavoro.
Lasciò clamorosamente incompiuta la statua equestre, commissionata da Ludovico il Moro, che raffigurava il padre Francesco Sforza.
Nel dicembre 1499, all’arrivo dell’esercito francese che cacciò gli Sforza da Milano, Leonardo tornò a Firenze e nel 1503 ricevette la commissione di un grande affresco che raffigurasse una famosa battaglia avvenuta ad Anghiari. Sperimentò una tecnica innovativa che non diede i risultati previsti, tanto che il disegno si squagliò ai suoi occhi, non ancora ultimato.

Nel 1517 decise di andare in Francia,invitato dal sovrano Francesco I. Si portò al seguito un disegno, “La Gioconda”, cui teneva particolarmente e che aveva iniziato anni prima.
Terminò il ritratto nel castello di Cloux, la sua nuova dimora, presso Amboise, residenza – allora – del re di Francia.

Il due maggio 1519 Leonardo muore e la leggenda vuole che sia spirato tra le braccia del suo amico re.

…UOMO del RINASCIMENTO

Leonardo1-150x150Leonardo da Vinci fu uno tra i maggiori esponenti del Rinascimento italiano, anni magici per la nostra cultura tra il 1400 ed il 1500. Questo periodo storico è stato così denominato perché, appunto, ha visto la rinascita della cultura romana antica, ma anche perché si è affermato un nuovo modo di studiare il mondo, la natura ed anche l’uomo.
Leonardo va annoverato tra i sommi artisti dell’epoca, con Tiziano, Bramante, Raffaello, Michelangelo… : un breve elenco per ricordare i più conosciuti.
Egli li sopravanzò per la sua propensione a spaziare in tutte le discipline dello scibile, con competenza e capacità innovativa, allargando le conoscenze precedenti.
E lui, “omo sanza lettere”, seguì il suo personale metodo conoscitivo che anteponeva l’esperienza alla teoria, sempre disposto ad approfondire nuovi orizzonti scientifici.
Furono proprio questo modo nuovo di indagare e lo spirito innovativo del conoscere che caratterizzarono la cultura degli anni del Rinascimento.
Gli interessi e gli studi di Leonardo, dunque, non si limitarono alla pittura, nella quale eccelse da subito, ma si estesero in modo sorprendente. Cosicché possiamo dire che ha lasciato un patrimonio inestimabile di opere:
pitture, disegni, studi, schizzi e circa seimila pagine di appunti che riguardano
“discipline scientifiche” quali:

  • anatomia
  • astronomia
  • botanica
  • fisiologia
  • geografia
  • geologia
  • geometria
  • idraulica
  • matematica
  • ottica
  • statica
  • zoologia

E ci si può anche fermare qui, concludendo che Leonardo fu “un uomo universale che si inoltrò, in solitudine, agli estremi confini della mente, dell’arte e della scienza”.

( Bottega-Questo termine indica la “bottega d’arte” fiorentina, qui un giovane predisposto riceveva la formazione di artista. Infatti imparava a disegnare, dipingere, scolpire,incidere ed a lavorare l’oro. Era anche un vero luogo di lavoro, oltre che di apprendistato).

Leonardo, conosciamolo meglio! A cura di Luigi Chiesa.

Leonardo era vegetariano, ambientalista e animalista.

leonardo ambientalista2Lo storico Giorgio Vasari, nelle sue “Vite “ (1550) racconta di come Leonardo “passando da i luoghi dove si vendevano uccelli, di sua mano cavandoli di gabbia e pagatogli a chi li vendeva, il prezo che ne era chiesto li lasciava in aria a volo, restituendogli la perduta libertà.”
Liberando gli uccelli appena comprati al mercato, Leonardo non si è concesso semplicemente il lusso di un gesto stravagante.
Egli stesso nei suoi Appunti scrive: “Fin dalla giovinezza ho rinunciato all’uso della carne, e verrà un giorno in cui uomini come me considereranno l’omicidio di un animale alla stregua dell’omicidio di un essere umano.

Già dalle sue abitudini alimentari si rivela come un amante della natura, un uomo che ha fatto del rispetto del genere animale una regola di vita.

Un’altra sua frase che non richiede commento, tanto è di facile comprensione è questa:”Chi taglia una pianta quella si vendica con la sua ruina.

E che dire della prossima? “Chi scalza il muro quello gli cade addosso.”

LEONARDO CONSIDERA LA TERRA COME UN GRANDE VIVENTE. E’ convinto che la Terra abbia una coscienza vitalistica e che sia, essenzialmente un grande vivente.
Come intendere diversamente questo suo argomentare?
“… adunque potremo dire la Terra avere anima vegetativa, e che la sua carne sia la terra, li sua ossa sieno li ordini delle col legazioni de’ sassi, di che si compongono le montagne, il suo tenerume sono li tufi, il suo sangue sono le vene delle acque;il lago del sangue che sta intorno al core, è il mare oceano, il suo alitare e ‘l crescere e discrescere del sangue per li polsi, e così nella terra è il flusso ed il riflusso del mare, e il caldo dell’anima del mondo è il fuoco, ch’è infuso per la terra, e la residenza dell’anima vegetativa sono li fochi, che per diversi lochi della terra spirano in bagni e in miniere di solfi e in vulcani.

leonardo ambientalistaLeonardo intende la Terra come un immane sistema geologico ed ideologico, in cui roccia ed acqua costituiscono gli elementi cardinali che vanno avvicinati per comprendere i segreti della natura.

Un grande scienziato contemporaneo, James Lovelock, sostiene che le dieci milioni di specie viventi sulla Terra, interagiscono tra loro come se si trovassero in una grande rete, con reciproci impulsi.
L’idea principe di questo studioso è di considerare il pianeta Terra un unico organismo vivente, in cui tutti gli organismi coesistono ed interagiscono come cellule, dando il loro contributo per mantenere un costante equilibrio.    James Lovelock, a questo organismo vivente ha dato il nome di “Gaia”.

…E A SUO PARERE ANCHE LE ROCCE SONO VIVE!  Leonardo sostiene che anche nelle rocce c’è una virtù spirituale, una potenza invisibile che agisce nei corpi inanimati, rendendoli simili a quelli viventi.
Ebbene chi ci capisce più di me dice che Einstein, un famosissimo scienziato, nel 1905, ha scientificamente dimostrato l’intuizione di Leonardo.

LEONARDO PARKINSONIANO

Qui il famoso autoritratto che Leonardo eseguì quando aveva 63 anni adoperando addirittura tre specchi, conservato nella Biblioteca Reale a Torino.

Nell’anno 1517 il cardinale Luigi d’Aragona visitò a Cloux presso Amboise Leonardo da Vinci.

Il cardinale ci lasciò una descrizione del geniale pittore visibilmente ostacolato nel movimento e dall’aspetto precocemente invecchiato, pur tuttavia ancora del tutto in grado di sostenere colloqui intellettuali con i suoi visitatori. La mimica facciale rigida riscontrabile nell’autoritratto e la descrizione che il cardinale ci ha lasciato, inducono a pensare che Leonardo fosse affetto da malattia di Parkinson, “ante litteram”.

Sorprendente Leonardo! Anche nelle malattie ha voluto distinguersi!

Leonardo e la città ideale. A cura di Luigi Chiesa.

leonardo la città ideale2Verso il 1486, in seguito alla pestilenza che ucciderà a Milano 50.000 persone (la metà della popolazione), Leonardo Da Vinci inizia ad occuparsi di problemi urbanistici.
Seguendo una “moda” tipica del Rinascimento, egli prese ad elaborare un progetto di “città ideale” che però, a causa degli eccessivi costi, rimarrà irrealizzato.

Questa città sarebbe dovuta sorgere lungo le rive del Ticino (vicino a Vigevano) al fine di assicurare il trasporto delle merci e la perfetta igiene dei luoghi.

Leonardo voleva una città comoda e spaziosa, ben ordinata non solo nelle strade, ma anche nelle sistemazioni architettoniche, con “alte e fortissime mura”, con “torri e merli d’ogni necessaria e piacevole bellezza”, con “la sublimità e magnificenza de’ sacrati templi”, con “la conveniente composizione de’ privati abituri”.

L’immagine leonardesca di città abbandona completamente il modello medievale, con le sue vie tortuose, le case ammassate le une alle altre, le abitazioni sovraffollate…

leonardo la città idealeLa “città ideale” doveva essere “moderna”, “borghese”, “razionale”…Andava costruita su più piani, ognuno indipendente dall’altro, ma tra loro comunicanti mediante scalinate.

Mentre nel “piano alto” nobiltà e borghesia agiata potevano passeggiare indisturbate tra palazzi, strade e luoghi adeguati al loro vivere, al “piano basso” invece si concentravano i servizi e le varie attività, i commerci, il passaggio per carri e bestie, le botteghe artigiane, il lavoro degli operai.

La larghezza delle strade doveva eguagliare quella media delle case adiacenti.

Sotto questi due piani si trovavano canali navigabili, regolati dachiuse e conche che avrebbero dovuto facilitare la navigazione interna e il trasporto delle merci.

Ovviamente oggi avremmo da ridire su questa divisione della città a livello sia architettonico che umano. Infatti la vera originalità del progetto non stava in questo, ma in altri due aspetti:

  • nella fusione di architettura, meccanica e idraulica;
  • nell’idea che la bellezza della città doveva essere sinonimo di “funzionalità”, frutto dell’apporto delle scienze matematiche e meccaniche.

E’ per queste ragioni che con Leonardo viene a consolidarsi l’immagine dell’urbanista moderno.

Egli anticipò talmente i tempi che la sua idea di costruire gli edifici a torre, sfruttando al massimo gli spazi interni e diponendo le rampe di scale all’esterno, fornendo altresì a ciascun piano un accesso separato, troverà adeguata realizzazione solo negli anni ’20 e ’30, con la nascita del “movimento moderno”.

 

Leonardo nel suo tempo.A cura di Luigi Chiesa.

Vediamo cosa succede durante la vita di Leonardo Da Vinci.

  • 1434 Inizia la dominazione dei Medici a Firenze
  • 1450 Nel governo di Milano gli Sforza sostituiscono i Visconti
  • 1452 Leonardo nasce a Vinci il 15 aprile, figlio del notaio ser Piero da Vinci e di Caterina, una giovane contadina.
  • 1453 I turchi conquistano Contastinopoli, l’odierna Istanbul
  • 1455 Gutemberg stampa la Bibbia con una nuova tecnica tipografica
  • 1469 Leonardo si reca a Firenze dove va a bottega del pittore e scultore Andrea del Verrocchio.
  • 1472 Diventa membro della corporazione dei pittori; negli anni successivi aiuta il Verrocchio.
  • 1480 Ludovico Sforza detto il Moro diventa reggente a Milano
  • 1482 Va a Milano, come ambasciatore di Lorenzo de’ Medici e si propone a a Ludovico il Moro come “so fare di tutto ed anche di più”.   Fatica a far breccia alla corte di Ludovico, ma nei vent’anni di permanenza riesce a convincere delle sue molteplici capacità anche i più scettici e pure i detrattori.
  • 1492 Cristoforo Colombo scopre l’America.  A Vigevano si inizia l’edificazione di Piazza Ducale, sotto la direzione di Donato Bramante e con la supervisione dello stesso Leonardo.
  • 1500 I francesi conquistano Milano, Ludovico il Moro viene cacciato.  Già l’anno prima – 1499 – Leonardo aveva fatto ritorno a Firenze.
  • 14991503 Va di corte in corte, per i principati del nord Italia
  • 15031506 E’ a Firenze comincia la Gioconda e si applica inutilmente alla realizzazione del dipinto monumentale La Battaglia di Anghiari
  • 1506 Il governatore francese Charles d’Amboise lo richiede a Milano
  • 1512 Copernico elabora ed espone la teoria eliocentrica
  • 1516 Leonardo, a Roma da alcuni anni, viene invitato in Francia dal re Francesco I. Si stabilisce a Cluox, il re risiede ad Amboise, poco distante.
  • 1519 E’ il 2 maggio, quando Leonardo esala l’ultimo respiro.

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La Storia del Mondo continua, anche senza Leonardo vivo, a dimostrazione che nessuno è indispensabile. Resta il fatto che non è dato sapere chi fosse il compagno di giochi di Leonardo in quel di Vinci, mentre di lui è rimasta memoria per secoli.

Leonardo bozzettista. A cura di Luigi Chiesa.

leonardo bozzettista2La curiosità fu lo stimolo che animò Leonardo per tutta la vita: verso le persone, gli animali,
le piante; verso i fenomeni naturali e gli astri del cielo.

Curiosità e passione; passione e studio; studio ed applicazione. Senza limiti di tempo!
Ore, giorni passati interi a guardare il mondo che lo circondava, prendendo appunti e disegnando, facendo schizzi ovunque ci fosse spazio per lasciare un segno.
Tante idee riportate sui fogli dove c’era posto: questo sono le pagine dei Codici di Leonardo . Bisogna pensare che allora la carta era un bene prezioso e non se ne poteva sprecare neanche un angolo. Inoltre, a Leonardo le idee sono spesso venivano di getto, all’improvviso, e per non perderle aveva preso l’abitudine di appuntarle dove capitava: l’importante era fermarle su carta.
Per questo abbiamo trovato sui suoi fogli appunti di genere diverso, con considerazioni personali accanto a raffinati disegni.

Quella che più di ogni altra cosa influì sulla formazione di Leonardo fu la n a t u r a.
Fin da bambino imparò a guardarsi attorno, a seguire i ritmi e la varietà della campagna circostante, scoprendo ogni giorno cose nuove.
leonardo bozzettistaLe sue osservazioni sulle tante piante che incontrava nell’immensa campagna fiorentina, gli permetteranno, tanti anni dopo, di dipingere i paesaggi naturali con la competenza di un esperto botanico, disegnando foglie, fiori e frutti con un’ incredibile precisione.
Negli anni della sua vita a Vinci, Leonardo sviluppò un gusto per l’osservazione così forte ed intenso da caratterizzare tutto il suo futuro lavoro artistico.
Gli studi di piante, fiori ed animali furono indispensabili per la pittura di Leonardo: da vero esperto di botanica ha dipinto, nelle sue opere, con grande accuratezza fiori, erbe, alberi ed arbusti. Allo stesso modo prestò attenzione ad ogni movimento ed a ogni particolare del corpo degli animali e ciò lo ha portato a disegnare cavalli meravigliosi, ermellini, draghi e tante altre figure con una veridicità impressionante.
Tra le sue carte troviamo anche schizzi di paesaggi, famoso è quello della valle dell’Arno, disegnato nel 1473 con penna ed inchiostro, e illustrazioni di fenomeni naturali come il “temporale su una valle montana”.

Per conoscere “dal vero”, come lui diceva, i segreti della natura umana si dedicò all’anatomia e gli studi che fece diedero una svolta non solo alla pittura ma anche alla rappresentazione scientifica del corpo umano.
Ogni suo dipinto era studiato nei minimi particolari e meticolosamente elaborava schizzi e disegni preparatori.
Osservare, studiare e poi ragionare con la propria testa, cercando di carpire i segreti alla natura: ecco il segreto del giovane artista prima e del rinomato pittore poi.
Egli, cresciuto in un piccolo centro, libero ed in continuo contatto con la natura ha potuto conoscere il mondo attraverso l’azione, mettendo in secondo piano la cultura teorica. Questo “habitus mentale” lo accompagnerà per tutta la vita.