Al giorno d’oggi, le competenze informatiche sono una seconda alfabetizzazione. L’informatica è infatti parte della nostra vita quotidiana: software, reti e app ci consentono di portare a termine un numero imprecisato di incombenze quotidiane, lavorative e personali.

Per questo, è importante che le nuove generazioni approccino questa materia presto, fin dall’infanzia.

Come iniziare?

È sapere comune che minore è l’età, maggiore è la capacità di apprendimento. Per questo è consigliabile introdurre i bambini all’uso del personal computer fin dai 4 anni di età, mentre è meglio ritardare il momento in cui spiegare ai bambini il world wide web.

Il bambino dovrà approcciare questi temi in modo graduale e bisognerà adottare una “didattica” ludica. Partendo dalle prime azioni della catena (accensione e spegnimento del computer), passeremo all’utilizzo delle varie periferiche e, poco a poco, all’utilizzo di alcuni programmi (es. Per i più piccoli, paint. A partire dall’età scolare, word e il pacchetto Office). Non dimentichiamo di spiegare anche la funzione e l’utilizzo di memorie USB e periferiche portatili e di introdurre gradualmente (una volta acquisiti e consolidati i concetti fondamentali) il concetto di database.

Successivamente, possiamo procedere con l’insegnamento del processo di installazione e disinstallazione di programmi e dispositivi: il bambino imparerà così a concepire il computer sia nella sua parte hardware che nella sua parte software, come un mezzo cioè per effettuare azioni e per conservare dati e documenti.

I bambini e il web

Importante: qualora si decidesse di introdurre il bambino al concetto di Internet e di World Wide Web, è fondamentale che le connessioni avvengano sotto il controllo diretto e costante dell’adulto, in modo da evitare spiacevoli sorprese e proteggere il piccolo dai pericoli del mondo digitale.

Accompagnare il bambino passo passo nella sua scoperta del mondo digitale è fondamentale per la sua crescita: perché se è vero da un lato che è possibile impostare dei filtri per ridurre e limitare la possibilità che i nostri piccoli possano raggiungere informazioni e siti indesiderati, è anche vero che la presenza dell’adulto è un ottimo veicolo per far passare il messaggio di come Internet sia un veicolo di informazioni, e non un mondo a sé stante.

I padri di oggi sono la generazione di passaggio, quella che è passata dal suonare al citofono dei propri amichetti agli ultimi modelli degli smartphone: sono loro a dover insegnare ai propri figli lo status del web come mezzo e non come realtà a sé stante. In questo contesto, la presenza e il dialogo sono strumenti fondamentali: la capacità di apprendimento dei nuovi mezzi dei piccoli nativi digitali è infatti esponenzialmente più alta di quella dei trentenni di oggi. Senza una presenza e una condivisione i bambini si tufferebbero nel mondo digitale troppo velocemente e non avremmo il tempo per poter insegnare loro come filtrare i significati di ciò che trovano in rete.

A cura della redazione di MioDottore.

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