Quanti Musei visitiamo in un anno? Quante volte lo facciamo con i nostri bambini? I Piccoli Musei
Italiani sono davvero nella ‘preistoria’ della comunicazione?

Sono sempre stata convinta che i bambini vadano portati ovunque!
Rispettando i loro tempi, le età, i contesti. Portati al parchi di divertimento, ai giardini pubblici, al mare, in montagna, al cinema, al teatro, in palestra, in biblioteche, dagli amici..e anche al museo. Zaino in spalla, carta alla mano, curiosità nella testa!
Patire per un’esplorazione di qualunque tipo essa sia può solo arricchire!
Grandi e piccoli. Ogni luogo ha le sue regole! Per evitare stress inutili e amplificare la soddisfazione di tutti, occorre considerare delle esigenze di ciascun bambino, gli interessi, il livello di attenzione, la durata e la fattibilità dell’esperienza. Anche andare in un posto che non piace può essere frutto di dialogo costruttivo e veicolo di informazioni.
DSC_0820Ci sono dei luoghi che si prestano più di altri ad attirare l’attenzione de bambini per loro stessa natura e altri, con meno appeal, in cui il grande lavoro di mediazione di operatori colma un apparente vuoto. Esiste la tecnologia che incuriosisce ma anche la voce di un racconto che rapisce. Esistono le nostre reazioni e la relazione che si crea quando parliamo con i nostri bambini e bambine.

Da circa un anno ho iniziato un progetto – #DABinVisita- che coinvolge tutta la mia famiglia e che mi porterà su e giù per l’Italia a visitare, rivisitare e scoprire i Musei Italiani, attraverso lo sguardo speciale dei bambini. L’obiettivo non è quello di stilare una classifica, ma di conoscere il nostro stato dell’arte per raccontare le iniziative, gli sforzi, le storie di chi lavora per mediare e raccontare la nostra identità, storia e arte anche ai più piccoli!
E’ un’occasione per vivere un’esperienza familiare che ha come obiettivo, medium e legante il nostro Patrimonio Culturale!

Miti e realtà
Insieme ai miei bambini ho visitato tanti Piccoli Musei, siamo stati nelle Marche, in Toscana, in Lombardia, in Campania. Ma tanti ancora mi aspettano: musei civici, statali o privati. Se è vero che le risorse non sono proporzionate alla quantità di Musei disseminati sul territorio Nazionale, è anche vero che molti vanno avanti grazie alla passione di singole persone o gruppi che, insistendo su un territorio, tengono viva storia, tradizioni e arte locali. Ognuno di questi Musei compone un pezzetto di mosaico che rende vivo e pulsante il Patrimonio Italiano. In un circuito culturale interessante e unico.
Il personale è sempre competente (anche se a volte volontario) e grandi passi si stanno facendo nella comunicazione.

Ho visto con mano:
– L’importanza di usare canali strategici come social network e ricerca, di molti eventi sono venuta a conoscenza tramite Twitter.
– Utilizzo funzionale della tecnologia (da solo un totem a Musei completamente interattivi). Tecnologia che arriva bene se dietro c’è una storia da raccontare, e che non sempre è necessaria, talvolta basta la suggestione di un voce.
– L’utilizzo del mezzo televisivo per fare didattica, per chiudere un progetto magari iniziato a scuola che racconta un percorso, accanto a strumenti tradizionali e sempre incisivi come un semplice libro letto o sfogliato.
– Lo sforzo di voler essere incisivi e puntare sulla divulgazione capillare, per arrivare in maniera diretta al pubblico autoctono e giovane per stimolare dialogo e curiosità.

Partecipare per crescere
Non tutto quello che ho visto mi è piaciuto. Non è tutto ‘rose e fiori’! Ma generalizzare non è mai un bene: né per chi denigra né per chi esalta. In ogni luogo ho potuto confrontarmi, scambiando opinioni, capendo che una mia perplessità è già rilevata, e il museo, con il personale, stanno cercando di dare risposta. Senza la partecipazione collettiva, non aumenta la conoscenza, la diffusione, ma neanche la qualità dell’offerta.
Se anche voi avete un Museo sotto casa, è tempo di mostrarlo ai nostri bambini e alle nostre bambine!

Leontina!