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LA PRIMA VOLTA CHE VIDI DJENEBOU

La prima volta che vidi Djenebou…in realtà non la vidi…
Io ed Alessandra, l’altra volontaria di UnAltroMondo, eravamo troppo concentrate a parlare con Abdoulaye(il nostro volontario maliano che si occupa del sostegno a distanza), a cercare di camminare sulle strade sconnesse e ripide di Bamako, ad entrare ed uscire dalle case dei nostri bambini sostenuti a distanza, per accorgerci della nonna della bambina.
La nonna di Djenebou, che ci aveva visto visitare le famiglie per portare i regali e le lettere dei sostenitori, ebbe un’intuizione ed attirò l’attenzione di Abdoulaye. Gli chiese di portare le “tubabu” (le due bianche) a vedere la nipotina, Djenebou, che era seduta su una panca fuori dalla sua casa.
Una bella bimba, come tutte le bambine e i bambini maliani, ma quando la nonna le chiese di alzarsi e di camminare, capimmo che LEI era speciale. Aveva le gambe talmente storte che formavano un angolo innaturale, permettendole a malapena di camminare.
Nonostante ciò, coraggiosamente, Djenebou camminò.
Allora io mi voltai dall’altra parte, perchè mi vergognavo di mostrare che avevo le lacrime agli occhi, ma soprattutto mi vergognavo che potesse esserci al mondo una tale ingiustizia, e che doveva esserci un modo per aiutare Djenebou e migliorare la sua vita.
Ci chiesero di scattarle una foto per mostrarla ad un medico in Italia, affinchè capisse quale fosse la sua malattia e potessimo trovare un modo per curarla.
Così Alessandra scattò quella foto e la storia di Djenbou cominciò, e si intrecciò con la nostra e con quella di UnAltroMondo.

Leggi tutta la storia di Djenebou

Questa e altre storie sono state raccontate domenica 19 ottobre alla festa annuale del Sostegno a distanza di UnAltroMondo, aiutiamo www.unaltromondo.it

IL SANGUE a cura di AVIS MONZA: il donatore

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L’aspirante donatore viene sottoposto ad una accurata visita medica e ad esami di laboratorio per accertarne l’idoneità o meno alla donazione di sangue.

Viene informato in modo approfondito sulle procedure di donazione ed una volta ottenuto il suo consenso può iniziare a donare.
E’ estremamente importante che il donatore sia in buona salute e non corra rischi di contrarre infezioni per sé e per gli ammalati che riceveranno il sangue donato.

Prima di ogni singola donazione il donatore dialoga con il medico circa il proprio stato di salute, esegue una visita di idoneità (proprio così: una visita per ogni donazione!), nel corso della quale vengono controllate, oltre all’emoglobina, anche la pressione arteriosa del sangue: la massima deve essere compresa tra 110 mmHg e 180 mmHg, la minima non deve essere superiore a 100 mmHg.

La rilevazione della pressione arteriosa Al donatore vengono prelevati di norma circa 450 gr. di sangue intero e tra una donazione e l’altra devono trascorrere almeno 3 mesi per gli uomini, sei mesi per le donne in età fertile.

Con la plasmaferesi possono essere donate quantità superiori di plasma (650 ml), poiché viene prelevata soltanto la parte liquidoproteica e vengono reinfuse le cellule.

Ad ogni donazione, sul sangue del donatore sono controllati vari parametri, tra cui:
– HIV (AIDS);
– HbsAg (epatite “B”);
– HCV (epatite “C”);
– Ricerca malattie veneree;
– GOT e GPT (eventuale sofferenza del fegato).

Periodicamente il donatore esegue esami completi del sangue tesi a verificare il permanere del suo buono stato di salute.