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Sofrologia Caycediana: per combattere lo stress

Abbiamo scoperto un corso veramente interessante…

Un corso mirato per chi ha la necessità di fronteggiare in breve tempo lo stress accumulato nel quotidiano: sul lavoro, a casa, a causa di relazioni complicate e di situazioni stressanti che si trova a vivere.
Lo stress influisce sui nostri comportamenti rendendoli inadeguati, e quel che è peggio danneggia il nostro organismo: cominciamo a somatizzare le tensioni (mal di testa, mal di schiena, dolori di stomaco, insonnia etc.).
In 5 settimane con 5 incontri di circa un’ora impariamo una serie di tecniche sofrologiche, da ripetere a casa, che ci permettono di rilassarci e di percepire piano piano gli stimoli stressanti con meno intensità, di adeguare le nostre reazioni a quegli stimoli in modo per noi più funzionale. Diminuiscono così le reazioni organiche allo stress e cominciamo a vivere più tranquilli e con la mente più serena.

Per chi è consigliato?
Il corso è per tutti: per chi svolge professioni di responsabilità o lavori stressanti per intensità e durata, per le donne che lavorano sia in casa che fuori, per le mamme col carico della famiglia, per gli studenti stressati dagli esami, per chiunque voglia vivere più sereno e ottimista.

Quando?

Dal 26 ottobre, ogni sabato dalle 14,30 alle 15,30.

Il corso è diretto da EMI RAVAGNANI, Sofrologa.

Presso la palestra TOTAL TRAINING MILANO (Via Iglesias 37 Milano) tel. 02.36767698 – prenota,sono 5 incontri in 5 settimane.

Spasmi affettivi, capricci

Spasmi affettivi, capricci [tratto da www.ferrandoalberto.blogspot.it – Dott. Alberto Ferrando]

Un fenomeno abbastanza frequente nei bambini sono gli gli spasmi affettivi (episodi di apnea inspiratoria nei bambini, con possibile perdita di conoscenza dopo essere diventati, nella forma più frequente cianotici). Quando il bambino trattiene il respiro cercate di intervenire prontamente soffiandogli in faccia o ,se avete la possibilità, spruzzandogli un pò di acqua sul volto. Anche se perde coscienza comunque non ci sono conseguenze e la ripresa è rapida per il bambino (un pò meno, psicologicamente, per i genitori e i nonni in quanto ci si trova una bella “paura”).
Gli “spasmi affettivi” compaiono dopo frustrazioni, sgridate o se il bambino è contrariato o in caso di dolore in circa il 5 % dei bambini. Soprattutto nell’età da 6 mesi ai 2 anni e terminano in alcuni addirittura a 6 anni .
Gli spasmi affettivi più frequenti sono quelli in cui il bambino trattiene il respiro e diventa cianotico (più rari alcuni detti “pallidi” che compaiono più frequentemente in caso di stimoli dolorosi). Se contrariati alcuni bambini possono arrivare agli spasmi affettivi, altri arrivano a vomitare o battono la testa ripetutamente al muro o a terra. Molto spesso in queste occasioni viene naturale all’adulto assecondarli e dargliele ed è lì che loro approfittano della situazione e imparano che quella è la strada per ottenere ciò che vogliono, è un precedente. Nei bambini che arrivano ad avere gli spasmi affettivi cianotici bisogna, nel tempo, cercare di non concedere tutto per paura della crisi e se compare, come detto sopra, soffiare in faccia al piccolo o bagnarlo con dell’acqua, mantenendo la calma, perché se il bimbo perde conoscenza, si riprende subito.
In alcuni casi un fattore favorente è la carenza di ferro. Ovviamente quanto scritto deve essere valutato dal proprio pediatra curante sia per la conferma della diagnosi che per una eventuale terapia e soprattutto per consigli su educazione e comportamento.

Un problema senza eta’

Un problema senza eta’

La depressione può colpire anche i più piccoli. Ecco i campanelli d’allarme e i consigli per non farsi cogliere impreparati

La depressione, definita spesso ”la malattia del secolo”, e’ un disturbo contraddistinto da una costante e durevole condizione di tristezza e infelicita’ che puo’ perdurare anche per molto tempo. Un disagio che colpisce il 3% dei bambini e il 9% degli adolescenti italiani: un numero importante e sicuramente in crescita, che ci deve mettere in allarme, inducendoci non solo a capire i problemi dei piu’ giovani e a curarli, ma anche e soprattutto a prevenirli.

I segnali

Vi sono, pero’, alcuni comportamenti che possono aiutare i genitori a comprendere l’insorgere di uno stato depressivo e quindi a consultare un medico che li guidera’ poi alla scelta di uno psicologo o di un neuropsichiatra infantile.

LE COSE DA FARE

Parlare ai propri ragazzi, qualunque età essi abbiano, in maniera sempre molto diretta,< senza ambiguità e mantenendo un comportamento chiaro e prevedibile. Evitare di proteggerli in maniera esagerata rendendoli fragili ed insicuri. Preservarli da discussioni tra coniugi e da tensioni familiari che non li riguardano. Insegnare loro ad accettare gli insuccessi che fanno parte della vita e sostenerli nel superamento delle loro paure, angosce e difficoltà. Sono, questi, tutti gli atteggiamenti che possono difendere e proteggere i nostri piccoli dalla depressione.

I piu’ evidenti: mancanza di interesse verso il gioco o attivita’ che prima entusiasmavano; difficolta’ di concentrazione e poca reattivita’; stati diffusi di tristezza e desiderio di solitudine; rallentamento dello sviluppo psico-motorio e laconicit a’; forte irritabilita’ e mancanza di energia; cambiamento delle abitudini alimentari e del sonno.

A scatenarla, oltre ai fattori ambientali che agiscono sulla psiche, contribuiscono anche cause genetiche

Soprattutto nel periodo dell’adolescenza, fase molto complicata in cui l’autostima subisce forti contraccolpi e in cui i ragazzi sono alla ricerca di una propria identita’, i giovani sono particolarmente soggetti a rischio di depressione. Pur non trascurando che in questa eta’ altresi’ usuale che gli adolescenti si esprimano con comportamenti spesso contraddittori e tendano a staccarsi dalla famiglia o da abituali gruppi, e’ essenziale che i genitori aiutino i propri figli cercando di prevenire il disturbo. Inoltre, e’ bene ricordare che mentre l’adulto e’ in grado di comprendere che cosa sia un comportamento depresso e di poter essere quindi affetto da questa malattia, il bambino e’ incapace di fare questa distinzione. Se non curati e seguiti, i bimbi piu’ piccoli rischiano di crescere sviluppando veri e propri disturbi della personalita’. Conducendo poi ogni giorno una battaglia sfinente contro i propri disagi e l’;impossibilita’ di essere felici e soddisfatti. Infine, facendo i conti con un’accanita ipercriticita’ verso se stessi e indebolendo una gia’ scarsa fiducia verso il prossimo.