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Storia GEOLOGICA d’Italia. Cap. 2

LE TERRE EMERSE FORMANO UN UNICO CONTINENTE, LA PANGEA, CIRCONDATO DA UN VASTISSIMO OCEANO: LA PALEOTETIDE.

L’AMPIO CONTINENTE E’ COME UN COPERCHIO CHE RALLENTA LA PROPAGAZIONE DEL CALORE DALL’INTERNO DELLA TERRA VERSO LA SUPERFICIE.

LA TEMPERATURA DEL MANTELLO TERRESTRE AUMENTA FINO A PROVOCARE L’INARCAMENTO DELLA CROSTA CONTINENTALE.

Prima di 250 milioni di anni fa, il continente Pangea presenta un vasto golfo a Est, più o meno alla attuale latitudine dell’Italia.
In corrispondenza di questa insenatura, la crosta terrestre comincia a gonfiarsi e a sollevarsi. Questo movimento, causato dalla risalita di calore dalle zone più interne del globo terrestre, si svolge nell’arco di decine di milioni di anni. Se una vasta regione si arcua fino a fratturarsi, si formano una serie di rilievi e di incisioni che favoriscono l’azione erosiva e la formazione di ripidi corsi d’acqua.

Il materiale eroso da rilievi geologicamente giovani della superficie terrestre, trasportato dai fiumi e sedimentato nelle zone pianeggianti, consiste prevalentemente in pezzi di roccia grossolani e poco arrotondati, perché sono strappati dalla superficie e abbandonati in tempi relativamente rapidi. Quando il trasporto è più prolungato, non solo i granuli vengono abrasi, arrotondati e rimpiccioliti, ma avviene anche una selezione mineralogica, dal momento che i minerali più fragili si frantumano, fino ad essere completamente disciolti, prima di quelli più resistenti.

Attraverso lunghi processi di compattazione e litificazione, dai sedimenti accumulati si formano le rocce. Sulle Alpi sono presenti numerose rocce la cui formazione è attribuita a questa fase geologica (prevalentemente arenarie e conglomerati come, ad esempio, le arenarie di Valgardena e il Verrucano Lombardo. Queste rocce vengono definite di tipo continentale, in quanto i processi di erosione, trasporto e di sedimentazione dei granuli che le compongono si sono verificati sopra una crosta di tipo continentale.

[tratto da http://vulcan.fis.uniroma3.it/lisetta/adamello/adamello.html]

Fondazione Pangea Onlus, Campagna San Valentino 2014

“Perché ogni amore vale, dillo con una tazza Pangea”

Fondazione Pangea onlus ha voluto dedicare al giorno di San Valentino un simbolo che esprime lo stare insieme concreto, profondo di ogni coppia, ogni giorno: la tazza che riaccende la giornata e l’amore fra due persone. Una dimensione, una forza che a volte dimentichiamo di porre al centro personale e sociale delle nostre vite. Se è vero che la “festa degli innamorati” è per lo più un appuntamento commerciale, si può restituire a questa ricorrenza un significato più profondo, forse per la prima volta.

L’amore è rispetto. Il contrario del rispetto è la violenza.

Violenza che Pangea s’impegna a combattere, rispetto che ogni giorno promuove: in luoghi dove i diritti sono negati, dove l’indifferenza si trasforma nel disprezzo della vita dell’altro/a, Pangea lavora per restituire voce a chi crede in questo e chiede di poter essere pienamente insieme.

L’amore è anche l’unica, straordinaria risorsa che abbiamo per opporci alla prevaricazione e alla discriminazione. E’ la cultura dello stare insieme che supera lo stare divisi, come se ogni problema fosse un problema dell’altro e non una questione comune da risolvere.

Semplicemente insieme, ogni giorno, dimostriamo e confermiamo quanto aberrante, inaccettabile, inutile sia prevaricare l’altro, impedire di vivere, di essere.

Semplicemente noi, a due a due e tutti insieme.

È questo il senso del lavoro che la Fondazione porta avanti da anni, garantendo istruzione, formazione professionale, educazione igienico-sanitaria e ai diritti umani, microcredito, in contesti in cui “amore” è una parola che non ha più significato: in Afghanistan nei distretti più poveri di Kabul, in India negli slum di Calcutta e a Koppal, ma anche in Italia – dove dietro le mura di casa, il luogo degli affetti, in realtà spesso si nascondono l’abuso e la violenza – realizzando per migliaia di donne e le loro famiglie programmi dedicati allo sviluppo economico e sociale, con strumenti semplici ed efficaci, che creano futuro, che creano una diversa cultura dello stare insieme.

“Perché ogni amore vale, dillo con una tazza Pangea” : la campagna di raccolta fondi 2014

È l’invito che Fondazione Pangea rivolge a tutti gli innamorati – e non solo – per il giorno di San Valentino. Esprimiamo i nostri sentimenti alla persona cara, attraverso un dono che aiuterà Pangea a sostenere proprio quella cultura di amore e rispetto che possono costruire un mondo più giusto.

Grazie a un video e alle immagini scelte per la realizzazione della campagna di quest’anno, Pangea trasforma la Tazza nel contenitore di tanti quotidiani condivisi che, uniti, realizzano un unico obiettivo: promuovere Pace.

La Tazza come uno dei tanti simboli del vivere insieme: un oggetto presente nel quotidiano delle nostre mattine quando uno di fronte all’altro ri-cominciamo a parlarci, iniziamo una giornata, che sappiamo sarà un nuovo campo di prove difficili, talvolta di incomprensioni, ma che supereremo solo condividendole.

Un dono al quale attribuire significati profondi, una Tazza da dedicare singola o doppia per regalarsi vicendevolmente il simbolo di un impegno che va oltre i confini di un sentimento a due.

Per scoprire come ricevere le Tazze Pangea, e per avere maggiori informazioni andate subito sul sito di Pangea pangeaonlus.org/sanvalentino

Buon San Valentino a tutte le coppie e a ognuna.

Luca Lo Presti: lettere di viaggio – 31.12.2012

Prima di farvi i miei più sinceri auguri per il nuovo anno vorrei riportarvi un breve commento relativo ai recenti fatti accaduti in India perché credo sia fondamentale avere una corretta interpretazione delle cronache troppo spesso solo urlate.
Avrete certamente sentito che in questi giorni in India una giovane donna e’ stata stuprata e uccisa e a seguire altri fatti simili ma la notizia vera non e’ questa, in India ogni giorno una donna subisce la stessa sorte e il 63% dei bambini subisce abusi, la vera notizia, il fatto che deve indurci ad una riflessione, e’ che la società civile indiana e’ scesa per le strade a protestare e questo non era mai accaduto prima. La grande protesta e’ indicatore del fatto che i movimenti per i diritti umani stanno lavorando bene, molto meglio che in Italia dove l’attenzione su questi temi e’ ancora bassissima e i dati della violenza contro le donne e i bambini sono più inquietanti di quelli indiani.

Frequento l’India da circa 30 anni e con Pangea ci lavoro da 9 e queste cose le conosco bene. Lavoriamo tra la gente, per le donne ultime tra le ultime, disabili di Calcutta che erano usate come oggetti anche per il piacere sessuale e oggi sono imprenditrici che vivono in dignità e pace. Siamo con le devadasi del sud, ex prostitute bambine che oggi hanno aperto 3 banche rurali e la cosa che vi posso garantire e’ che non sara’ la pena di morte che oggi rischiano quegli stupratori a fermare le violenze ma l’incessante opera di sensibilizzazione ed educazione al rispetto che anche Pangea, tra gli altri, sta facendo nel paese che nasce nel nome della Madre e in ogni dove vi sia bisogno questo si faccia. Politiche che nascono dall’ascolto e dalla comprensione che parte dalla condivisione, regole fondamentali che anche chi governa dovrebbe tener presenti e che oggi sono felice di condividere con tutti voi.

Per il nuovo anno non vi farò gli auguri chiedendovi di rivolgere un pensiero alle persone più sfortunate, a chi vive in povertà o in guerra. Questa volta chiedo qualcosa per ciascuno di voi, e per me stesso: vi auguro di avere la voglia e il coraggio di vivere un 2013 fatto anche di gioia, fiducia e pace. Di riuscire a vedere la bellezza, anche quando tutto sembra apparire brutto. Di non sentirvi soli, perché veramente soli non lo siamo mai. Di trovare in ognuno dei prossimi 365 giorni almeno un’occasione per sorridere di cuore. Di ricordarvi di essere felici per le persone che siete e non per le cose che possedete. Il resto, almeno per come la vedo io, è decisamente secondario.

Un abbraccio.

Luca

P.s. Sotto se vorrete leggerla una lettera che racconta l’India dove Pangea lavora.

Esiste un luogo dove il mondo si incontra, dove le madri nascono e dove i colori e i sapori si mescolano consentendo alla mente di perdersi. È un luogo dove le notti sono avvolgenti e le luci tenui accompagnate da suoni di mantra sussurrati cullano l’anima. In questo luogo tutto è dedicato alla madre: il nome del fiume più sacro che porta la vita; il nome dei templi e il nome delle divinità. Questa nell’immaginario comune l’India paese dove Fondazione Pangea lavora da anni e denuncia una realtà completamente differente dallo stereotipo che la definisce la terra della pace e dell’amore. In India l’uomo è riuscito attraverso lo sviluppo supremo dei propri egoismi a creare le condizioni perché tutto divenga il contrario di tutto. I colori accesi delle donne si spengono perché le madri muoiono di parto e le mogli muoiono false suicide per interessi legati alla dote. I profumi più intensi dei fiori più belli si tramutano nell’odore più acre nel paese dove oltre 600.000 bambine non nate piangono silenti perché non desiderate. Muoiono uccise dalle ecografie che medici corrotti contrariamente a quanto prevede la legge fanno per procurare aborti selettivi. Medici che nelle cliniche private assistono gratuitamente partorienti per poi, a loro insaputa, sterlizzarle per incassare soldi dallo stato che incentiva questa politica. Anche i suoni dei mantra divengono urla di rabbia e sgomento innanzi alla consapevolezza che il 63% dei bambini subisce violenza, stuprati da sadu che non rappresentano il sacro ma approfittano dell’ignoranza e della superstizione oppure, da turisti senza scrupoli che lungo le rive di quel fiume santo dove e’ blasfemo bere una birra li addescano in cambio di poche monete. E’ l’India il luogo dove gli interessi di pochi predominano sui tanti, il 70% della popolazione sopravvive con meno di un dollaro al giorno vivendo in slam talmente grandi che non e’ possibile misurarne con lo sguardo i confini. Un paese dove i latifondisti pretendono oggi la ius primae noctis scegliendo nei villaggi le ragazze più belle o dove bambine sono costrette per riuscire a sfamare la loro famiglia a divenire devadasi, giovanissime prostitute dedicate ad una dea sfregiata dall’uomo. l’India null’altro e’ se non la metafora del mondo, Un mondo fatto di egoismi che spegne il sogno della vita e persegue la via della guerra, oltre 22 conflitti inter etnici o inter religiosi affliggono questa terra. Pangea lavora qui, nell’india vera, in quella dove la gente suda e fatica spingendo rischiò e raccogliendo immondizia per sfamarsi, non in quella raccontata nei libri delle favole ed è importante esserci non per dare elemosina ma per lottare con la gente perché tutto ciò possa cambiare. Per far questo viviamo con le donne degli slam di Calcutta dove la vita sembra impossibile possa ripartire ma, grazie al nostro progetto, molte donne disabili prima trattate come oggetti da gettare oggi hanno dignità, diritti e economia. Oppure nei territori desertici del Karnataka dove ancora oggi si diviene devadasi e si subiscono le angherie dei latifondisti. Qui, nel nulla, oltre 10.000 donne hanno raggiunto l’indipendenza economica, non muoiono per problematiche legate al parto, hanno imparato a leggere e scrivere e mandano a scuola i loro figli che, tra maschi e femmine sono oltre 50.000! Tra non molto, se riusciremo a trovare i soldi, Pangea sarà anche a Varanasi, la città più santa, per smascherare e portare in tribunale gli stupratori di donne e bambini. Un mondo che uccide le madri è un mondo che non sogna e la mancanza di sogni uccide la vita.
Pangea ha il compito e il dovere di riuscire a ritrovare il sogno e realizzarlo, avendo la forza di saper affrontare il tempo più lungo, quello dell’attesa legata alla maturazione dei semi che il frutto dello sviluppo dovrà portare. Forse non stiamo cambiando il mondo ma certo stiamo cambiando la vita di tante persone e, per far questo non c’è prezzo, costo da ritenersi eccessivo o fatica. Salvare una vita è ciò che ognuno di noi ha il dovere di fare. Non ci sono eroismi o straordinarietà, tutto è parte di un ordinarietà legata alle logiche più semplici, quelle dell’Amore. Con questo negli occhi e nel cuore devo confessarvi che durante questo ultimo viaggio la mia mente e il mio spirito si sono rasserenati non grazie ai mantra o per il lento andare di una barca sul Gange ma perché ho visto ciò che stiamo realizzando grazie allo sforzo di tutte le persone che credono nel nostro lavoro e ci donano con fatica e con desiderio di Fare anche solo un euro. Porto dunque a tutti voi la serenità che trovo negli sguardi delle Donne che incontro, il sorriso dei Bambini che mi corrono incontro e la stretta di mano di Uomini che hanno la possibilità di immaginare un futuro migliore. Un futuro dove globalità fa rima con dignità e non con sfruttamento. Un futuro dove, tutti insieme, troveremo quel sogno e lo tramuteremo in segno.
Luca Lo Presti

Da Pangea – Luca Lo Presti

24 milioni di persone nel mondo sono vittime di tratta degli esseri umani.

l’80% di loro viene utilizzato a scopi sessuali. 2 persone su 3 tra esse sono donne.

Solo una su cento viene liberata e salvata. Il traffico di esseri umani è considerato dal tribunale penale internazionale un reato tra i più gravi insieme al genocidio e ai crimini di guerra eppure si spendono pochissimi soldi per fermarlo, perché? Il traffico di esseri umani ha un valore stimato di 32miliardi di dollari forse in questo possiamo trovare una risposta. Altra spiegazione la si trova nelle parole del responsabile delle Nazioni Unite per la tratta che dice: la maggior parte dei corpi di polizia al mondo è gestita da maschi che reputano un reato minore l’avvio alla prostituzione oppure addirittura non lo considerano reato.
Non molto tempo fa ho seguito un autobus carico di bambini che sarebbero stati venduti come schiavi del sesso, oggi sono nuovamente con le loro mamme ed inseriti in un progetto Pangea. Raccontavo questo ad alcune persone oggi e loro mi hanno detto che il mio gli sembra uno sforzo inutile, hanno detto che malgrado me tutto continuerà come prima. Li ho guardati serio ed ho raccontato loro una storia africana che non molto tempo fa un caro amico mi ha voluto regalare, la storia recita pressappoco così:

Un giorno nella foresta scoppiò un incendio. Tutti gli animali cominciarono a scappare, tutti all’infuori di un piccolissimo colibrì che, facendo avanti ed indietro dal fiume, riempiva il suo becco con le poche gocce d’acqua che poteva contenere e le lasciava cadere sull’incendio. Un elefante osservando la scena derise il piccolo uccello e gli domandò: ma cosa pensi di fare, di salvare tutti gli animali della foresta?! Il colibrì lo guardo e serio rispose: <tu scappa pure se vuoi, io faccio la mia parte!>

Buona giornata di sole a tutti!

Luca Lo Presti   www.pangeaonlus.it