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La didattica in vacanza. A cura di leontina Sorrentino

E’ possibile vivere l’arte come un’avventura? La stagione estiva consente di trascorrere più tempo fuori casa magari insieme ai propri figli. E allora divertiamoci ad giocare con i bambini!
L’entusiasmo creativo dei bambini e delle bambine non si esaurisce quando finisce l’anno scolastico. Non resta a casa quando si parte per il mare (o la montagna o il lago). Non si chiude nello zaino quando si esce per un’escursione o semplicemente per andare a giocare al parco!
Insomma come la curiosità, la voglia di conoscenza è sempre vigile! Allora non mortifichiamo questa spinta e assumiamo un atteggiamento di fiducia verso la creatività dei bambini sempre e in ogni luogo! Facciamoli giocare con l’arte ovunque essi siano.
Come si fa?
Dando valore a piccoli gesti e incoraggiando giochi spontanei. Ecco un vademecum di azioni, apparentemente privi di utilità, ma in realtà cariche di importanza.
1- FARE: lascia una traccia. Se siamo sulla sabbia con le mani o un bastoncino possiamo lasciare un segno (o su un manto di foglie), variando il tratto per vedere come muta la forma, la profondità, lo spessore.
2- RACCOGLIERE: collezionare oggetti. Legnetti, foglie, conchiglie, sassolini…tutto quello che di norma i bambini trovano durante le passeggiate, può essere oggetto di sfoggio della propria fantasia. Si possono catalogare, mettere in file, dividere in gruppi, esporre, essere mattoni di nuove creazioni.
3- OSSERVARE: Sfogliare libri. Anche non di arte! Comprare un paio di fumetti adatti all’età del bambino e metterli a confronto può essere un ottimo per allenare lo sguardo a cogliere le differenze su disegni, trame personaggi.
4- RICERCARE: immaginare alternative. Un gioco molto divertente per i bambini e molto utile è quello di cambiare una realtà data. Il classico gioco dell’assurdo, il facciamo che / guardare fuori dai finestrini della propria auto quando si viaggia o fuori dalla propria finestra di casa.
5-INVENTARE: raccontare storie. Non ho ancora incontrato un solo bambino a cui non piaccia ascoltare una bella storia! Allora inventiamole insieme! Poniamo un tema e un pezzetto ciascuno aggiungiamo particolari, personaggi e
avventure!
6- CONOSCERE: visitiamo un museo. Un sito archeologico, una mostra. Partecipiamo con loro ad un evento tradizionale…insomma facciamo con bambini (anche piccoli) quello che pensiamo possa piacerli al raggiungimento
della maggiore età!Non importa tanto che noi sappiamo esattamente quello che andiamo a vedere. Quello che conta è lo spirito di scoperta che deve accompagnare l’avventura.

Parlare di Arte senza ‘sporcarsi le mani’.
Senza colori, carte, crete, pennarelli o tele è possibile parlare di arte raccogliendo spunti e stimoli che provengono dal mondo esterno da cui i bambini sono attratti e trasformarli in riflessioni che fanno crescere senza annoiare.
Parlare di Arte senza essere ‘professori’ Scoprire storie, aneddoti, conoscere artisti, vedere opere è un’esperienza che possiamo vivere in serenità anche senza esser egli storici dell’arte! Da neofiti come loro! Non smetterò mai di dire che non può parlare di arte solo chi ha la laurea in materia o un diploma in accademia! Il che non vuol dire che dobbiamo lanciarci in critiche o in affermazioni su cui non abbiamo cognizione. Piuttosto che ciascuno deve riconoscersi il diritto di dire la propria sull’arte con le competenze e con le informazioni che possiede. Anche solo esprimendo delle sensazioni in merito. Ad un’opera che si guarda insieme e cercare -insieme- ai propri bambini delle risposte che non si conoscono. E’ un modo altro di vivere una relazione e un approccio funzionale e sereno al mondo che ci circonda, di cui l’arte fa parte!
Dunque anche in vacanza, con il sole, con la pioggia, da soli o in compagnia, è possibile occupare del tempo avvicinandosi, piccoli e grandi insieme, all’arte in maniera positiva e divertente.
Quello che conta, per quanto mi riguarda, non è tanto forzare i bambini a fare un’attività o costringerli ad ascoltare, quando non ne hanno voglia. Quanto lanciasi in un’esperienza condivisa. In cui guardarsi in giro con occhio ‘bambino’ vuol dire anche dedicarsi l’uno all’altro.