Articoli

La valorizzazione del bambino e del suo lavoro. A cura di Leontina Sorrentino.

Che cosa è importante in un laboratorio sull’arte per bambini? Perché valorizzare i lavori dei bambini?

Oltre all’attività manuale, ci sono altri momenti ugualmente importanti da curare nell’incontro con i più piccoli.
Alcuni termini sono usati come slogan ma spesso si dimentica il reale significato, più che semantico, evocativo. Si fa un gran parlare intorno alla Valorizzazione dei Beni Culturali Italiani, atto dovuto ad un Patrimonio inestimabile di cui siamo eredi e testimoni. Anche la Valorizzazione, come il Rispetto e la Creatività, è frutto di un percorso educativo. È una pratica che va presentata, coltivata e consolidata. Pensare a quanto ciascuno di noi realmente si dedichi a ‘valorizzare’ il lavoro proprio o quello degli altri nella quotidianità, ci darà la misura della questione. Nella valutazione di un lavoro, ci si concentra sugli errori da superare, sulle singole criticità emerse, ma raramente dedichiamo la stessa attenzione ad elogiare gli aspetti positivi che, inevitabilmente, accompagnano gli errori.
Quanto tempo dedichiamo a ‘fare aumentare di valore’ i lavori eseguiti dai bambini con cui lavoriamo? Quanto spazio riserviamo al ‘fare con le mani’ e quanto all’analisi critica, ovvero descrizione, ovvero racconto da parte del bambino di ciò che ha realizzato?

Io immagino il LABORATORIO come un segmento suddiviso in tre macro-aree: accoglienza, lavoro manuale, restituzione.

Accoglienza
Il tipo di accoglienza che riserviamo ai bambini prima di un laboratorio determina l’andamento dell’intera attività. L’accoglienza, rappresenta il momento del passaggio del bambino dalla mano dei genitori alla nostra. Il primo contatto in qualunque relazione è quello che ci influenza e che ci colpisce. Poi sarà difficile cambiare idea. L’accoglienza come primo contatto non solo umano tra operatore e bambini (fondamentale per sviluppare l’empatia necessaria per avviare un lavoro libero e fruttuoso) ma che stabilisce cosa possiamo chiedere l’uno all’altro. L’accoglienza avviene attraverso la presentazione propria e dei bambini.

Attività Manuale
E’ la parte riservata alla sperimentazione, libera e guidata, di tecniche su percorsi selezionati e pensati appositamente per le fasce di età coinvolte. È il momento in cui proponiamo, attraverso materiali diversi, un’esplorazione pratica su un dato tema, che può essere sensoriale e cognitiva, individuale o di gruppo. Il quanto il bambino si senta libero di esprimersi e di interagire con noi, ci farà capire il tipo di relazione che si è costruita: più si sente a proprio agio, più un bambino osa, più si sente libero di creare.

Restituzione
E’ la parte conclusiva del percorso. Per me è fondamentale. È il momento in cui un bambino espone la propria opera agli altri, in cui può raccontarla, commentarla o solo mostrarla. Questa operazione consente di formalizzare, codificare, illustrare le proprie scelte attraverso un atto ‘critico’ inteso come analisi, non come giudizio. Un lavoro assume connotati diversi quando lo si trasporta dalla sfera personale (lavoro del bambino) a quella pubblica (esposizione collettiva), necessita di un linguaggio suppletivo. Esponendo diamo valore all’opera e al suo piccolo creatore, che riconosce in essa il proprio estro e la propria identità.

Un laboratorio non serve solo a creare con le mani e a far trascorrere due ore di divertimento ai bambini. Un laboratorio, impostato con i criteri della didattica, attiva delle abilità, rafforza delle competenze sia pratiche, che emotive che relazionali. Attraverso un percorso che parla di arte è possibile incentivare l’espressività individuale in tutte le sue forme. La didattica dell’arte prevede percorsi per far conoscere artisti, generi, movimenti, metodi, tecniche, ma influisce sull’esplorazione del proprio microcosmo e sulla scoperta delle proprie preferenze. Con il tempo influenza il personale gusto estetico (che diventa quello dominante e collettivo) e determina la ricerca di un approccio personale e l’ottimizzazione del proprio metodo.
Il fattore tempo in un laboratorio è sempre determinante. So bene che spesso i committenti (per questioni di denaro, di organizzazione e di logistica) chiedono percorsi che durano anche solo un ora. Tuttavia, pur avendo a disposizione un tempo minimo possono essere lo stesso rispettati, in maniera esauriente, l’aspetto dell’accoglienza e quello della valorizzazione dei lavori finali. Perché non rappresentano un orpello al lavoro manuale, ma, insieme ad esso, ne figurano l’essenza.

La SIP (Società Italiana di Pediatria)presenta la piramide dell’attività motoria.

I costi sociali della sedentarietà sono alti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che 1,9 milioni di morti nel mondo sono attribuibili all’inattività fisica e circa 2,6 milioni a sovrappeso e obesità.

La sedentarietà è inoltre responsabile, in una percentuale che va dal 10% al 16%, di alcuni tumori (seno e colon) e del diabete di tipo 2, e del 22% delle malattie cardiovascolari, oltre che di altre patologie croniche in rapido incremento negli ultimi decenni.
Cambiare stili di vita sin dalle prime età della vita è necessario, ma questo non significa necessariamente aumentare le ore dedicate alla pratica sportiva”, spiega il Presidente della SIP Giovanni Corsello, “il movimento non è solo sport, è gioco, attività all’aria aperta, passeggiata: tutte attività che devono far parte delle abitudini quotidiane di bambini e adolescenti di tutte le età”.

Agli Stati Generali della Pediatria la SIP presenta la piramide dell’attività fisica e motoria, che illustra le regole da seguire per uno stile di vita salutare.

Alla base della piramide sono indicate le attività da svolgere quotidianamente, man mano che si sale verso i gradini più alti della piramide si incontrano le attività da svolgere con minore frequenza. “I bambini devono andare a scuola a piedi tutti i giorni, fare attività fisica all’aria aperta almeno 4-5 giorni alla settimana, di cui 3 o 4 volte in maniera organizzata, possibilmente con gioco di squadra” spiega Corsello. “Occasionali, ma importanti le attività all’esterno, organizzate in forma di gita. Occorre invece ridurre a non più di un’ora al giorno il tempo dedicato a tv e videogiochi”. Mettere in pratica queste regole richiede un’organizzazione della vita coerente con questi obiettivi, città più a misura di bambino, con spazi organizzati, più verde pubblico fruibile e iniziative dei Comuni per fare in modo che i bambini possano andare a scuola a piedi in sicurezza.

(dal sito: www.sip.it)