Articoli

Autismo, la Dott.ssa Anna Pazzaglia ci aiuta a capirlo.

Iniziamo la collaborazione con la Dott.ssa Anna Pazzaglia cercando di rispondere nel modo più semplice possibile alle domande che ci avete fatto.

Che cos’è l’autismo?

L’autismo è un disturbo della sfera della comunicazione verbale e non verbale (gestuale) che impedisce al bambino di decodificare la realtà che gli sta intorno e le relazioni con gli altri nella loro reciprocità.

Che cosa caratterizza il bambino autistico?

Il bambino autistico ha serie difficoltà a sviluppare il linguaggio verbale e non verbale che può mancare del tutto o può manifestarsi con frasi ripetute e senza significato (per il linguaggio verbale).
Non riesce a relazionarsi con gli altri e vive stati di tensione emotiva che si manifestano con le stereotipie (comportamenti ripetitivi e ossessivi).

Il bambino autistico ha risposte sensoriali incoerenti sembra sordo e sembra pure che nn avverta il dolore il caldo il freddo.

Può essere un idiot savant ovvero sviluppare grosse capacità in ambiti particolari come la pittura oppure semplicemente la ripetizione mnemonica di numeri complessi in sequenza pur presentando un ritardo mentale.

Da cosa deriva l’autismo?

Non è ancora chiara l’origine ma sembra che ci siano cause ereditarie fattori dovuti a infezioni del feto danni al cromosoma X oppure al dna. E’ quai sempre presente una lesione a livello cerebrale.

Il bambino autistico ha un’intelligenza normale?

Il bambino autistico presenta un ritardo mentale atipico che è dovuto alla mancanza di possibilità di mettersi in relazione con gli altri e col mondo.Usa gli oggetti in maniera impropria cominciando dai giochi.

I bambini autistici possono parlare?

Ci sono bambini che parlano ripetendo frasi in maniera ossessiva anche frasi che hanno sentito mesi prima e che si ricordano perfettamente. Si può con una logopedia adeguata ai bisogni del soggetto agire attraverso ad esempio l’autoconversazione modalità in cui il terapista parla da solo a voce alta producendo nel bambino uno specchio per relazionarsi.

Si può aiutare un bambino nelle sue difficoltà di coordinamento psicomotorio?

Si agisce con la psicomotricità che prenderà in considerazione una dimensione ludica per il suo intervento nella quale si forma una relazione fondata sul gioco che sarà matrice di dei primi apprendimenti e delle prime comunicazioni in maniera integrata.

Come può aiutarlo un genitore?

Un genitore non deve adattarsi alla sua mancanza di movimento ma può aiutarlo insieme allo psicomotricista attraverso giochi di movimento in maniera indiretta giochi che presuppongono una distanza per indurli al movimento.

Ci sono persone che possono aiutare mio figlio a svolgere le attività quotidiane?

Si gli educatori possono realizzare un progetto su misura osservando le abilità acquisite e sviluppando quelle mancanti.

Come lavora un educatore su mio figlio?

L’educatore darà degli aiuti relazionali ovvero guiderà vostro figlio con le sue mani facendogli fare il gesto ad esempio di lavarsi le mani, farà da specchio eseguendo l’azione e poi in un secondo momento chiederà aiuto nello svolgerlo, indicherà in maniera gestuale o attraverso cartelli dove sta l’oggetto che serve in quel momento userà un suggerimento verbale come allacciati le scarpe. Tutte queste azioni mirano ad un’indipendenza graduale raggiunta con l’educatore.

Mio figlio si fa i bisogni addosso come posso aiutarlo?

Sia gli educatori che i genitori possono aiutarlo. Innanzitutto osservando i momenti della giornata in cui si fa i bisogni addosso e poi per aiutarlo a raggiungere il controllo sfinterico bisognerà anticiparlo ed accompagnarlo in bagno nei momenti rilevati con l’osservazione facendoli eseguire la sequenza senza stress e premiandolo se questa verrà svolta in maniera corretta. Di notte bisognerà svegliarlo prima dell’orario del bisogno utilizzare un pannolino mutandine e usare una luce tenue per farlo andare in bagno non immettendo nella sequenza anche l’accensione della luce principale (creando così un ulteriore complicazione nella sequenza).

Anna Pazzaglia ha master in Pedagogia speciale: progettista specializzato in percorsi di inclusione/integrazione per il “superamento degli handicaps” di 1.500 ore attivato presso l’Università di Bologna. Vive a Bologna e potete contattarla tramite la sua E-mail: annapazzaglia@alice.it o presso la nostra redazione.