Da Gibilterra fino alla Cina, passando per l’Africa e abbracciando saldamente la vasta cultura araba: l’islamismo è la seconda religione più diffusa al mondo, con oltre 1.250.000.000 fedeli e uno sconfinato territorio interessato.

Le diverse aree culturali, toccate dall’Islam nel corso dei secoli, hanno dato origine a particolari e differenti approcci religiosi ma tutti con fondamenti unici e condivisi da ogni fedele, assolutamente intoccabili.

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L’islamismo è infatti una religione monoteista , in cui viene adorato un solo e unico Dio, Allah , e tutti i fedeli si recano almeno una volta nella vita in pellegrinaggio alla Mecca , la città santa, in direzione della quale tutti pregano più volte nell’arco della giornata.

Gli islamici (la parola islamico deriva da muslin , credente) di tutto il mondo, indipendentemente dalla loro razza, cultura e condizione sociale si sentono fortemente legati e ciò influisce non solo sulla loro spiritualità, ma anche sulle loro scelte economiche, politiche ed etiche. La legge coranica , infatti, è un insegnamento che uniforma fortemente la vita dei fedeli non solo da un punto di vista religioso, ma condiziona anche la morale quotidiana e le azioni che ognuno svolge verso se stesso e verso gli altri.

Il profeta Muhammad, per noi occidentali il nome è stato tradotto in Maometto , nacque tra il 570 e 572 d.C. da una famiglia potente poi sopraffatta da altri gruppi tribali. Dopo la morte del padre, avvenuta quando Maometto era ancora bambino, il piccolo viene cresciuto prima dal nonno e di seguito dallo zio, ricco commerciante e mercante, che portò con sé il nipote nei suoi lunghi viaggi, nei quali egli conobbe altre culture e soprattutto il Cristianesimo.

Molti anni più tardi, Maometto si sposò con Kadigia, una ricca e vedova ereditiera, acquisendo stabilità economica e sociale e divenendo uno stimato e rispettato carovaniere, portato ad esempio per la sua fedeltà coniugale e per la sua onestà professionale.

Nonostante una vita soddisfacente e senza problemi, la ricchezza portò comunque Maometto, in età più matura, a porsi fondamentali domande religiose e sul senso della vita, così da arrivare ad una profonda crisi che lo spingerà alla ricerca profonda del vero Dio. Sentendosi investito da questa missione, Maometto si impose di annunciare agli arabi pagani l’esistenza di una grande ed unica divinità ed iniziò a gettare i fondamenti dell’Islam. Osteggiato dalla gente del suo stesso clan, Maometto non si perse d’animo e gridò a gran voce le sue verità, verità che costituiranno poi i punti essenziali del Corano.

La sua impresa non fu però certo facile: gli abitanti della Mecca continuarono ad osteggiare le sue azioni, per questo egli decise, con un gruppo di seguaci, di ritirarsi a Yathrib (chiamata poi Medina, ovvero città del profeta) e nel 622 questa emigrazione (conosciuta come égira) segnerà l’avvento dell’era musulmana.

A questo punto iniziò la sua vera e propria lotta contro la Mecca stessa, in cui Maometto diede prova del suo coraggio e della sua abilità di condottiero, da cui uscì vincitore alcuni anni dopo.

La sua fama e la forza dei principi che predicava, come l’unificazione di tutte le tribù, superò i confini stessi del suo territorio, arrivando a migliaia di orecchi. Moltissime conversioni alla parola del profeta ebbero velocemente luogo, arrivando persino a intaccare la città santa, la Mecca , che Maometto visitò e purificò, mettendo fine al paganesimo.

Anni dopo il profeta compì, con moltissimi seguaci, l’ultimo pellegrinaggio che precederà la sua morte e compì rituali che diverranno fondamentali nelle successive epoche e nel culto islamico.

Maometto diede così vita alla Comunità musulmana, unificando l’Arabia e dandole un ordine giurico, rendendola anche una potenza forte e compatta da ogni punto di vista.

Dopo la morte del profeta, i califfi salirono al potere politico religioso dei popoli arabi ma, dopo un inizio solido e unitario, in cui la religione islamica si diffuse ancora di più fino a toccare territori lontani e sconosciuti, iniziarono spaccature e discordie interminabili, tra le varie dinastie.

Si susseguirono vere e proprie lotte religione e di potere ( la Guerra Santa che vide l’oriente contro occidente né un chiaro e indimenticabile esempio), che coinvolsero anche la grande stirpe turca islamizzata (ovvero i sultani, chiamati così per differenziarli dai califfi, successori di Maometto).

Dopo i Selgiuchidi e i Mongoli, vi fu l’avvento del lunghissimo impero Ottomano e dei vari conquistatori che assoggettarono anche l’Asia minore, la Persia e la Mesopotamia fino all’India settentrionale, toccando poi l’occidente (i Balcani) e Costantinopoli (nel 1543). La potenza dell’impero Ottomano decadde solo nel 1918 e pochi anni più tardi decaddero anche il sultanato e il califfato.

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Il Corano ( alqor’an =predicazione)Non potremmo mai pensare alla vita di un musulmano senza fare riferimento al Corano. Ogni musulmano infatti, si è formato, ha studiato e meditato su questo fondamentale libro sacro, paragonabile per certi versi alla Torah per gli ebrei e ai Vangeli per i cristiani.

Il suo valore inconfutabile sta nel fatto che questo testo eterno è una manifestazione di Dio che, attraverso il Corano, si esprime e parla al suo popolo (alla comunità musulmana) e lo guida, per voce dei profeti (i suoi inviati) e ispirati dall’arcangelo Gabriele.

Il Corano è costituito dalle rivelazioni dell’arcangelo Gabriele al profeta Maometto (per i musulmani è sempre Muhammad e mai Maometto ), trasmesse prima oralmente e di seguito scritte (all’epoca del califfo Uthman che le fece raccogliere) ed è formato da 114 capitoli di varia lunghezza, divisi in versetti.

Le Hadit sono invece le frasi dette dal profeta nelle predicazioni e non sono presenti nel Corano.

I musulmani hanno degli importanti versetti, acquisiti appunto dalla predicazione di Maometto, che sono uguali in tutto il mondo dell’Islam e che devono essere rispettati. Ogni musulmano le deve conoscerli a memoria e li deve ripetere ogni tanto, tramandandoli ai suoi figli e ricordandoli nella preghiera quotidiana.

La preghiera ( salat )I musulmani pregano 5 volte al giorno:all’alba, verso mezzogiorno, nel pomeriggio, al calar del sole e di notte. La preghiera inizia con il ?richiamo? del muezzin che, dall’alto del minareto (torre alta e sottile della moschea), invita i fedeli al raccoglimento e lo fa con un preciso rituale.

La preghiera si compie con il capo coperto e a seconda delle tradizioni esistono molto copricapo diversi, ma tutti sono una sorta di riverenza nei confronti di Dio che guada dall’alto ed un modo per essere, ai suoi occhi, tutti uguali. Anche le abluzioni (il lavaggio del proprio corpo per purificarsi) sono necessarie per accostarsi alla preghiera ed entrare nella moschea.La preghiera inoltre presuppone varie posizioni del corpo che sono vere e proprie prostrazioni all’interno delle quali vengono pronunciate invocazioni ben specifiche.

La preghiera più importante della giornata è la seconda, quella di mezzogiorno e ogni venerdì, giorno santo dei musulmani, vieni recitata dalla comunità che si riunisce nella moschea, con lettura di brani scelti del Corano. Se non è possibile recarsi in moschea, i fedeli pregano su un tappeto, orientato verso la Mecca.

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Il digiuno ( ramadân )

Un altro dogma importante, prescritto dal Corano, è l’impegno del digiuno per un intero mese. In questo modo il fedele obbedisce a Dio e assume padronanza di sé, ma è comunque una prova dura.

Durante tutto il giorno, ovvero dall’alba alle prime ombre notturne, i musulmani non possono mangiare, niente né bere nemmeno un sorso d’acqua (a meno che non soffrano). Inoltre non si può fumare o aspirare del profumo, i sensi devono essere quasi controllati. Poi, con l’arrivo della notte, tutto torna nella norma.

Non bisogna però vedere questo precetto come una forma di costrizione che vuol far penare (Allah non vuole la sofferenza) ma come un’offerta che gli uomini fanno a lui con rispetto. Ne sono dispensati i minorenni, gli anziani (se il digiuna comporta per loro un rischio), i malati di mente, i malati cronici, i viaggiatori, le donne incinte e o che allattano.

In generale i musulmani non possono consumare alcool e mangiare carne di maiale, considerato portatore di malattie.

L’elemosina ( zakat )

Il Corano prescrive la beneficenza, ovvero l’elemosina verso i più poveri. Con il tempo questa pratica è divenuta una vera e propria imposta ed oggi è usata per abbassare il dislivello tra più ricchi e più poveri, oltre che per giustificarsi e purificarsi davanti a Dio.

Il pellegrinaggio ( hagg)Ogni musulmano deve compiere, almeno una volta nella vita, il pellegrinaggio alla Mecca. Non vi sono distinzioni di sesso o di ceto sociale, è soltanto necessario aver compiuto il diciottesimo anno di età. Proprio nel pellegrinaggio, che coinvolge in tutto il mondo persone estremamente diverse per cultura e storia, per condizioni economiche o per tradizioni ma anche semplicemente per lingua, usi e costumi è un fondamentale esempio di quanto sia forte lo spirito comunitario islamico. Questa unità ( ummah ) annienta ogni differenza e rende ogni fedele uguale all’altro e unito ai suoi fratelli.

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L’arte delle moscheePer gli islamici la moschea non è la casa dei Dio, ed in essa loro non gli fanno offerte, ma si radunano esclusivamente per pregare, per adorare e prostrarsi innanzi a Lui.

Essa prende origine probabilmente dalla casa del profeta Maometto, a Medina, la classica casa araba con cortile, ed è ornata secondo i criteri dell’arte islamica che mira a una raffigurazione e armonica ispirata alla natura e alle sue forme.In moschea il fedele entra scalzo, per questo è piena di tappeti.

I musulmani, inoltre non hanno nelle moschee o nelle case immagini sacre che rappresentino Dio perché il Corano non ammette tale pratica, ma accetta solo ed elusivamente la rappresentazione
stilizzata di animali e piante, da qui nascono i famosi arabeschi.