Era una piccola sirenetta, di quelle solite, sapete no?
No? Ma come sarebbe a dire “di che cosa stai parlando?”… Maddai… intendo quegli esseri un po’ magici, no, non quelle delle favole con la coda di pesce e i capelli lunghi… proprio le sirene, quelle di fiume però. Come dire… bellissime fanciulle un po’ fate un po’ elfi che vivono nel profondo dei boschi e si fanno vedere molto raramente e solo da quegli umani che sanno come comportarsi… Ecco, dai, avete capito? Ancora no? Ma davvero non ne avete mai viste? Ma che strano!
Comunque, quella di cui voglio raccontare era proprio una sirenetta di fiume. Si chiamava Estrel e a dir la verità era un cucciolo di sirena. E come tutti i cuccioli amava giocare e fare scherzi. Passava la sua giornata a sguazzare nell’acqua limpida del torrente che attraversava il bosco dove viveva da sempre – si, le sirenette hanno una vita molto lunga, quanto non so dire ma credetemi, davvero lunga! – e non aveva altro da fare se non ridere e scherzare con pesci, scoiattoli, linci e volpi… i suoi amici, cioè.
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Come? Dov’era quel bosco? E no, mi spiace, ma se non avete mai conosciuto una sirena di fiume vuol dire che forse non vogliono farsi vedere, e allora meglio essere discreti… adesso vi racconto questa strana storia che Estrel mi ha sussurrato un giorno, tanto tempo fa, una volta che ero un po’ triste e per rasserenarmi sono andata a fare una lunga passeggiata nel bosco. Cammina cammina, mi sono accorta di aver raggiunto un luogo che non avevo mai visto prima. C’erano alberi alti e rigogliosi, gli uccellini cinguettavano allegri, gli scoiattoli correvano sui rami dei noccioli e c’era un torrente limpido dove pesci, ranocchie e insetti ronzanti fendevano la corrente. Insomma, una specie di piccolo paradiso inaspettato, dove i raggi di sole giocavano tra le foglie degli alberi e i cespugli carichi di bacche coloravano il paesaggio. E c’era quel torrente! Ah, come vorrei esser capace di descrivervi la scena che si presentò ai miei occhi! Provate a immaginare un nastro d’argento liquido, con pagliuzze dorate e guizzi opalescenti. Rami verdissimi di enormi salici accarezzavano le acque e le ranocchie verdi saltavano sulle sponde facendo a gara con trotelle e arborelle a chi riusciva a vincere la corrente… Ecco, aggiungete i suoni soliti dei boschi, schiocchi, cinguettii, fruscii. E i profumi… Oh, i profumi! Fragole rosse, ribes e more, e poi funghetti che spuntavano da sotto le foglie… Non è difficile indovinare quel che successe! Accarezzata e cullata da bosco e torrente, mi… addormentai! Eh si, lo confesso. Quel piccolo paradiso ebbe su di me un effetto tranquillizzante, un po’ come una maxi-camomilla! Così, tornando alla nostra storia – no, non mi sono dimenticata che devo raccontarvi di Estrel, ma datemi il tempo di spiegare come e perché accadde quello strano incontro! – chiusi gli occhi e sognai. E stavo proprio sognando, sapete, uno di quei sogni dove accadono cose strane e meravigliose, quando all’impovviso mi destai. Spalancai gli occhi e… lei era lì! Potete immaginare che strana situazione! Ero persa nel più fitto dei boschi, lontana da case e villaggi, assolutamente certa di essere in compagnia di soli animaletti, quand’ecco che mi trovo davanti una ragazzina tutta sola, vestita di foglie e con i lunghi capelli lucenti, neri come la notte, che le arrivavano alle caviglie. Mi guardava a occhi spalancati, due pozzi neri incredibili. Sorpresa, e un po’ perplessa, le chiesi sussurando: “Chi sei? E che ci fai nel bosco tutta sola? Ti sei persa? Hai bisogno di aiuto?”

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A dir la verità, nemmeno io avevo mai incontrato prima una sirena di fiume, è chiaro quindi che il primo pensiero era stato di aver incontrato una bimba sperduta. Lei però alle mie parole scoppiò a ridere, una risatina schioccante che sembrava rubata direttamente alla voce del torrente. Poi, sempre ridendo, mi parlò. Io non so dire che parole usasse, e in che lingua… ho poi scoperto che le sirene, un po’ fate e un po’ folletti, parlano direttamente al cuore delle persone, ma allora mi sembrò di sentire una voce dolce come il miele, fresca come le acque del fiumiciattolo. E lei, che disse di chiamarsi Estrel – ecco come faccio a sapere il suo nome! – mi raccontò la sua storia. Una storia della quale, a dir la verità, non so ancora cosa pensare. Per questo ve la racconto, perché possiate giudicare voi… Ecco, Estrel mi parlò della sua stirpe, delle sirene di fiume appunto, e della loro vita libera e felice nel profondo dei boschi e nei torrenti di montagna. Poi, all’improvviso, il visetto di quella che ormai avevo capito non essere una bimba qualsiasi, si rabbuiò. E mi parlò delle strane voci che ogni tanto arrivavano anche nel suo piccolo paradiso, dei timori, e della paura: boschi che sparivano, torrenti limpidi e puliti che si seccavano, pesci e insetti e uccelli che morivano… “Tu sai perché? – mi chiese – Io davvero non so se crederci o meno, ma il torrente ogni tanto mi sussurra parole spaventate, e rabbrividisce pensando al pericolo che fratelli e sorelle corrono…”
Io davvero non sapevo che dire. Estrel sembrava pensare che io avessi tutte le risposte, o che fossi capace di rassicurarla dicendo che no, non avevo mai sentito di storie simili… ma io non sono capace di dire bugie, lo sapete no? E allora provai a spiegarle. Le dissi che si, noi umani non abbiamo ancora capito quanto ricca, preziosa, indispensabile sia la terra, e che qualcuno ancora pensa che tutto ciò che ci circonda sia proprietà dei soli umani…
“Ma non è vero – strillò nella mia testa Estrel – e noi chi siamo? Piante, fiori, cespugli e perfino ortiche e gramigna… e poi insetti, mammiferi, rettili, pesci… ma non avete mai visto quanta vita c’è anche in un solo praticello rinsecchito?” E si mise a tenermi una vera e propria lezione di ecologia! Solo che, raccontata da lei, la vita del bosco era tutta un’altra cosa, niente a che vedere con le barbose lezioni dei professoroni di scuola!
Chi l’avrebbe mai detto! Scoprii che anche gli animali sognano, hanno desideri e paure, amori, simpatie e antipatie. E che noi umani di loro e dei loro pensieri proprio non sappiamo niente. Pensate che le belle, delicate farfalle sono capaci di cattiverie incredibili!

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Estrel mi raccontò di uno scherzo crudele messo in atto da Ziche, una farfalla dai colori bellissimi, che un giorno decise di prendersela con Yoyo, una coccinella timida e paurosa. Ziche, zitta zitta e quatta quatta, prese tra le zampine una foglia di ortica, poi con la vocetta dolce dolce la portò a Yoyo: “ecco, ti faccio un omaggio – disse l’infida – una foglia prelibata di menta… sentirai che bontà” Ma quando Yoyo l’assaggiò, l’ortica le bruciò la linguetta, e la povera coccinella per tre giorni fu costretta a succhiare rugiada per tentare di lenire il dolore… ecco, questa è sola una delle storie che Estrel mi raccontò, e alla fine avevo la testa che mi girava. “Lo so – dissi, stordita e confusa – lo so davvero quando è preziosa la vostra e la nostra vita, ma io che posso fare?” E qui Estrel mi disse quella cosa, quella a cui non so ancora se credere, e che proprio non so come prendere… mi disse sussurrando, e tornando a sorridere con quel visetto angelico: “niente, non devi fare niente… solo racconta la mia storia, raccontala più che puoi, falla conoscere, falla girare… vedrai, un giorno arriverà alle orecchie giuste, a quelle di un grande mago, e lui saprà come e cosa fare”. E poi in un baleno Estrel svanì… ecco, proprio svanì, e non so dire dove fosse andata. Io mi ritrovai, sola, nel bosco, a guardare tutto con occhi nuovi… quello che prima mi era sembrato nulla più di un piccolo paradiso adesso lo vedevo come un gioiello prezioso, delicato e bisognoso di protezione. Ecco, per questo vi ho raccontato la storia di Estrel. Non so davvero se sia reale o se tutto è stato frutto di un sogno – del resto in quel bosco mi ero addormentata, giusto no? – ma so che avevo promesso… e chissà, magari tra voi c’è davvero quel grande mago che Estrel e le altre sirene di fiume stanno aspettando…

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