Per parchi gioco inclusivi si intende PARCHI PER TUTTI.

La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia stabilisce il diritto al gioco per tutti i bambini.

Giocando  i bambini vivono un’esperienza rara nella vita degli esseri umani: quella di confrontarsi da soli con la complessità del mondo.

Nei parchi gioco inclusivi i bambini devono poter giocare insieme in un ambiente privo di barriere architettoniche e devono essere presenti giochi il più possibile accessibili e fruibili da parte di tutti i bambini: bambini che possono correre, bambini che usano la carrozzina, bambini ipovedenti, bambini con disabilità motoria lieve e bambini che amano saltare come grilli.

In questi parchi ci sono strutture gioco, (castelli, navi, torri…), con rampe al posto delle scale, i pannelli sensoriali posizionati ad altezza tale che possano essere utilizzati anche da chi sta seduto. Parchi con tunnel giganti il cui accesso è possibile anche alle carrozzine, giostrine girevoli che possono essere utilizzate da tutti.

Sicuramente è più corretto parlare di parco inclusivo e non solo di gioco inclusivo. Questo perchè tutta l’area di gioco deve essere accessibile a TUTTI. Bisogna poter raggiungere i giochi senza impedimenti lungo il percorso. E’un concetto molto importante da capire, poiché spesso capita di vedere isole di gioco in un parco, ma in mezzo a un prato o ad un ciotolato difficilmente percorribile da chi ha difficoltà motorie o visive.

Ho sentito delle parole bellissime all’inaugurazione del Parco per tutti a Villa Finzi in Milano. Il presidente nazionale di UILDM Marco Rasconi ha spiegato che bisogna ulteriormente allargare il concetto di parco giochi per tutti: per tutti si intende proprio per tutti, non solo il bambino, ma anche il genitore che può avere un impedimento e che invece ha il diritto di poter entrare in questa area senza barriere e percorrerla per giocare col proprio figlio e stargli accanto e vederlo gioire di questa situazione.

Marco Aiani