Si torna sui banchi: le emozioni che accompagnano i primi giorni di scuola elementare.

E’ settembre. Da qualche giorno è ricominciata la scuola. Anche per quest’anno salutiamo i luoghi piacevoli, in cui abbiamo trascorso le vacanze e che ci hanno tenuto compagnia: “Ciao!” al mare, “Al prossimo weekend di sole!” al lago e “Ci vediamo a Natale!” alla montagna.

Con qualche lacrimuccia presto saluteremo, ahimè, anche l’abbronzatura e il caldo. Oltre alla malinconia, che i bambini, ma anche noi adulti proviamo nelle fasi di separazione, c’è anche l’ansia che accompagna sempre le novità della vita. Che ne sarà del mio bambino? Ce la farà a compiere questa nuova avventura? Si troverà bene con le maestre? Socializzerà con i compagni?

Immaginiamo che questi due elementi astratti, l’ansia e la novità, prendano forma e si personifichino, un po’ come accade nel film “Inside out”, in cui le emozioni sono rappresentate con dei personaggi con identità e colori distinti. Ci troveremmo di fonte ad Ansia che sta a braccetto con Novità, camminando sempre insieme. A un certo punto si avvicina Curiosità e tutte e tre iniziano a saltellare, felici e entusiaste, per il loro percorso.

Questa è una rappresentazione simpatica di ciò che accade nel bambino quando torna tra i banchi di scuola o quando fa, per la prima volta, il suo debutto alle elementari. Certamente l’ansia è tanta, ma anche la curiosità e la voglia di scoprire un mondo nuovo, fatto non solo di giochi, ma anche di acquisizioni, di voti, di maestre e di compagni. Quando l’ansia viaggia insieme alla curiosità, allora possiamo stare tranquilli e tirare un sospiro di sollievo. La curiosità ci spronerà e l’ansia ci farà stare sull’attenti, pronti a recepire qualsiasi nuovo stimolo e ad assorbirlo come una spugna. E’ così che i bambini arrivano a scuola, con zaini fiammanti e all’ultima moda, astucci scintillanti, quaderni nuovi e, soprattutto, il diario!

Alcuni genitori lamenteranno le ore infinite perse dietro alla scelta del diario e altri si sentiranno sollevati dal confronto con loro perché, grazie al cielo, tra il loro figlio e il diario, invece, è stato un colpo di fulmine! In ogni caso penso che la scelta di questo strumento sia fondamentale e motivi molto lo studente a frequentare con profitto l’anno scolastico. Il diario è un oggetto molto personale e va scelto con cura perché, poi, i bambini ne fanno qualcosa di unico ed esclusivo nel corso dei mesi, inserendoci canzoni, poesie, dediche dei compagni. Non è solo un’agenda in cui segnare i compiti, ma è un mezzo con cui il bambino racconta qualcosa di sé.

Questi sono gli strumenti con cui l’alunno si sente attrezzato nell’affrontare il suo debutto alle elementari, in cui le aspettative degli insegnanti sono molto più definite e complesse. Infatti ora, rispetto alla materna in cui le richieste delle maestre si limitavano alla partecipazione alle attività e a un minimo rispetto delle regole, come quello di stare in fila o di aspettare il proprio turno, ci si aspetta che ogni studente impari a rispettare le regole, ad auto-regolare il proprio comportamento verso gli altri, ad ascoltare ciò che viene detto e spiegato, a rispettare i tempi e le scadenze, a studiare e a fare i compiti. Sono tantissimi gli obiettivi da raggiungere, che richiedono, ciascuno a proprio modo, un enorme adattamento da parte del bambino e non sempre possono essere in armonia con i suoi bisogni, perché ognuno implica dei limiti. Questi ultimi però non devono essere vissuti come degli ostacoli, ma come delle modalità con cui i bambini possono ritrovare la propria identità e separarsi pian piano dal legame inseparabile che avevano con la mamma.

Alcune regole saranno impartite dalle maestre in modo chiaro, come quelle di stare in silenzio e concentrarsi, anche se altre saranno più implicite e meno facili da afferrare dai bambini. In ogni caso ciò che dirà l’insegnante diventerà una regola universale per tutti i compagni “Bisogna sederci tutti per terra perché lo ha detto la maestra!”. A volte questo accadrà anche fuori dal contesto scolastico, tanto che in alcune occasioni saranno le regole della maestra a prevalere su quelle del genitore. Inoltre man mano che il bambino si inserirà sempre di più nel contesto classe, sentirà maggiormente il bisogno di farne parte, di non esserne escluso e anche di sentirsi “grande”. Negli anni della primaria infatti i bambini oscillano spesso tra il bisogno di dipendenza e quello di autonomia, dalla stima di sé all’insicurezza, dalla razionalità all’impulsività perché devono ancora trovare la propria strada. Ed ecco che mamma e papà cominceranno a chiedersi “Ma che ne è del nostro piccolo?” “E’ lo stesso di prima?” “Perché sta cambiando?” “Io alla sua età ero diverso!”.

Sicuramente molti genitori si immedesimeranno nel proprio figlio e riporteranno alla memoria ricordi della propria infanzia per cercare degli elementi in comune con la storia attuale del proprio bimbo e per provare a capire i suoi vissuti. Cari genitori, può essere che il vostro bambino sia diverso da voi in certi aspetti, abbia interessi anche completamente opposti dai vostri, prenda voti più bassi di quelli che prendevate voi, ma questo non significa che non saremo pronti a sostenerli e a dar loro fiducia ogni giorno. Aiutiamoli davvero nella spinta verso l’autonomia e la sperimentazione di sé, possibilmente in un clima familiare tranquillo; crediamo in loro e nelle loro capacità, anche se questo può generare in noi l’insicurezza di non averli preparati abbastanza o di non essere stati dei genitori sufficientemente bravi; lasciamoli provare, ma allo stesso tempo, qualora ne avessero bisogno, offriamo loro il nostro appoggio.
Dott.ssa Giulia Spina, psicologa dell’età evolutiva.